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La protezione del suolo è essenziale per lo sviluppo sostenibile e il Green deal
Settimana 26.4-2.5. Sessione plenaria Parlamento - protezione del suolo, tassa sul digitale. Assicurare l’allineamento agli SDGs e al principio non nuocere all’ambiente nel nuovo processo legislativo partecipato dell’Ue. 03/05/21
Risoluzione del parlamento europeo sulla protezione del suolo
Nell’ultima sezione plenaria del 27-29 aprile il Parlamento europeo ha rilanciato l’attenzione sul tema della protezione del suolo.
Partendo dalle evidenze scientifiche, definisce il suolo quale ecosistema essenziale, complesso, multifunzionale e vitale di importanza cruciale sotto il profilo ambientale e socioeconomico, che svolge molte funzioni chiave e fornisce servizi vitali per l'esistenza umana e la sopravvivenza degli ecosistemi affinché le generazioni attuali e future possano soddisfare le proprie esigenze.
Descrive l’importanza fondamentale dei suoli nella regolazione del clima, costituendo gli stessi la più grande riserva di carbonio terrestre pari a circa 2500 gigatonnellate di carbonio, rispetto alle 800 gigatonnellate presenti nell'atmosfera e alle 560 gigatonnellate presenti nella flora e nella fauna.
Fondamentali dunque per la mitigazione dei cambiamenti climatici, i suoli assorbono il 25% dei gas serra, ma risulta che questo potenziale è in perdita poiché i suoli coltivati del mondo hanno perso tra il 50 e il 70% del loro stock di carbonio iniziale, sottolineando che l'uso non sostenibile dei terreni rilascia nell'atmosfera il carbonio che per secoli e millenni ha fatto parte dell'ecosistema del suolo.
Il suolo svolge un ruolo centrale come habitat e patrimonio genetico in quanto ospita il 25% della biodiversità mondiale, fornisce servizi ecosistemici fondamentali alle comunità locali e nel contesto globale, contribuisce a prevenire inondazioni e siccità svolgendo un ruolo vitale per il ciclo dell'acqua, in quanto suoli sani, con un livello di sostanza organica elevato, favoriscono maggiormente il sistema idrico e contribuiscono anche all’adattamento ai cambiamenti climatici.
Il Parlamento riporta il dato complessivo che circa il 60-70% dei suoli all'interno dell'Unione non è sano a causa delle attuali pratiche di gestione, e che un'ulteriore ma ancora incerta percentuale dei suoli non è sana a causa di problemi di inquinamento non precisamente quantificati. La Politica agricola comune (Pac) è risultata di fatto inefficace nel garantirne una buona gestione.
Tra gli altri aspetti di criticità si riporta il fenomeno dell’inquinamento da azoto (la cui applicazione all’80% nell’agricoltura si spreca e si libera nell’ambiente), che il 22% dei suoli europei è soggetto all’erosione dell’acqua e del vento, che circa il 25% dei terreni agricoli irrigati nella regione mediterranea è colpito dalla salinizzazione - con conseguente impatto sul potenziale agricolo, che i terreni di scavo costituiscono oltre 520 milioni di tonnellate di rifiuti (dati 2018) e che rappresentano di gran lunga la maggiore fonte di rifiuti prodotti nell’Ue, che potrebbero essere riutilizzati comunque in modo sicuro.
Evidenziando in sintesi che i principali fattori di degrado dei terreni e del suolo sono le pratiche agricole e forestali non sostenibili, l'espansione urbana e i cambiamenti climatici, il Parlamento europeo sottolinea la mancanza di un quadro giuridico dell'Ue per la protezione del suolo, a differenza di quanto invece sussiste per l’aria e per l’acqua, e che attualmente le norme attinenti derivano dalla protezione di altre risorse ambientali, in un sistema parziale e frammentato tra molti strumenti strategici privi di coordinamento e spesso non vincolanti a livello dell’Ue.
Ciò riduce di fatto l'efficacia degli incentivi e delle stesse misure esistenti e limita la capacità dell'Europa di realizzare la sua agenda e i suoi impegni internazionali connessi al clima, nonché in materia di ambiente e sviluppo sostenibile.
