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CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI

Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

Attualmente nel mondo 828 milioni di persone vivono in baraccopoli, e il numero è in continuo aumento. In Italia la precarietà abitativa ha assunto ulteriore rilievo a causa dell’acuirsi della crisi sociale: la condizione di sovraffollamento nel 2021 riguarda il 28% della popolazione contro una media europea del 17,1%.

Notizie

Nessuna capitale europea raggiunge pienamente gli SDGs

Le 45 città esaminate dal Rapporto sugli SDGs nelle città europee sono indietro sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, soprattutto sui Goal 12 (consumo e produzione responsabili), 13 (cambiamento climatico) e 15 (vita sulla terra). 19/6/2019

Nessuna grande area metropolitana o capitale europea ha realizzato i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile, il 65% dei quali non sarà raggiunto entro il 2030 senza un adeguato coinvolgimento e coordinamento tra governi locali e regionali. 

Ad affermarlo è il 2019 SDG Index and Dashboards Report. European Cities (prototype version), il primo Rapporto sugli SDGs nelle città europee, redatto dal Sustainable Development Solutions Network (Sdsn) e da Telos, Brabant Center for Sustainable Development dell’Università di Tilburg. 

Il dossier mette a confronto l’andamento di 45 capitali e una selezione di aree metropolitane dell’Unione europea e dell’Associazione europea di libero scambio (Aels) sui 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile in base a 56 indicatori, usati dall’Sdsn e dalla fondazione Bertelsmann Stiftung per misurare le prestazioni degli SDGs a livello globale, e include i contributi dell’Ocse e del dipartimento di Affari pubblici e internazionali della Columbia University. 

L’importanza di analizzare la sostenibilità nelle città - afferma il Rapporto - è determinata dal peso politico delle città e delle regioni europee nelle agende nazionali e dall’elevata densità urbana, dal momento che oltre i due terzi della popolazione europea vive nelle aree metropolitane, dove produce il 65% del Pil dell’Unione europea. 

Il quadro europeo riportato nel dossier mostra un’Europa divisa sotto il profilo dello sviluppo sostenibile, con performance elevate nei Paesi del nord, medie nei Paesi occidentali e medio-basse nelle aree meridionali, centrali e orientali. 

Oslo risulta la città più performante, con un punteggio di 74,8, seguita da Stoccolma con 72,2 e Helsinki con 71,3, grazie ai bassi livelli di povertà e disparità di reddito registrati, all’elevato accesso ai principali servizi pubblici come sanità e istruzione e all’uso cospicuo di energia rinnovabile. Tranne Oslo, però, tutto il nord Europa ha ottenuto un punteggio basso sulla sostenibilità di città e comunità, sull’accesso ad alloggi economici e di qualità e sulla lotta contro il cambiamento climatico, per gli elevati livelli di inquinamento atmosferico.

Le città dell’Europa occidentale, come Amsterdam, Anversa, Dublino, Londra, Lussemburgo, Parigi e Zurigo, si posizionano su una scala che va dai 55 ai 60 punti, con Zurigo al quinto posto e Bruxelles al 25esimo. Fatta eccezione per alcuni casi, queste città hanno raggiunto buoni risultati nella lotta alla fame e alla povertà, nell’accesso ai servizi pubblici e all’acqua pulita, mentre devono migliorare l’accesso agli alloggi economici e di qualità e la parità di genere. Le città dell’Europa centrale e orientale, dal punto di vista dei risultati spaziano da Monaco, che si è classificata ottava, a Bucarest che ha raggiunto il 41esimo posto. Senza contare le città tedesche, l’accesso ai servizi pubblici e alle infrastrutture è basso e permane la sfida dell’uguaglianza di genere, mentre Vienna è la città con il tasso maggiore di CO2 emessa pro capite in tutta Europa. 

Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta e Cipro si collocano nell’ultima fascia di punteggio, con valori al di sotto dei 55 punti, con Madrid al 28esimo posto e Atene al 45esimo e ultimo posto, con i valori più bassi d’Europa. Rispetto al resto dell’Ue, le città meridionali registrano performance basse nella lotta alla povertà, nella parità di genere, nell’accesso al lavoro dignitoso e ad abitazioni economiche e di qualità, nella crescita economica, nell’industria e nell’infrastruttura e si registrano lacune significative nel buon governo e nella sicurezza. 

Per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, afferma il dossier, saranno necessarie, a livello locale, profonde trasformazioni nei settori del trasporto, dell’energia e della pianificazione urbana, nuovi approcci per affrontare la povertà e le disuguaglianze nell’accesso ai servizi pubblici chiave come sanità e istruzione, con un focus particolare sui Goal 12 (consumo e produzione responsabile), Goal 13 (lotta contro il cambiamento climatico) riducendo l’emissione di CO2 pro capite, Goal 14 (vita sott’acqua) e Goal 15 (vita sulla terra). 

Rispetto all’indice delle città statunitensi, commenta il dossier, in Europa si registra una migliore alimentazione, una dieta sana e uno stile di vita attivo che aumentano le prestazioni nel settore di salute e benessere (Goal 3) e nella lotta alla fame (Goal 2), ma le disuguaglianze di reddito, di accesso alla ricchezza e ai servizi, aumentate negli ultimi tre decenni, hanno portato a un malcontento diffuso e a una crescente polarizzazione politica. 

In un momento di trasformazione radicale per l’Unione europea, con il cambio di Parlamento, Commissione e Presidenza, e in previsione dell’apertura del vertice sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite che si terrà tra quattro mesi, gli autori del dossier affermano la necessità di espandere e rafforzare il monitoraggio degli SDGs nelle regioni e nelle città europee, che nel 2016 hanno firmato l’agenda urbana nel Patto di Amsterdam. 

 

Scarica il Rapporto 

 

di Viola Brancatella 

mercoledì 19 giugno 2019

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