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Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile

Oltre tre miliardi di persone nel mondo dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento. Secondo gli ultimi dati 2021, risulta che di questo passo entro il 2050 avremo più plastica che pesci nei nostri mari. A fronte di una media europea del 77,8%, in Italia gli stock ittici sono sovrastruttati al 91,4%. 

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Sdsn: per la prima volta dal 2015 il mondo indietreggia sugli SDGs

Il Covid-19 ha invertito i progressi raggiunti sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile, soprattutto a causa dell’aumento di povertà e disoccupazione. Fondamentali per la ripresa forti politiche fiscali e cooperazione globale.  30/6/21

“La pandemia di Covid-19 ha creato non solo un'emergenza sanitaria globale, ma anche una crisi dello sviluppo sostenibile”. La crisi sanitaria ha avuto infatti un impatto su tutte e tre le dimensioni dello sviluppo sostenibile: economica, sociale e ambientale. È quanto affermato da Jeffrey Sachs, presidente dell'Sustainable development solutions network (Sdsn), ed emerso dal Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile 2021, uno degli strumenti più significativi in termini di monitoraggio degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs nell’acronimo inglese). Giunto alla sua sesta edizione, il report pubblicato il 14 giugno e prodotto dalla Bertelsmann Stiftung e da Sdsn, tiene conto di 165 Paesi e combina i dati e le analisi più aggiornate prodotte da enti internazionali, organizzazioni della società civile e istituti di ricerca.

Il progresso degli SDGs. Prima dello scoppio della pandemia, il mondo stava facendo significativi progressi, in particolare sull'SDG 1 (Sconfiggere la povertà) e sull'SDG 9 (Imprese, innovazione e infrastrutture). In merito a questi Obiettivi, specialmente l'Asia Orientale e Meridionale aveva registrato numerosi passi in avanti sull'indice degli SDG. Alla fine del 2018 la percentuale di persone che viveva in condizioni di estrema povertà era diminuita di 1,4 punti percentuale a livello globale e le statistiche prevedevano un calo al 6% entro il 2030.

L'impatto della pandemia sugli SDGs. Tuttavia, lo scoppio della pandemia ha portato a un'inversione di tendenza spingendo nel corso dell'ultimo anno circa 120 milioni di persone in condizioni di estrema povertà per lo più in Paesi a basso e medio reddito. La crisi sanitaria, inoltre, ha esacerbato l'insicurezza alimentare (SDG2) e ha causato un aumento significativo della disoccupazione (SDG 8) come conseguenza del rallentamento dell'attività economica e della recessione globale finanziaria. Alla fine di aprile 2021, nel mondo il numero di decessi legati al virus ha superato i tre milioni di unità con un forte impatto sull'SDG 3 e una relativa diminuzione dell'aspettativa di vita soprattutto tra i gruppi più vulnerabili e le comunità emarginate. La situazione globale ha portato, pertanto, a un calo del punteggio medio globale dell'indice SDGs per la prima volta dall'adozione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile nel 2015.

L'indice SDG 2021. Come già rilevato nei rapporti degli ultimi anni (2018, 2019 e 2020), Finlandia, Svezia e Danimarca sono in cima alla classifica. Su un punteggio complessivo di 100/100, l'indice della Finlandia corrisponde a 85,9, il che suggerisce che è, in media, a circa l'86% del cammino verso il miglior risultato possibile nei confronti dei 17 Obiettivi. L'Italia si colloca quest'anno al 26esimo posto con un punteggio di 78,8, mentre alla posizione numero 165 si trova la Repubblica Centro Africana con un indice pari a 38,3.

Paesi ad alto e basso reddito. Mentre i governi dei Paesi ad alto reddito hanno ottenuto considerevoli prestiti in risposta alla pandemia, quelli delle regioni in via di sviluppo a basso reddito (Lidcs) non sono stati in grado di farlo a causa della loro minore solvibilità di mercato. Per raggiungere gli SDGs, i LIDCs avranno bisogno di un significativo aumento dello spazio fiscale che richiederà una combinazione di politiche fiscali nazionali e globali. Nel complesso, l'SDG 9 (Industria, innovazione e infrastrutture) è l'obiettivo che mostra il più grande divario tra i primi e gli ultimi performer. Questo sottolinea a livello globale la necessità di accelerare la diffusione delle tecnologie e dell'innovazione.

Il focus sull'Europa e il Rapporto Eurostat. L'Unione europea negli ultimi cinque anni ha conseguito progressi apprezzabili. Tuttavia, anche in Europa le implicazioni legate alla crisi sanitaria hanno influenzato in maniera considerevole il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Una panoramica europea in merito all'avanzamento dei temi dell'Agenda 2030 ci viene offerta dall'ufficio statistico dell'Ue, l'Eurostat, che il 15 giugno ha pubblicato il Rapporto "Sustainable development in the European union — Monitoring report on progress towards the SDGs in an EU context". Questo Rapporto, giunto alla sua quinta edizione, si fonda su un set di 102 indicatori SDG che sono stati selezionati in base a diversi criteri di rilevanza europea. Tale set è allineato all'elenco di indicatori globali, ma non è del tutto identico: questo allo scopo di concentrarsi su questioni di maggior rilievo a livello europeo. Il monitoraggio fornisce una presentazione statistica a breve termine, vale a dire sulla base dei dati forniti negli ultimi cinque anni e, solo nel caso in cui vi siano informazioni sufficienti, offre un ulteriore confronto a lungo termine rispetto agli ultimi quindici anni.