Il Parlamento invita pertanto la Commissione a elaborare un quadro giuridico comune a livello dell'Ue, per la protezione e l'uso sostenibile del suolo, che affronti tutte le gravi minacce per il suolo e comprenda, tra l'altro:
- definizioni comuni per quanto concerne il suolo, le sue funzioni e i criteri per il suo buono stato e uso sostenibile;
- obiettivi, indicatori, tra cui indicatori armonizzati, e una metodologia per monitorare costantemente lo stato del suolo e riferire in merito;
- obiettivi intermedi e finali misurabili con insiemi di dati armonizzati e misure per contrastare tutte le minacce individuate e tempistiche adeguate, tenendo conto delle migliori pratiche tratte dagli sforzi del ruolo di "pioniere" e rispettando i diritti di proprietà dei terreni;
- chiarimenti sulle responsabilità delle diverse parti interessate;
- un meccanismo per la condivisione delle migliori pratiche e la formazione, nonché adeguate misure di controllo;
- adeguate risorse finanziarie;
- un'efficace integrazione con i pertinenti obiettivi e strumenti strategici.
Il quadro comune dovrà anche considerare e coordinarsi con altre politiche, quali:
- disposizioni relative alla mappatura delle zone a rischio e dei siti contaminati, dismessi e abbandonati, nonché riguardo alla decontaminazione dei siti contaminati;
- misure efficaci in materia di prevenzione e/o riduzione al minimo dell'impermeabilizzazione del suolo e qualsiasi altro uso del suolo che influisce sulle sue prestazioni, dando priorità al riuso dei terreni e del suolo dismessi e al riuso dei siti abbandonati rispetto all'uso di terreni non impermeabilizzati,
- la protezione del suolo, il suo uso circolare e sostenibile e il suo ripristino dovranno essere integrati e resi coerenti in tutte le pertinenti politiche settoriali dell’Ue, evitando sovrapposizioni, incoerenze e incongruenze tra la legislazione e le politiche dell’Ue;
- misure per promuovere pratiche di lavorazione del terreno meno intensive che determinino una perturbazione del suolo minima, l'agricoltura biologica e l'uso di aggiunte di sostanza organica al suolo - promozione dell’agroecologia;
- incidenza dell’uso del suolo con ciclo dell’acqua, protezione e ripristino delle risorse idriche e adozione di un approccio integrato alle misure che forniscono protezione a entrambi questi mezzi ambientali;
- garantire coerenza tra la nuova strategia per la protezione del suolo e la futura strategia forestale dell’Ue, considerato che le foreste dell'Ue immagazzinano nei suoli una quantità di carbonio circa 2,5 volte superiore rispetto a quella della biomassa degli alberi;
- obiettivi di recupero dei materiali per i terreni di scavo nella revisione della direttiva quadro sui rifiuti;
- applicare in modo rigoroso adeguati standard zootecnici nell'allevamento di bestiame per ridurre in maniera significativa l'utilizzo di medicinali veterinari e la loro diffusione nei campi attraverso il letame e ad applicare rigorosamente la direttiva nitrati;
- misure normative volte a prevenire e mitigare l'inquinamento del suolo causato da sostanze chimiche;
- monitoraggio degli organismi presenti nel suolo e delle loro tendenze in termini di variazioni e volume - residui di pesticidi, valutazione quantità di carbonio immagazzinata nei suoli europei;
- integrazione con le politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici;
Riconoscendo il ruolo del suolo, in quanto principale pozzo terrestre di assorbimento del carbonio per il conseguimento degli obiettivi climatici al 2030 e al 2050, il Parlamento invita gli Stati membri a rafforzare il ripristino e l'uso sostenibile del suolo come strumento per la politica climatica nei loro piani nazionali per l'energia e il clima (Pniec) e, in particolare, nelle misure che si applicano ai settori dell'agricoltura e di uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura (Lulucf), e a preservare, ripristinare e migliorare i pozzi di assorbimento del carbonio (soprattutto nelle aree con terreni ricchi di carbonio, come le praterie e le torbiere), oltre ad adottare azioni volte a promuovere l'uso sostenibile del suolo nella politica agricola e a ridurre le emissioni agricole.
Invita inoltre la Commissione a fissare, nella prossima revisione del regolamento Lulucf, una data obiettivo entro la quale tutti i suoli agricoli debbano diventare pozzi netti di assorbimento del carbonio.
