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PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI

Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile

Nel 2021 l’aiuto allo sviluppo (Aps) è aumentato del 4,4% in rispetto al 2020, per via degli aiuti ai Paesi ricchi hanno fornito ai Paesi fragili per fronteggiare il Covid-19. Anche in Italia nel 2021 l’Aps è cresciuto dallo 0,22% allo 0,28%, ma si tratta in parte di “aiuto gonfiato” ovvero di risorse spese nei Paesi donatori e si è ancora molto lontani dall’obiettivo dello 0,70% del Reddito nazionale lordo (Rnl).

Dall'Onu il punto della situazione su pace, giustizia e inclusione

L’Obiettivo 16 dell’Agenda 2030 è in forte ritardo. Nel 2024 ogni 12 minuti una persona ha perso la vita in un conflitto armato. L’Europa mostra criticità nella fiducia istituzionale, l’Italia un’alta disaffezione politica. 7/10/25

martedì 7 ottobre 2025
Tempo di lettura: min

Pace, giustizia e istituzioni solide: tre pilastri che l’Agenda 2030 riconosce come indispensabili per costruire società più inclusive, resilienti e capaci di futuro. Eppure, a dieci anni dall’adozione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, il nuovo Global Progress Report on SDG16 pubblicato dall’Undp traccia un quadro allarmante. Non solo i progressi sono troppo lenti, ma in diversi casi si registrano regressioni che rischiano di compromettere gli equilibri democratici e sociali a livello globale.


Fig. 1 Numero di decessi legati ai conflitti armati

Conflitti e diritti violati

Nel 2023 oltre 2 miliardi di persone hanno vissuto in Paesi colpiti da conflitti armati. Nel 2024 ogni 12 minuti una persona ha perso la vita in un conflitto armato. Le vittime civili sono aumentate del 40% in un solo anno, con oltre 48mila morti. Le donne e i bambini pagano il prezzo più alto: nell’ultimo biennio più di 21mila donne e 17mila bambini sono stati uccisi, con aumenti rispettivamente del 258% e del 337% rispetto al biennio precedente. Non si tratta solo di numeri: sono la misura di società sempre più fragili, dove intere comunità vengono spezzate e la fiducia nelle istituzioni crolla.

Fig.2 Percentuali di difensori di diritti civili donna che sono stati uccisi nel 2024 per regione

 
Diritti e democrazia sotto pressione

Parallelamente ai conflitti, si rafforza l’erosione dei diritti civili e politici. Più del 40% degli Stati ha introdotto restrizioni alla libertà di stampa e alla partecipazione politica. Nel 2024 si sono registrati 502 casi di uccisioni e 123 sparizioni forzate tra giornalisti, sindacalisti e difensori dei diritti umani. In media, ogni 14 ore una persona impegnata nella tutela delle libertà fondamentali è stata assassinata o fatta sparire.


Corruzione e accesso alla giustizia

Il Rapporto evidenzia come la corruzione continui a rappresentare una piaga globale, con forti differenze regionali: in Africa Sub-sahariana, ad esempio, la prevalenza di esperienze di corruzione varia dal 5% di Mauritius all’80% della Repubblica Democratica del Congo. I settori più colpiti restano quelli della polizia e dei servizi pubblici. Sul fronte dell’accesso alla giustizia, emergono segnali contrastanti. Se da un lato solo dieci Paesi hanno iniziato a raccogliere dati sull’effettiva capacità delle cittadine e dei cittadini di ottenere giustizia civile, dall’altro questo nuovo indicatore è un passo importante verso sistemi legali più vicini alle esigenze delle persone.

Fig.3 Numero di bambini “invisibili”


Inclusione, fiducia e disuguaglianze

Meno della metà della popolazione mondiale si sente rappresentata dalle istituzioni e crede di avere voce nelle decisioni del proprio governo. Il divario di genere è evidente: solo il 26,5% delle donne percepisce di avere influenza politica, contro il 31,8% degli uomini. E se da un lato cresce il numero di Paesi che riconoscono per legge il diritto all’accesso all’informazione – 139 oggi, contro i soli 14 del 1990 – resta ancora lontano un livello uniforme di trasparenza e responsabilità. Anche i diritti delle bambine e dei bambini sono a rischio: negli ultimi cinque anni sono stati registrati alla nascita oltre 500 milioni di minori sotto i cinque anni, ma altri 150 milioni restano “invisibili”, privi di documenti legali e dunque esclusi da servizi essenziali come scuola e sanità.

L’Europa e l’Italia

Anche in Europa non mancano segnali di fragilità: diffusione della disinformazione, polarizzazione del dibattito pubblico e calo della fiducia nei governi alimentano incertezza e sfiducia. L’Italia è in una posizione intermedia: pur disponendo di un sistema giudiziario solido, il nostro Paese deve affrontare sfide legate all’efficienza dei tribunali, alla lotta alla corruzione e alla necessità di ricostruire un patto di fiducia tra cittadini e istituzioni. La disaffezione politica, testimoniata da livelli di astensione elettorale tra i più alti in Europa, riflette un distacco che rischia di indebolire la qualità della democrazia.

Un’agenda da rilanciare

L’Undp ribadisce che servono sistemi giudiziari più rapidi ed equi, protezione per giornalisti e attivisti, investimenti in istituzioni trasparenti, strumenti efficaci contro la disinformazione e un impegno costante per ridurre corruzione e disuguaglianze. Guardando avanti, il Rapporto invita a leggere il Goal 16 non come un obiettivo isolato, ma come un acceleratore di tutti gli altri. Senza istituzioni solide non c’è lotta al cambiamento climatico, senza giustizia non c’è equità economica, senza pace non c’è sviluppo sostenibile. Per l’Italia, per l’Europa e per il mondo intero la sfida è duplice: difendere i progressi già compiuti e rilanciare politiche innovative che garantiscano diritti, riducano le disuguaglianze e ricostruiscano la fiducia tra cittadini e istituzioni. Il 2030 si avvicina e con esso la consapevolezza che la sostenibilità non è solo ambientale o economica, ma profondamente democratica.

Scarica il Rapporto

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