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Legambiente: “Ogni ora quattro reati ambientali”
Secondo il Rapporto Ecomafia, commessi nel 2023 oltre 35mila illeciti, il 15,6% in più rispetto all’anno prima, che hanno generato 8,8 miliardi di euro. Edilizia, rifiuti e fauna i settori al centro del mirino dell’ecomafia. 18/7/24
Il contesto italiano relativo ai reati ambientali, descritto dal Rapporto “Ecomafia 2024” realizzato da Legambiente e presentato l’11 luglio, è in sostanziale peggioramento rispetto all’analisi fatta dall’associazione ambientalista lo scorso anno. Infatti, dal 2022 al 2023, in Italia, sono aumentati considerevolmente gli illeciti con fattispecie ambientali, passando da 30.686 a 35.487 (+15,6%). Si tratta, in media, di 97,2 reati commessi ogni giorno, circa quattro ogni ora.
Sale, in maniera ancora più significativa, il numero di persone denunciate per questi reati: 34.481 provvedimenti giudiziari, un aumento del 30,6% in un anno. Anche gli arresti sono in forte crescita, passando da 193 nel 2022 a 319 nel 2023 (+43%).
Secondo Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente, le attività illecite legate a reati ambientali “generano un fatturato di 8,8 miliardi di euro, sostanzialmente stabile, tra leggeri incrementi e flessioni delle singole voci, rispetto al 2022. La somma complessiva stimata dal 1995 al 2023 ‘lievita’ a 258,9 miliardi di euro, con il coinvolgimento attivo, nello stesso arco di tempo, di 378 clan mafiosi, tre in più rispetto all’anno precedente”.
DA FUTURANETWORK.EU - 3,8 MILIARDI DI TONNELLATE DI RIFIUTI URBANI NEL 2050, LE TRE PRIORITÀ DELL’UNEP
Rifiuti spa: una rete ecocriminale
Una grossa fetta dei reati ambientali, ovvero 9.309 su 35.487, è direttamente legata al ciclo dei rifiuti. Rispetto all’anno scorso, l’aumento è stato di oltre il 60%.Nella pagina del sito di Legambiente dedicata al Rapporto, si spiega che “il ciclo illegale dei rifiuti contempla alcuni tra i reati più pericolosi e redditizi commessi dalla criminalità ambientale”. Da questi illeciti derivano rilevanti danni per l’ambiente e la salute della cittadinanza, perché i rifiuti sono smaltiti irregolarmente, contaminando gli ecosistemi e compromettendo la salubrità dei territori. Inoltre, “le reti ecocriminali attive in questo settore sono molto articolate, di solito ne fanno parte imprenditori e manager d’azienda, broker, faccendieri, amministratori locali e tecnici senza scrupoli”. Una vera e propria filiera del crimine degli scarti, ribattezzata da Legambiente “Rifiuti s.p.a.”. A essere esposti maggiormente a traffici di smaltimento illegali sono gli pneumatici, i gas refrigeranti e i rifiuti elettronici (Raee).
In testa alla classifica il ciclo illegale del cemento
L’abusivismo edilizio, come viene dichiarato da Legambiente, è “una piaga che, tra costruzioni ex novo e ampliamenti significativi, produce migliaia di case ogni anno”. Come per i rifiuti, il cosiddetto “ciclo del cemento” rappresenta un intero ramo economico illegale, quello che frutta di più, che inizia con le cave fuorilegge e termina con la realizzazione di alberghi, villette o anche solo scheletri incompiuti, che “privatizzano interi pezzi di spiaggia, sorgono in mezzo ai letti dei fiumi o in aree a rischio idrogeologico”.
Non sono solo le costruzioni abusive ad alimentare il ciclo del cemento, ma bisogna contare anche il giro di malaffare legato agli “appalti truccati, alle opere dai costi esorbitanti per alimentare giri di mazzette, corruzione e speculazioni immobiliari con le carte truccate”. Un universo dentro al quale, l’anno scorso, sono stati commessi più di 13mila reati ambientali.
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Anche gli animali nel mirino delle mafie
Un’altra voce all’interno del Rapporto riguarda i reati commessi contro la fauna, ovvero i crimini e i traffici illegali di orsi, lupi, rapaci, tonni, ma anche di tutte le specie esotiche usate come animali domestici. Il Rapporto stima che questo fenomeno, diffuso su tutta la penisola, produce un giro d’affari di tre miliardi di euro all’anno.
Le 15 proposte di Legambiente
L’associazione ambientalista elenca alcune proposte per rendere più efficace l’azione delle istituzioni, tra cui: la necessità di recepire l’ultima direttiva europea sui crimini ambientali; l’inserimento dei reati contro gli animali nel codice penale; l’inasprimento delle sanzioni per i reati connessi alla gestione illecita dei rifiuti.