Il Parlamento accoglie con favore l'intenzione della Commissione di presentare una proposta legislativa relativa a un piano dell'Ue per il ripristino della natura nel 2021 nell’ambito della Strategia europea per la biodiversità al 2030, invita la stessa a includere obiettivi legati al ripristino dei suoli, inclusa la protezione e il ripristino delle coste. Esprime il suo sostegno all'iniziativa "Prendersi cura dei suoli per prendersi cura della vita", la missione inclusa nel programma Orizzonte Europa "Prodotti alimentari e salute del suolo” (cfr. rubrica Europa del 22.3.2021), avente l'obiettivo di garantire che il 75% dei suoli sia sano entro il 2030 perché lo siano anche alimenti, persone, natura e clima. Rileva positivamente l’inserimento del suolo nell’8° programma generale d’azione per l’ambiente 2021-2030 (cfr. rubrica Europa del 18.1.2021).
Infine, richiamando l’attenzione sui diversi impegni internazionali quali l’Agenda Onu 2030 e altri collegati quali le tre convenzioni quadro relative a clima, biodiversità, desertificazione, rimanda anche al programma delle Nazioni Unite sulla gestione sostenibile dell’azoto.
Evidenzia necessario che l’Ue svolga un ruolo pro-attivo nella protezione del suolo nella sua politica esterna, integrando nei capitoli sul commercio e sullo sviluppo sostenibile degli accordi commerciali, misure per affrontare il degrado del suolo importato da tali Paesi, ivi compreso il degrado causato dai biocarburanti con ripercussioni sull'ambiente, imponendo l'astensione dall'esportazione di suolo degradato. Invita a prendere in considerazione l'istituzione di una convenzione sul suolo in seno alle Nazioni Unite.
Risoluzione per la tassazione del digitale
Lo stesso 29 aprile 2021, il Parlamento ha adottato una risoluzione su tassazione del digitale: i negoziati Ocse, la residenza fiscale delle imprese digitali e una possibile imposta europea sui servizi digitali.
Il tema è inquadrato evidenziando che le imprese digitali dipendono in larga misura da attività immateriali per la creazione di contenuti, in particolare attraverso l'utilizzo e la monetizzazione dei dati degli utenti, e che tale creazione di valore non è quantificata dagli attuali sistemi fiscali, creando un'asimmetria tra il luogo dove avviene la creazione di valore e il luogo di tassazione. Ciò induce il rischio di un'erosione della base imponibile per gli Stati e il trasferimento degli utili.
Il Parlamento evidenzia nella risoluzione gli aspetti di accelerazione delle criticità del fenomeno sull’economia e sulle diseguaglianze, poiché le misure di confinamento in risposta alla pandemia di Covid-19 hanno accelerato ulteriormente la tendenza alla transizione verso un'economia basata sui servizi digitali, ponendo le imprese fisiche, e in particolare le piccole e medie imprese (Pmi), in una situazione di ulteriore svantaggio e creando ostacoli ai nuovi operatori locali.
Sottolinea la necessità di prendere in considerazione i potenziali ostacoli all'ingresso delle Pmi onde evitare di creare un settore digitale in cui siano presenti solo pochi grandi attori, oltre a constatare che il fenomeno determina lo spostamento dell’onere fiscale verso il cittadino medio, creando quindi maggiori disuguaglianze.
Il Parlamento valuta che un accordo multilaterale globale sia la soluzione preferibile e invita la Commissione e il Consiglio a intensificare il dialogo con la nuova amministrazione degli Stati Uniti riguardo alla strategia di imposizione fiscale del settore digitale al fine di trovare un approccio comune nell'ambito dei negoziati del quadro inclusivo dell’Ocse/G20 (avviato già dal 2015) prima di giugno 2021.
Ma l’accordo globale non è la sola via percorribile. Sottolineando che i governi devono riscuotere un livello senza precedenti di risorse per riprendersi dalla crisi della Covid-19 e che la mobilitazione delle entrate da settori con insufficiente tassazione può contribuire al finanziamento della ripresa, invita la Commissione a valutare l'introduzione di un’imposta temporanea sui servizi digitali dell'Ue quale primo passo necessario.