I principali progressi europei. Secondo l'Eurostat, gli Obiettivi di sviluppo sostenibile che hanno ottenuto notevoli miglioramenti sono:

  • SDG 16 "Pace, giustizia e istituzioni solide": l'obiettivo rimane in cima alla classifica: la fiducia dei cittadini nelle istituzioni dell'Ue è cresciuta considerevolmente negli ultimi cinque anni.
  • SDG 1 "Sconfiggere la povertà": in Europa è aumentata la percentuale di persone in grado di soddisfare i propri bisogni di base e si sono assottigliati i problemi legati alla condizione abitativa. È opportuno specificare però che i dati non riflettono ancora i potenziali impatti della pandemia.
  • SDG 3 "Buona salute e benessere": le morti sul lavoro e quelle causate da incidenti stradali sono in diminuzione, così come i decessi legati a Hiv, tubercolosi ed epatite. Tuttavia, anche in questo caso gli indicatori non riflettono ancora le conseguenze del Covid-19.

Una panoramica dei progressi moderati in Ue. Nella maggior parte degli SDGs, gli sviluppi sono stati piuttosto contenuti. È il caso, ad esempio, di:

  • SDG 12 "Consumo e produzione responsabili": l'aumento della produttività energetica non riflette necessariamente modelli di consumo sostenibile delle risorse naturali. Il consumo di sostanze chimiche tossiche, tuttavia, è leggermente diminuito dal 2014 e il valore aggiunto lordo nel settore dei beni e servizi ambientali (Egss) è aumentato considerevolmente.
  • SDG 5 "Uguaglianza di genere": i guadagni orari delle donne stanno lentamente recuperando il ritardo rispetto a quello degli uomini e il divario occupazionale di genere si è ridotto rispetto al 2015. Tuttavia, la situazione di genere rimane ancora lontana da una condizione paritaria.
  • SDG 4 "Istruzione di qualità": l'Ue è sulla buona strada nei riguardi della partecipazione all'istruzione, mentre è ancora lontana in termini di risultati educativi e competenze acquisite.
  • SDG 10 "Riduzione delle disuguaglianze": se le disparità di reddito all'interno dei Paesi si sono ridotte fino al 2019, i dati a partire dal 2020 evidenziano un aumento del divario tra cittadini europei ed extraeuropei in termini di integrazione nel mercato del lavoro.

I progressi stabili e le valutazioni negative in Ue. In un solo caso, la valutazione complessiva degli indicatori non ha registrato cambiamenti significativi: si tratta dell'SDG 13 "Lotta contro il cambiamento climatico". Se da una parte l'intensità delle emissioni di gas serra in Europa è migliorata, l'acidità media degli oceani continua ad aumentare e nel 2019 ha raggiunto un massimo senza precedenti rispetto ai livelli preindustriali.

In alcuni casi, invece, gli obiettivi non hanno raggiunto l'incremento sperato. Il riferimento è a: 

  • SDG 15 "Vita sulla terra": lo stato degli ecosistemi e della biodiversità nell'Ue è insufficiente e gli impatti negativi dei modelli di consumo sono considerevoli.
  • SDG 7 "Energia pulita e accessibile": l'Ue non è attualmente sulla buona strada per raggiungere lo scopo di migliorare l'efficienza energetica del 32,5% entro il 2030.

Alla luce dei dati illustrati, entrambi i report evidenziano la necessità di accelerare i progressi verso la copertura sanitaria globale e l'accesso alle infrastrutture chiave, specialmente quelle digitali. Durante l'emergenza sanitaria, le tecnologie hanno giocato, infatti, un ruolo fondamentale sottolineando l'importanza dell'accesso universale ai servizi a banda larga come chiave per l'inclusione sociale, le opportunità economiche e la salute pubblica.

Un forte sistema multilaterale. Infine, il Rapporto sullo sviluppo sostenibile 2021 pone sull'accento sul fatto che le sfide globali, tra cui le pandemie, ma anche il cambiamento climatico e la crisi della biodiversità, richiedono un forte sistema multilaterale. “Nessun Paese da solo può prevenire, rispondere e riprendersi da questi shock globali. Ora più che mai, il sistema multilaterale deve essere sostenuto per lavorare efficacemente”. Rafforzare le risposte coordinate e la resilienza ai rischi critici sono capacità fondamentali per sostenere il decennio di azione per gli SDGs.

GUARDA ANCHE 'OLTRE LA CRISI', L'INTERVISTA A FERDINANDO NELLI FEROCI (IAI)

 

Scarica il Rapporto Sdsn

Scarica il Rapporto Eurostat

 

di Elisa Capobianco

mercoledì 30 giugno 2021

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