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Dalle società europee 124 miliardi di euro in investimenti green, ma non basta

Il Carbon disclosure project ha analizzato le opportunità delle aziende Ue. In testa mobilità elettrica ed energia sostenibile, mentre le industrie di metalli pesanti faticano. Mancano politiche per incentivare questo processo. 3/3/20

"Le aziende europee stanno investendo in maniera significativa nelle tecnologie a basse emissioni di carbonio, e le opportunità sono enormi”. Steven Tebbe, amministratore delegato del Carbon disclosure project (Cdp) Europe, introduce così il Rapporto “Doubling down: Europe’s low carbon investment opportunity”, presentato il 25 febbraio presso il ministero degli Affari esteri francese. Il Cdp è un progetto che si occupa di supportare enti privati e pubblici negli investimenti e gestione dei rischi del settore green.

“Le società europee quotate in Borsa nel corso del 2019 hanno investito 124 miliardi di euro in progetti a basse emissioni di carbonio, ma devono raddoppiare questo impegno per essere coerenti con gli obiettivi Ue in materia di clima” afferma il Cdp. Nello specifico, gli investimenti riguardano per il 50% il settore dei trasporti, 38% le energie sostenibili e 5% la produzione di materiali.

Le 882 società quotate hanno contabilizzato, nel 2019, 59 miliardi di euro di investimenti in progetti a basse emissioni di carbonio e 65 miliardi di euro in nuove attività di ricerca e sviluppo. Queste società, allo stesso tempo, hanno emissioni annuali equivalenti a tre quarti del totale delle emissioni industriali dell'Unione e rappresentano circa il 76% della capitalizzazione di mercato europea.

Le maggiori aree di investimento sono state: la ricerca e sviluppo per le tecnologie e la digitalizzazione dei veicoli elettrici (43 miliardi di euro); gli investimenti di capitale in energie rinnovabili (16 miliardi di euro); le infrastrutture della rete energetica (15 miliardi di euro); l’elaborazione di sistemi per un uso più sapiente dell’energia, specialmente dal lato della domanda (otto miliardi di euro). Ma questi settori sono in continua espansione. Infatti, le aziende europee stimano una possibilità di guadagno per 1,22 migliaia di miliardi di euro in nuove opportunità commerciali a basse emissioni di carbonio (tra le prime, l’espansione del mercato dei veicoli elettrici e le infrastrutture verdi). Il valore degli introiti supera di sei volte il costo dell'investimento (192 miliardi di euro). Tra le previsioni più realizzabili in questo senso, Cdp identifica:

  • La società di costruzioni Acs, che vede un’opportunità finanziaria di 11 miliardi di euro in progetti di bioedilizia e infrastrutture;
  • Volkswagen, per cui entro il 2025 i veicoli elettrici a batteria costituiranno il 25% delle vendite annue previste, il che rappresenta un’opportunità finanziaria di 59 miliardi di euro;
  • La società E.On, che prevede dai sette ai dieci milioni di veicoli elettrici in Germania entro il 2030, con 12 miliardi di euro da investire in infrastrutture di ricarica, hardware e software.

Allo stesso tempo, però, meno dell'1% degli investimenti a basse emissioni è stato utilizzato in Europa per lo sviluppo di strutture di cattura e sequestro del carbonio (Ccus) o di tecnologie basate sull’uso dell’idrogeno (possibile sostituto di combustibili fossili nella produzione industriale).

Anche le aziende produttrici di materiali pesanti come cemento, prodotti chimici, acciaio e industrie minerarie, hanno investito nel 2019 solamente il 5% dei loro introiti in progetti a basse emissioni di carbonio, sebbene rappresentino quasi il 40% delle emissioni dirette.

Queste industrie devono dunque sviluppare tecnologie sostenibili se vogliono decarbonizzare i loro sistemi di produzione, in linea con le ambizioni dell'Ue, e l’obiettivo può essere raggiunto solo tramite maggiori investimenti e incentivi. “Per le aziende dove il processo di decarbonizzazione è più impegnativo” conclude Steven Tebbe, “è necessario che i mercati finanziari e i responsabili politici creino condizioni migliori e forniscano incentivi più forti per guidare gli investimenti verso tecnologie rinnovabili”.

 

di Flavio Natale

martedì 3 marzo 2020

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