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RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE

Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le Nazioni

Pandemia e inflazione acuiscono le disparità all’interno del Paese: dal 2019 al 2021 è peggiorato l’indice di disuguaglianza del reddito disponibile e permangono elevate differenze territoriali e di genere. Anche nel resto del mondo si amplia il divario tra ricchi e poveri: il 10% di popolazione più abbiente possiede il 76% della ricchezza globale.

Notizie

L’Italia prepara una strategia condivisa per affrontare le disuguaglianze di salute

Aperto a consultazione il rapporto “L’Italia per l’equità nella salute”, che raccoglie dati e possibili interventi sul tema delle disuguaglianze sanitarie. Promuovere l’equità nel governo clinico e adottare il bilancio sociale tra le proposte.

In Italia, sebbene l’aspettativa di vita sia tra le più alte al mondo, un uomo di 30 anni laureato vive in media tre anni in più rispetto a un coetaneo con appena la scuola dell’obbligo. Le dfferenze nel livello di istruzione o nelle condizioni di reddito hanno importanti ripercussioni in ambito sanitario poiché producono disuguaglianze nella salute dei cittadini.

Per rispondere a questo problema il 1° dicembre è stato presentato, presso l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), il rapporto “L’Italia per l’equità nella salute”, coordinato dall’epidemiologo Giuseppe Costa e predisposto dall’Inmp, dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), con l’obiettivo di diffondere le evidenze scientifiche attualmente disponibili sul tema delle disuguaglianze di salute e le buone pratiche realizzate a beneficio dei gruppi più vulnerabili, nonché individuare possibili interventi.

L'evento, promosso dal ministero della Salute e dall'Inmp e con la partecipazione della ministra della Salute Beatrice Lorenzin, è stato organizzato per sottoporre le strategie di intervento proposte nel documento ai policy maker che hanno un impatto sulla salute dei cittadini e per lanciare la consultazione sul documento. Infatti, “non si tratta, tuttavia, di un testo conclusivo: ‘L’Italia per l’equità nella salute’ vuole essere la piattaforma da cui partire per un dibattito partecipato e aperto anche ai rappresentanti delle parti sociali e della società civile”, si legge nel documento.

Il documento propone tre categorie di azioni per favorire l’equità: azioni di sistema, rivolte a tutta la popolazione in modo proporzionale al bisogno; azioni strumentali, per il funzionamento delle altre tramite dati, regole e processi; azioni selettive, rivolte ai gruppi più vulnerabili.

Di seguito un breve riepilogo delle aree di intervento rispetto alla categoria delle azioni di sistema:

  • rendere esigibili in modo equo i diritti e le risorse, in particolare introducendo in maniera più esplicita l’equità nella salute tra i criteri di definizione e verifica dei diritti esigibili di assistenza, garantiti attraverso un’effettiva e omogenea applicazione dei Lea, nonché garantendo l’equità nell’allocazione delle risorse per assicurare pari condizioni di offerta ai diversi livelli del Ssn;
     
  • moderare gli effetti diseguali delle barriere alle cure, con una maggiore attenzione al problema della rinuncia alle cure a causa della difficoltà a sostenere la spesa privata (spesso privilegiata per evitare le lunghe attese delle cure a carico del Ssn);
     
  • promuovere l’equità nel governo clinico, ovvero introdurre l’equità nei meccanismi e strumenti che garantiscono processi assistenziali di qualità, come le procedure tecniche (protocolli, linee guida e percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali), condivise tra i professionisti e le organizzazioni, verificate con adeguati sistemi informativi e promosse con l’educazione continua;
     
  • promuovere l’equità nella prevenzione, garantendo in particolar modo l’effettiva attuazione dei Piani regionali di prevenzione (in cui sono incluse azioni di promozione dell’equità nella salute) e applicando nuovi modelli di Health equity audit nei principali setting della promozione e prevenzione della salute;
     
  • adottare il bilancio sociale per valutare l’impatto sull’equità, poiché rendere noti i costi dell’impatto delle azioni sul funzionamento e sul bilancio del sistema sanitario favorisce l’implementazione di azioni efficaci, e rileggere gli interventi di contrasto alle disuguaglianze già positivamente avviati in termini di ricadute sociali ed economiche, anche per valutare in che misura possono comportare risparmi futuri sul sistema di welfare;
     
  • Sviluppare azioni intersettoriali e multilivello, coinvolgendo gli stakeholder di altri settori (istituzionali e non), le cui politiche e azioni possono avere un impatto sulla salute della popolazione.

Di Flavia Belladonna

Guarda il documento "L'Italia per l'equità nella salute"

Partecipa alla consultazione pubblica, aperta fino al 31 gennaio per migliorare il documento

Guarda il video dell’evento

lunedì 11 dicembre 2017

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