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CITTÀ E COMUNITÀ SOSTENIBILI

Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

Attualmente nel mondo 828 milioni di persone vivono in baraccopoli, e il numero è in continuo aumento. In Italia la precarietà abitativa ha assunto ulteriore rilievo a causa dell’acuirsi della crisi sociale: la condizione di sovraffollamento nel 2021 riguarda il 28% della popolazione contro una media europea del 17,1%.

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Smart city index: città italiane più sostenibili, ma crescono i divari Nord-Sud

Trento in cima alla classifica sulla sostenibilità delle infrastrutture, Crotone ultima. Bene mobilità sostenibile, energie rinnovabili, rifiuti e verde urbano. Da rivedere gli investimenti nelle reti idriche. 23/3/20

Quanto sono smart le città italiane rispetto alle infrastrutture nei settori del trasporto, dell’energia e dell’ambiente? La risposta a questa domanda emerge dai primi dati della quinta edizione dello Smart city index di Ernst & Young (EY) che analizza le 109 città capoluogo italiane in termini di reti di infrastrutture, innovazione e servizi di qualità ai cittadini e che quest’anno dedica un focus particolare alla sostenibilità urbana.
Dal Rapporto emerge che le infrastrutture urbane delle città italiane sono sempre più orientate alla sostenibilità, a basso impatto ambientale, con minori emissioni di carbonio, decongestionamento del traffico e diminuzione dei tempi di percorrenza in ambito urbano. Questo trend riguarda soprattutto tre reti su cui si basa il funzionamento delle città: le reti di trasporto, le reti energetiche e le reti ambientali.
Trento risulta essere la città con le infrastrutture più sostenibili. Nei primi cinque posti della classifica ci sono tre città metropolitane del Nord Italia: Torino (2°), Bologna (3°) e Milano (5°). Mantova, al 4° posto, è la città più sostenibile tra quelle con una popolazione inferiore agli 80mila abitanti.
Nella top dieci ci sono anche, in ordine, Bolzano, Brescia, Bergamo, Pordenone e Ferrara.
Le città di medie dimensioni dominano la classifica, con molte città nella top 20: Modena, Parma, Udine, Reggio Emilia, Padova, Treviso, Monza, Cuneo, Cremona e Firenze.
Scorrendo la classifica, occorre arrivare al 36esimo posto per trovare una città del Sud Italia. Lecce registra il miglior risultato di tutto il meridione, Bari è 45esima, Napoli 62esima.
E’ evidente che c’è ancora un grande divario tra le città del Nord e del Sud.
Le prime sette città hanno un grado di equilibrio tra mobilità, energia e ambiente quasi perfetto, segno che riescono ad investire in maniera omogenea sui vari fronti delle infrastrutture sostenibili.
“Da diversi anni le città nel nostro Paese si stanno evolvendo in maniera sensibile verso la sostenibilità, attivando diverse iniziative per essere a basso impatto ambientale, favorire la mobilità sostenibile e ridurre fenomeni come l’inquinamento atmosferico e il congestionamento del traffico” dichiara Andrea D’Acunto, Mediterranean government and public sector leader di EY. “Dallo Smart city index di EY emerge che alcuni indicatori negli ultimi anni sono cresciuti in maniera esponenziale soprattutto nelle città metropolitane di Milano, Torino, Bologna o nelle città medie del Nord”, conclude.
L’analisi dettagliata degli indicatori relativi alle singole reti infrastrutturali mostra ad esempio che, nel caso dei trasporti, tutti gli indicatori relativi alla mobilità sostenibile presentano un costante aumento negli ultimi sei anni. La mobilità elettrica registra gli incrementi più significativi, con le colonnine di ricarica che raddoppiano ogni due anni. Le auto elettriche ed ibride sono triplicate negli ultimi quattro anni. Aumentano anche le iniziative, da parte delle città, per incentivare il parco auto ecologico, come la possibilità per le auto elettriche di accedere alle Ztl oppure di non pagare la sosta nelle strisce blu.
Cresce la mobilità “lenta” o “dolce”: aumenta la lunghezza delle piste ciclabili e delle aree pedonali, seppure più lentamente rispetto allo sharing, fenomeno crescente in molte città italiane. I mezzi di trasporto condivisi si moltiplicano (auto, biciclette, scooter, monopattini) e gli operatori privati aumentano. Milano, che a fine 2019 contava più di 3mila auto e 4.800 biciclette in sharing, è la prima città italiana per intensità di sharing mobility.
Anche le reti energetiche mostrano un trend in crescita verso la sostenibilità: l’illuminazione pubblica si sta rimodernando, con i lampioni a led che hanno raggiunto il 36,5% del totale, il triplo rispetto a due anni prima. Cresce la produzione di energia rinnovabile nelle città: negli ultimi cinque anni il fotovoltaico è aumentato del 17,4%, l’eolico del 31% e quella da bioenergie del 52%. Il teleriscaldamento ha raggiunto 42 città capoluogo, prevalentemente al Nord. Crescono anche gli interventi di riqualificazione edilizia, che negli ultimi sette anni hanno riguardato 2.859 edifici nei Comuni capoluogo. Bologna, con 248 edifici, guida la classifica delle città con il maggior numero di interventi.
Anche le reti ambientali (acque, verde, aria, gestione rifiuti) sono oggetto di un progressivo aumento della sostenibilità. Aumenta il verde urbano nelle città, che negli ultimi anni ha raggiunto i 50 mq per abitante. Note positive anche per la gestione dei rifiuti: la produzione procapite è diminuita del 9% dal 2014, mentre la raccolta differenziata dei comuni capoluogo si attesta al 51,6% (nel 2014 era ferma al 40,1%). Unica nota stonata la registrano le reti idriche che, pur essendo sotto i riflettori da alcuni anni per la necessità di investimenti di ammodernamento, segnano ancora perdite ingenti. Nel 2018 le perdite idriche ammontavano al 37,3%, in leggera diminuzione rispetto al 39,1% del 2016, ma gli investimenti sono ancora insufficienti.


di Tommaso Tautonico

lunedì 23 marzo 2020

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