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Plastic Bank: la plastica si trasforma in denaro

Come si può porre fine all'inquinamento da plastica? È la domanda cui David Katz, fondatore e Ceo della Plastic Bank, sta cercando di rispondere. Un progetto complesso che coniuga sostenibilità, crescita economica e lotta alla povertà.

Sull’inquinamento da plastica si è detto tanto e nel mondo ogni giorno nascono iniziative per contrastare questa “piaga” ambientale. Il progetto della Plastic Bank ha una marcia in più: affronta l’inquinamento plastico con un approccio molto semplice: converte i rifiuti in plastica in denaro. Il fondatore della banca della plastica, David Katz, ha le idee molto chiare: “Nel mondo esistono 8,3 miliardi di tonnellate di plastica. Se pagassimo 50 centesimi per ogni chilo recuperato otterremmo un mercato di circa 4mila miliardi di dollari”. Una cifra enorme se pensiamo che con poco meno di 500 miliardi di dollari si potrebbero alleviare tutte le forme di povertà nel mondo.

Lo scopo della Plastic Bank non è solo ambientale ma anche sociale ed economico, contribuendo al raggiungimento di due SDGs. Grazie al suo progetto, Katz, sta riducendo la povertà e sta favorendo la crescita economica dei Paesi meno sviluppati, oltre che ovviamente diminuire l’inquinamento da plastica. Il segreto del successo Katz lo attribuisce a due aspetti: la capacità di dare un valore al rifiuto assieme alla possibilità di pensare ad un riciclaggio di massa, eliminando gli intermediari. Secondo David “Quando la plastica ha un valore e viene raccolta, è più facile riciclarla. Mi piace parlare della Plastic Bank attraverso la parabola dei diamanti. Se stai camminando sopra diamanti, e non c'è banca, negozio, niente che tu possa fare con loro, rimangono a terra come pietre. Diamo valore alla plastica accettandola come una forma di valuta. È denaro. Nessuno getta contanti a terra”.

Il successo di questo nuovo modo di concepire i rifiuti, definito dal fondatore “social plastic”, non è tardato ad arrivare. I negozi affiliati sono presenti ad Haiti, nelle Filippine, in Brasile, in Etiopia e nel Corno d’Africa. Nell’isola caraibica ci sono punti di raccolta persino nelle scuole, in modo che le persone possono pagare direttamente le tasse scolastiche. Nelle Filippine, il partner locale Shell Energy ha aperto migliaia di punti di raccolta presso le sue stazioni di rifornimento. Il successo della Plastic Bank è globale ed esponenziale. Per aderire al progetto basta poco:  un “collezionista” di rifiuti, un luogo di raccolta, un riciclatore e un corriere.  A supporto dell’iniziativa c’è anche un’applicazione che permette a chiunque, in ogni parte del mondo, di creare la propria sede locale di quella che potrebbe diventare la più grande organizzazione al mondo dedicata al riciclo della plastica.

di Tommaso Tautonico

lunedì 16 aprile 2018

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