Evidenzia come l'introduzione di soluzioni nazionali a livello unilaterale possa generare un rischio di frammentazione e incertezza fiscale nel mercato unico e che dunque risulta urgente l'introduzione di una soluzione europea coordinata.
Si richiama infine l'accordo interistituzionale del 16 dicembre 2020 tra il Parlamento, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria, nonché su nuove risorse proprie, attendendo la presentazione entro giugno 2021 di una proposta legislativa relativa a un prelievo dell'Ue sul digitale come risorsa propria al fine della sua messa in atto entro il 1º gennaio 2023.
Ricorda che le risorse proprie basate sul prelievo dell'Ue sul digitale non devono essere formalmente destinate ad alcun programma o fondo specifico, in conformità del principio dell'universalità del bilancio; le stesse dovranno contribuire a coprire parte dei costi dei rimborsi dello strumento per la ripresa Next Generation Eu.
Altre risoluzioni dalla sessione plenaria 27-29 aprile
Nella stessa sessione plenaria, tra gli altri atti adottati si evidenziano le risoluzioni su certificato verde digitale - Cittadini dell'Unione e certificato verde digitale - Cittadini di Paesi terzi, per la circolazione delle cittadine/i per limitare la pandemia sulla base della proposte di regolamento presentate dalla Commissione sul passaporto anti-Covid 19 (cfr. rubrica Europa del 22.3.21) , sul meccanismo unionale di protezione civile, sulla garanzia europea per l'infanzia collegata alla strategia europea per i diritti dell’infanzia (presentata in questa rubrica il 29.3.2021), sui programmi di ricerca ambiente e azione per il clima (Life) 2021-2027 e su Orizzonte Europa .
La Commissione aggiorna il programma per “legiferare meglio”
Nella seduta del 29 aprile, la Commissione europea ha adottato la Com(2021) 219 legiferare meglio: unire le forze per elaborare migliori leggi, un programma aggiornato del processo legislativo europeo.
Valorizzando quanto già strutturato e messo in pratica nel corso degli anni, già riconosciuto dall’Ocse come il miglior sistema mondiale di elaborazione normativa, si propone di renderlo più efficiente e rispondente alle sfide del 21° secolo e alla stessa situazione emergente determinata dalla Covid-19.
I nuovi strumenti adottati e aggiornati dovranno assicurare che:
- il processo normativo contribuisca al raggiungimento degli SDGs e che sia allineato al principio non nuocere all’ambiente del Green deal europeo;
- sia attuata una semplificazione con la verifica della piattaforma fit for future lanciata a maggio 2020;
- si rispetti il criterio “uno dentro, uno fuori” (one in - one out) ovvero che ogni nuovo onere venga controbilanciato da una riduzione di carico e costi per le imprese;
- il processo normativo sia basato sulla raccolta di prove scientifiche di cui sarà data evidenza;
- gli istituti di partecipazione rappresentati in particolare dalla piattaforma have your say (lanciata nel 2017) siano semplificati e meglio pubblicizzati - sarà dato riscontro sull’utilizzo che sarà fatto dei contributi delle consultazioni;
- sia integrata la previsione strategica prendendo in considerazione i megatrend emergenti, come l'accelerazione del cambiamento tecnologico, l'iperconnettività e le tendenze demografiche significative e altri ancora, nonché utilizzate previsioni di scenari futuri per identificare possibili sviluppi in campi specifici;
- le valutazioni d’impatto delle normative proposte e le valutazioni d’adeguatezza della normativa esistente siano migliorate, e sia migliorata la qualità e la fruibilità delle attività di monitoraggio;
- si rispetti il criterio digital by default per supportare la transizione digitale;
- sia fatto affidamento sul Comitato per il controllo normativo per esaminare le valutazioni d'impatto, le valutazioni e i controlli di idoneità alla luce dell'approccio e della previsione "uno dentro, uno fuori”.
La Commissione si propone anche di concordare con il Parlamento europeo e il Consiglio l’istituzione di un portale legislativo congiunto, che consentirà a chiunque sia interessato al processo decisionale dell'Ue di trovare facilmente tutte le notizie a sostegno di una determinata iniziativa.
di Luigi Di Marco