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VITA SOTT'ACQUA

Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile

Oltre tre miliardi di persone nel mondo dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento. Secondo gli ultimi dati 2021, risulta che di questo passo entro il 2050 avremo più plastica che pesci nei nostri mari. A fronte di una media europea del 77,8%, in Italia gli stock ittici sono sovrastruttati al 91,4%. 

Notizie

La biodiversità dell’oceano e l’epidemia

L'Ocse ha definito quattro aree di intervento per i governi che vogliono contribuire in modo permanente alla biodiversità e alla qualità dell'oceano. 9/10/20

L’Ocse ha studiato le connessioni tra la frenata nel consumo di risorse limitate sul pianeta dovuta alla scelta di contenere la pandemia con il lockdown e le condizioni della biodiversità nell’oceano. I miglioramenti che si osservano sono limitati e temporeanei. Il blocco del turismo e la limitazione dei viaggi contribuiscono sicuramente a questo risultato. Ma di certo non basta a ottenere un miglioramento duraturo.

Ma la crisi economica seguita come effetto collaterale alle scelte operate per contenere l’epidemia del Covid-19 ha convinto i governi a dotarsi di vaste risorse da investire: un modo intelligente per farlo è investirli avendo chiaro che cosa può essere fatto per la qualità dell’ambiente. Gli studi dell’Ocse sulla biodiversità marina, la pesca e l’allevamento dei pesci, le modificazioni delle cose, l’inquinamento di plastica, la cooperazione internazionale, la scienza e l’innovazione oceanica, la finanza per la sostenibilità mostrano che in un sistema complesso tutto è interdipendente e che le politiche da decidere e perseguire con vigore devono essere consapevoli e strategiche.

Ci sono quattro aree di intervento per i governi che vogliono contribuire in modo permanente alla biodiversità e alla qualità dell’oceano:

  • 1. Allineare i finanziamenti agli obiettivi di sostenibilità oceanica, cominciando dalla rimozione dei finanziamenti che hanno l’effetto opposto;
  • 2. Ripensare i modelli di business esistenti nel turismo, nei viaggi, nei consumi, nella produzione per avviarla verso l’economia circolare;
  • 3. Rafforzare gli investimenti in scienza e innovazione per l’oceano;
  • 4. Adottare un approccio olistico alla politica per l’oceano la cui complessità non si governa senza dedicare un’attenzione riformatrice all’artificiale divisione delle giurisdizioni e alla strutturale frammentazione delle responsabilità. L’immensità del problema richiede che tutti, nei governi e nelle organizzazioni sovranazionali, si muovano nella stessa direzione.

LEGGI

Building back bluer - Ocse

OECD work for a sustainable ocean - Ocse

 

di Luca De Biase

venerdì 9 ottobre 2020

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