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Economia circolare e bioeconomia: insieme per un’Europa più sostenibile
Per ridurre gli sprechi e aumentare la sostenibilità nell’uso delle risorse naturali, l’Agenzia per l’ambiente europea propone l’applicazione in tandem delle buone pratiche legate all’economia circolare e alla bioeconomia. 19/9/2018
Dopo i primi due lavori dedicati all’economia circolare, sulla diffusione delle conoscenze di base e il design adatto al riutilizzo dei prodotti, arriva il terzo rapporto dell’Agenzia per l’ambiente europea (Eea) sull’argomento. Con l’obiettivo di sostenere una politica comunitaria basata sulla circolarità, riducendo così le pressioni sull’ambiente dettate dagli stili di vita odierni, “The circular economy and the bioeconomy — Partners in sustainability” mette in mostra le sinergie presenti tra due settori: economia circolare e bioeconomia.
I due programmi, partendo dal presupposto che operano in aree simili, tra cui il settore dei rifiuti alimentari, della biomassa e dei prodotti biologici, potrebbero trarre maggiore vantaggio da legami più forti, in particolare in fase di progettazione di beni e infrastrutture.
La strategia per la bioeconomia, messa a punto dall’Unione europea nel 2012, pecca da questo punto di vista: manca un’idea basata sulla “seconda vita” del prodotto. Innovazione che può essere determinante per evitare gli impatti negativi su ecosistemi e collettività, dato che la bioeconomia interessa una grossa fetta del sistema economico europeo. Basti pensare che nel 2014 il 9% dell’occupazione e dei ricavi dipendevano dal settore, mentre la biomassa in circolazione era pari a un quarto dei flussi totali di materia. E in futuro ci si aspetta una crescente domanda di bio: dal cibo ai mangimi, fino ai biomateriali e le risorse bioenergetiche.
Per questo, sostiene lo studio, va garantita la sostenibilità del comparto in modo da evitare che tutto si traduca in uno sfruttamento (già ritenuto eccessivo) delle risorse naturali. Un cambio di passo potrebbe arrivare, per esempio, dai materiali in bioplastica (oggi rappresentano l’1% delle plastiche prodotte nell’Unione): vanno ripensati in modo che tutti siano biodegradabili.
Obiettivo principe di strategie e politiche comunitarie, deve essere quello di puntare all’aumento della durata di vita dei prodotti e dei materiali, riducendo così gli sprechi. Un’evoluzione che, oltre a rendere più virtuoso il settore, farebbe crescere di valore l’intera filiera.
Tra le linee guida l’Eea propone di incentivare l’economia circolare delle biomasse attraverso l’uso di bioraffinerie e delle stampe 3D.
Anche i consumatori, però, possono contribuire alla sostenibilità della bioeconomia, ad esempio mangiando meno proteine di origine animale e separando i rifiuti organici da altri flussi di rifiuti.
Infine, l'innovazione tecnologica dovrebbe essere incorporata in una visione di sistema più ampia, in grado di racchiudere tre elementi chiave per la circolarità: comportamento dei consumatori, uso dei prodotti e gestione dei rifiuti.
di Ivan Manzo