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Alta sostenibilità: serve un piano al 2050 e capire come ridurre i consumi
Il problema demografico e la crescita dei consumi minano l’equilibrio ambientale. Se ne è discusso su Radio Radicale nella rubrica ASviS condotta da Manieri e Po, ospiti Paura, Rizzuto, Speroni. [VIDEO] 4/01/21
L’attuale popolazione mondiale, quasi otto miliardi di persone, consuma il 42% delle risorse in più rispetto a quelle che il capitale naturale è in grado di generare nel corso di un anno. A dicembre, durante due interventi all’università La Sapienza l’economista americano Jeffrey Sachs ha delineato una strategia in sei punti per costruire un mondo sostenibile e resiliente post 2030. Si tratta dell’accesso all’educazione, della digitalizzazione, delle smart cities, dell’assistenza sanitaria, dello spostamento deciso verso le energie rinnovabili, del passaggio a diete più sane, e dell’economia circolare.
Di questo si è discusso durante la puntata del 4 gennaio della rubrica ASviS “Alta Sostenibilità”, in onda su Radio Radicale e condotta da Valeria Manieri e Ruggero Po. Ospiti della puntata: Roberto Paura (presidente dell'Italian institute for the future), Eleonora Rizzuto (fondatrice e presidente dell’Associazione italiana per lo sviluppo dell'economia circolare, e coordinatrice del GdL ASviS sul Goal 12 dell'Agenda 2030), e Donato Speroni (referente del Segretariato ASviS nel Gruppo di lavoro sui Goal 7, energia pulita e accessibile, e 13, lotta contro il cambiamento climatico).
Ad aprire il dibattito è stato Donato Speroni, che prima ha posto l’attenzione su un tema demografico “importante, che investe soprattutto il continente africano. Si prevede infatti che gli africani saranno 2,5 miliardi nel 2050, anno in cui la popolazione mondiale toccherà quota 10 miliardi”, e poi si è interrogato su come “soddisfare i consumi di tutte queste persone combattendo la povertà estrema”. Speroni ha aggiunto che “sul piano internazionale non abbiamo uno scenario al 2050. Sappiamo come dovrà essere il mondo per rivelarsi sostenibile al 2030, ma non c’è un piano per il dopo, siamo veramente in un terreno inesplorato. Il fatto sicuro è che vivremo in un mondo diverso, molte cose stanno già cambiando. Pensiamo per esempio al car sharing e allo smart working, due fenomeni che potrebbero incidere su determinati settori economici. Se si vendono meno macchine, banalmente, anche il Pil subirà una contrazione. Ecco, la cosa importante è che questi costi non vengano pagati dalla parte più debole della popolazione, per questo bisogna tenere conto del processo di giusta transizione”.
Donato Speroni, referente del Segretariato ASviS nel Gruppo di lavoro sui Goal 7 e Goal 13
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - @Dospe ASviS: Sul piano internazionale non abbiamo uno scenario al 2050. Con l'#Agenda2030 sappiamo come dovrà essere il mondo per essere sostenibile al 2030, ma non c’è un piano per il dopo, siamo veramente in un terreno inesplorato.
— ASviS (@ASviSItalia) January 4, 2021
Eleonora Rizzuto si è soffermata su quanto detto da Sachs. “Per quanto riguarda i sei punti dell’economista, mi sento di voler fare riferimento anche alla parte sociale. Dobbiamo preoccuparci anche delle condizioni minime di sussistenza delle persone che si troveranno coinvolte nel processo di transizione. Non dimentichiamoci dei diritti umani”, ha dichiarato Rizzuto che infine ha ricordato l’importante ruolo del consumatore che “però va informato e sostenuto anche attraverso politiche di prezzi consistenti. Ma sappiamo che si può cambiare, e la pandemia ce lo ha fatto capire. Basti pensare allo smart working che, in breve tempo, ha rivoluzionato il nostro modo di lavorare rendendo anche le città un po’ più pulite. Serve equilibrio, cerchiamo di approfittare di questo momento per vedere come possiamo incidere sul futuro, anche in rapporto alla creazione di nuova occupazione”.
Eleonora Rizzuto, presidente di Aisec, Associazione italiana per lo sviluppo dell'economia circolare, e coordinatrice del Gdl ASvis sul Goal 12
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - @RizzutoEleonora @AISEC_Circolare: Dobbiamo preoccuparci anche delle condizioni minime di sussistenza delle persone che si troveranno coinvolte nel processo di transizione. Non dimentichiamoci dei diritti umani. Il consumatore va informato.
— ASviS (@ASviSItalia) January 4, 2021
Infine Roberto Paura ha parlato della difficile situazione in cui versano le risorse del Pianeta. “Da tempo si parla di un futuro dell’uomo nello spazio per riuscire a trovare le risorse che iniziano a scarseggiare sul Pianeta. Banalmente però non abbiamo le tecnologie per trasferirci su Marte, è sempre più difficile pensare alla fine del capitalismo che alla fine del mondo. Per quanto riguarda il fattore demografico, di solito quando parliamo di Pianeta di riserva è perché dagli anni ’70 si è iniziato a parlare di una crescita esponenziale della popolazione, ma adesso questa crescita, oltre a ridursi, risulta anche diseguale. Il problema della sostenibilità in questo momento non è il numero delle persone di una famiglia, possiamo fare tanti esempi in cui una singola persona che vive negli Stati Uniti consuma molto di più di una famiglia composta da otto persone che risiede in Nigeria. Per questo motivo oggi dobbiamo trovare il modo in cui le persone che vivono nei Paesi avanzati riducano i propri consumi”, ha ricordato Paura.
Roberto Paura, Presidente dell'Italian institute for the future
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - @RobertoPaura @institutefuture: Si parla di un futuro dell’uomo nello spazio per trovare nuove risorse. Però non abbiamo le tecnologie per trasferirci su Marte, è sempre più difficile pensare alla fine del capitalismo che alla fine del mondo.
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Vai all'archivio delle puntate di Alta sostenibilità, la trasmissione di ASviS a cura di Valeria Manieri, Ruggero Po ed Elis Viettone, in onda il lunedì dalle 12:30 alle 13:00 su Radio Radicale.
di Ivan Manzo