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RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE

Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le Nazioni

Pandemia e inflazione acuiscono le disparità all’interno del Paese: dal 2019 al 2021 è peggiorato l’indice di disuguaglianza del reddito disponibile e permangono elevate differenze territoriali e di genere. Anche nel resto del mondo si amplia il divario tra ricchi e poveri: il 10% di popolazione più abbiente possiede il 76% della ricchezza globale.

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Ocse: "Troppe disuguaglianze nella sanità, bisogna migliorare la qualità"

Adottare un approccio sanitario incentrato sulla persona che coinvolga i cittadini, migliorare la gestione dei dati sanitari e investire in nuove tecnologie, sono alcune delle raccomandazioni dei ministri della Salute emerse al Summit di Parigi.

Il 17 gennaio i ministri della Salute dell’Ocse si sono riuniti in occasione del Summit “The Next Generation of Health Reforms” per capire come affrontare le sfide della sanità. Il vertice è stato preceduto il 16 gennaio dal Forum politico di alto livello “People at the Centre: The Future of Health”, focalizzato sull’importanza di adottare un approccio sanitario incentrato sulla persona. Gli incontri hanno portato alla delineazione di un chiaro quadro della sanità nei Paesi Membri e all’avanzamento di proposte per migliorarne la qualità.

Il documento “Ministerial Statement” racchiude i risultati della discussione, che è stata condotta alla luce degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.  Partendo dal riconoscimento dell’importanza della salute per il benessere dei cittadini, l’inclusione sociale e la crescita economica, la relazione dei ministri identifica le principali carenze dei sistemi sanitari dell’Ocse. La risposta alle nuove e vecchie sfide risiede, secondo i ministri, in un miglioramento della qualità dei servizi sanitari per tutti, soprattutto mediante l’utilizzo di nuove tecnologie, l’adozione di un approccio sanitario incentrato sulla persona e la promozione del dialogo e la cooperazione internazionale. Per riuscirvi occorre migliorare la gestione dei dati sanitari e coinvolgere maggiormente i cittadini.

Le “Raccomandazioni del Consiglio sulla gestione dei dati sanitari” presentate dai ministri avanzano la proposta di unificare il trattamento dei dati personali mediante l’adozione di norme chiare e valide per tutti, nonché creare una piattaforma Ocse per la raccolta di dati, analisi e opinioni dei cittadini. Questo consentirebbe di agevolare l'interscambio dei dati sanitari tra i vari Stati e valutare le esperienze di cura e le reali esigenze dei pazienti. Insieme alla definizione di standard comuni per il trattamento dei dati, si raccomanda di adottare misure per la riduzione delle barriere nello scambio delle informazioni sulla salute, la tutela della privacy e un maggiore coordinamento tra settore pubblico e privato.

Tra le carenze più significative che le nuove misure mirano a risolvere si segnala la persistenza di forti disuguaglianze nell’accesso alle cure e dei livelli di salute all’interno e tra i Paesi. Ad esempio, l’aspettativa di vita è nettamente inferiore (fino a dieci anni di differenza) per gli individui con bassi livelli di istruzione e per quelli più poveri. Anche nel settore della tecnologia il divario è molto ampio, con Paesi già all’avanguardia e altri rimasti indietro. Tra le altre problematiche si segnalano: l’aumento delle malattie croniche; le nuove esigenze derivanti da un invecchiamento della popolazione; le nuove minacce alla salute globale, come la resistenza agli antibiotici; la spesa sanitaria pro capite nei Paesi europei al di sotto dei tassi di crescita osservati prima della crisi.

Oltre alla presentazione di problematiche e proposte migliorative, il documento rivela anche i numerosi progressi compiuti in questi anni. Innanzitutto, dagli anni Settanta l'aspettativa di vita nei Paesi dell’Ocse è aumentata di più di dieci anni. Inoltre, si è registrata una riduzione del 50% delle malattie mortali cardiovascolari grazie a migliori trattamenti di cura e prevenzione. La promozione di uno stile di vita più sano ha avuto effetti positivi per la popolazione, portando ad esempio dal 2000 a una diminuzione di un quarto dei fumatori, anche se c’è ancora molta strada da fare, non solo per il fumo, ma anche per alcol, obesità e attività fisica. La descrizione dei progressi delineata nel documento rappresenta senz’altro un incoraggiamento per affrontare le sfide future e contribuire al raggiungimento del terzo Obiettivo di sviluppo sostenibile, per la salute e il benessere di tutti.

Per scaricare la relazione dei ministri cliccare qui

 

di Flavia Belladonna

giovedì 2 febbraio 2017

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