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Per rendere l’agricoltura sostenibile bisogna migliorare la gestione delle acque

La Fao indica cinque pilastri per raggiungere la sostenibilità nel settore agricolo. Fondamentale un buon uso della risorsa idrica, da sostenere con investimenti in infrastrutture verdi e mediante la tutela dei servizi ecosistemici. 1/2/2019

I sistemi di produzione alimentare sono in crisi per via delle pressioni subite dai cambiamenti climatici e dalla domanda di cibo che arriva dal mondo intero. Una pressione destinata ad aumentare costantemente, basti pensare che la popolazione globale passerà dagli attuali sette miliardi ai dieci miliardi di persone nel 2050.

Risulta necessario, dunque, trovare nuove soluzioni in grado di soddisfare le richieste della popolazione, rispettando al tempo stesso i vincoli posti dall’ambiente. 

È proprio quello che cerca di fare con i suoi lavori la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura che, con “Nature-Based Solutions for Agricultural Water Management and Food Security”, studio diffuso a dicembre, prova a fornire un nuovo approccio per la gestione dell’acqua nel comparto agroalimentare. 

L’acqua è un elemento fondamentale per la vita e per la produzione di beni alimentari, inoltre è una matrice importante per lo sviluppo economico e sociale di una nazione. La Fao stima che nei prossimi anni la domanda di acqua per scopi agricoli continuerà a rappresentare la principale richiesta da parte di molti Paesi e, per tutelare anche i benefici economici, occorre mettere in campo azioni diverse dal passato. 

Negli ultimi decenni, infatti, il sovrasfruttamento della risorsa ha generato diversi effetti negativi per gli ecosistemi planetari, ne sono un esempio l’inquinamento dei terreni, la salinizzazione e l’esaurimento dei nutrienti del suolo.

Per una corretta gestione dell’acqua in agricoltura, lo studio suggerisce l’uso delle nature-based solutions (Nbs): insieme di soluzioni alternative in grado di conservare lo stato di salute del capitale naturale, preservando la rigenerazione dei servizi ecosistemici. 

In sostanza, per raggiungere una piena sostenibilità, la Fao individua cinque azioni chiave, definite “pilastri”, su cui insistere nei prossimi anni: 

1. migliorare l’uso delle risorse, in particolare quelle idriche; 

2. intraprendere azioni volte alla conservazione e alla tutela della natura; 

3. garantire equità e benessere sociale nel settore agricolo; 

4. aumentare la capacità di resilienza dei nostri ecosistemi; 

5. garantire meccanismi di governance basati su trasparenza e responsabilità.

Infine, il rapporto descrive dei casi studio da cui si può già prendere esempio: i rendimenti idrici generati dagli investimenti in infrastrutture verdi in Sudafrica, l'uso dell’acqua per i pozzi in Nepal, e la ricostituzione delle falde acquifere in varie parti del Messico, grazie ad attività di riforestazione dei territori.

 

di Ivan Manzo

venerdì 1 febbraio 2019

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