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CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI

Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

Attualmente nel mondo 828 milioni di persone vivono in baraccopoli, e il numero è in continuo aumento. In Italia la precarietà abitativa ha assunto ulteriore rilievo a causa dell’acuirsi della crisi sociale: la condizione di sovraffollamento nel 2021 riguarda il 28% della popolazione contro una media europea del 17,1%.

Notizie

Per i bambini la povertà in città è più pesante rispetto alle zone rurali

Secondo il nuovo rapporto dell’Unicef 4,3 milioni di bambini poveri che vivono in aree urbane hanno maggiori probabilità di morire prima di compiere cinque anni rispetto ai loro coetanei nelle aree rurali. 27/12/2018

“La povertà, fenomeno in passato prevalentemente rurale, sta crescendo in maniera predominante nelle città”, così esordisce il nuovo rapporto Unicef: “Advantage or Paradox: The Challenge for children and young people growing up urban” che analizza il benessere dei bambini, attraverso dieci indicatori applicati a 77 paesi a medio e basso reddito.
Dal rapporto emerge che nella maggior parte dei paesi, in media, i bambini nelle aree urbane vivono meglio rispetto a quelli delle aree rurali grazie al cosiddetto “urban advantage” ossia l’idea per cui famiglie a più alto reddito, infrastrutture migliori e prossimità ai servizi garantiscano alle persone che vivono in città vite migliori.  Queste medie, però, nascondono le profonde disuguaglianze esistenti nelle zone urbane e quando si comparano le famiglie urbane con quelle rurali, con livelli simili di benessere, il vantaggio per i bambini di vivere in città non è più evidente.

Nelle città, al contrario, le disuguaglianze, l’esclusione e le sfide legate al benessere, così come i rischi ambientali e per la salute, possono tradursi in un “paradosso urbano” in cui gli abitanti dei centri urbani – tra questi i bambini– si trovano a subire maggiori privazioni rispetto ai coetanei che vivono nelle aree rurali.

Entro il 2030, sette delle dieci città più grandi saranno in Asia; la popolazione urbana dell’Africa è quella che cresce più velocemente, con un tasso annuale di crescita del 3,7% e dove viene registrata maggiore disparità.

 “Per i genitori che vivono in aree rurali, a prima vista, i motivi per migrare verso le città sembrano ovvi: più opportunità di accesso al lavoro, una migliore assistenza sanitaria e più possibilità di percorsi formativi per i loro bambini”, ha dichiarato Laurence Chandy, direttore dell’Unicef per dati, ricerca e politiche. “Ma non tutti i bambini che vivono nelle città beneficiano allo stesso modo; ci sono di milioni di bambini nelle aree urbane che vivono in condizioni peggiori rispetto ai loro coetanei nelle aree rurali” e dai risultati emergono dati che lo dimostrano:

  • 4,3 milioni di bambini poveri che vivono in zone urbane hanno maggiori probabilità di morire prima di compiere cinque anni rispetto ai loro coetanei nelle aree rurali;
     
  • 13,4 milioni di bambini poveri che vivono nelle città hanno minori probabilità di completare la scuola primaria rispetto ai loro coetanei nelle aree rurali.

“I bambini dovrebbero essere centrali nella pianificazione urbana, ma in molte città vengono dimenticati, con milioni di bambini tagliati fuori dai servizi sociali negli slum e negli insediamenti informali, ed esposti a rischi ambientali e per la salute a causa del sovraffollamento”, ha aggiunto Chandy. “Attuare delle soluzioni per lo sviluppo e la pianificazione urbana è fondamentale per fermare queste disparità sociali ed economiche”.

Il rapporto evidenzia infatti che le disuguaglianze esistenti all’interno delle città sono per lo più attribuite al limitato accesso ai servizi essenziali. Per esempio, in metà dei Paesi presi a campione, i bambini più poveri che vivono nelle città hanno la metà delle possibilità di accesso a servizi igienico-sanitari di base, rispetto ai bambini che vivono in città in famiglie più ricche. In assenza di azioni concrete e innovative per aiutare i poveri delle città, le disuguaglianze e i loro effetti sull’infanzia, potrebbero ampliarsi tagliando fuori un numero maggiore di bambini nelle città.

Il rapporto invita così a una serie di azioni da parte delle autorità delle città e la comunità globale:

  • rendere le aree urbane parte integrante della programmazione per i bambini, anche dei più vulnerabili;
     
  • sviluppare le capacità per una pianificazione urbana inclusiva a tutti i livelli di governo – nazionale, regionale e locale;
     
  • accelerare lo sviluppo di sistemi urbani di infrastrutture e servizi per stare al passo con le attuali tendenze di urbanizzazione rapida;
     
  • trovare nuove soluzioni per investire con adeguate risorse finanziarie al miglioramento dei sistemi urbani e all’aumento dell’uguaglianza all’interno delle aree urbane;
     
  • investire in dati migliori e in un migliore utilizzo dei dati esistenti per comprendere la portata reale e le dimensioni delle disuguaglianze urbane.

 

 

di Alice Rinalduzzi

giovedì 27 dicembre 2018

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