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Alta sostenibilità: che cosa emerge dalla Conferenza sul futuro dell’Europa

Dalle 49 proposte del documento conclusivo arriva un esempio di democrazia partecipativa da portare avanti. Se ne è discusso su Radio Radicale nella rubrica ASviS condotta da Manieri e Viettone, ospiti Di Marco, Frassoni, Martinelli. [VIDEO]    16/5/22

La Conferenza sul futuro dell’Europa è stato un enorme esperimento di democrazia, quali i risultati di un anno di discussione tra cittadini e politica culminati con le 49 proposte scaturite da questo processo? Se ne è discusso durante la puntata di “Alta sostenibilità”, andata in onda su Radio Radicale il 16 maggio e condotta da Valeria Manieri ed Elis Viettone. Ospiti della trasmissione sono stati: Luigi Di Marco (curatore della rubrica ASviS sulle politiche europee), Monica Frassoni (Partito Verde europeo, presidente dell'Alleanza per il risparmio energetico), Alberto Martinelli (professore emerito di Scienza politica e sociologia all'Università degli studi di Milano).

Monica Frassoni, partito Verde europeo, presidente dell'Alleanza per il risparmio energetico 

“La Conferenza è stata un esercizio originale di democrazia, che però non è scevro da problemi”, ha ricordato in apertura Frassoni. “Tra le difficoltà incontrate cito soprattutto quelle che riguardano l’azione del Consiglio e il miscuglio istituzionale presente nell’iniziativa che ha rischiato di impedire il raggiungimento di un risultato positivo. Bene invece l’inserimento dei cittadini all’interno dei panel per discutere del processo di definizione delle sfide future e del funzionamento dell’Ue. Le 49 proposte avanzata dalla Conferenza sono in linea con un allargamento delle mansioni europee, e si focalizzano per esempio su azioni di contrasto al cambiamento climatico, apertura di nuovi canali legali di immigrazione, incremento delle competenze nei settori della salute e dell’istruzione, apertura dei processi di riforma. L’ultimo è di sicuro il punto politico più importante del momento e riguarda il fatto di eliminare il voto all’unanimità. L’aspetto da sottolineare è che queste 49 proposte sono tutte pro-europee”.

Luigi Di Marco, curatore della rubrica ASviS sulle politiche europee

Per Di Marco “le vere novità stanno nel quadro decisionale all’interno delle proposte per la democrazia europea. Proprio quelle che richiederanno la modifica dei trattati per diventare operative dalle prossime elezioni del 2024. Avendo già in mente quello che proponeva il Parlamento Ue, come ASviS in audizione avevamo chiesto maggiore efficacia dei processi democratici e rafforzamento delle istituzioni europee. Come detto, il tema più critico sarà quello dell’unanimità in Consiglio. Un altro punto dove c’è stato un riscontro positivo è quello relativo alla governance multilivello, per far sì che la voce dei territori e della società civile sia veicolata in maniera più forte nel processo legislativo. In parte ritroviamo nelle 49 proposte anche il nostro invito di una Carta costituzionale europea. Chiedevamo poi che l’Unione fosse consolidata nel quadro dello sviluppo sostenibile, su questo ci sono dei contenuti ma non è emerso un quadro così chiaro e netto da farci pensare che si stia andando versa questa direzione. Mancano poi due importanti aspetti: quelli legati al multilateralismo - come ASviS chiedevamo l’assunzione di una più forte leadership globale sullo sviluppo sostenibile da parte dell’Europa - e quelli legati alla finanza, manca un deciso coinvolgimento della Banca centrale europea nella lotta alla crisi climatica. È necessario andare oltre le contraddizioni, come il superamento dei flussi finanziari che non sono in linea con l’Accordo di Parigi”.

Alberto Martinelli, professore emerito di Scienza politica e Sociologia all'Università degli studi di Milano

Infine Martinelli ha espresso “un giudizio cautamente positivo sull’esito della Conferenza. Si è riuscita a portarla a termine in un periodo di grave crisi, e si è poi evitato il rischio che potesse essere vista come una sorta di legittimazione pseudo democratica di decisioni che in realtà venivano prese solo da rappresentanti dei vari organi europei. La partecipazione dunque c’è stata, anche se alcune proposte più innovative sono state alla fine accantonate. Le proposte sono una sorta di catalogo, c’è dentro tutto ciò che risulta più importante per la strategia europea, dove si sottolineano temi noti, come la transizione ecologica e quella digitale, e altri aspetti fondamentali, come l’autonomia strategica dell’Unione in settori chiave. Molto importante che ci sia anche un richiamo all’aumento sostanziale delle risorse fiscali proprie, quindi a un rafforzamento di quello che deve essere un bilancio federale. Bisogna continuare con questo metodo della democrazia deliberativa. Io credo che dobbiamo accettare l’idea di una Ue a più velocità, o anche a tre cerchi: quello più interno composto dagli Stati membri che devono continuare a usare lo strumento della cooperazione rafforzata; un secondo composto da Paesi a più recente ingresso che hanno una concezione europea soprattutto di tipo economica e che sono freddi sulla questione dell’integrazione politica, e che dunque possono essere aggirati soltanto utilizzando lo strumento della cooperazione rafforzata; un terzo che è dato dai Paesi che chiedono di entrare, che devono godere di tutti i vantaggi economici senza porre un veto nei voti all’unanimità, almeno nel breve. Bisogna accettare realisticamente questo scenario”. 

di Ivan Manzo

 

 

RIASCOLTA L’ULTIMA PUNTATA – Alta Sostenibilità - Il futuro dell'Europa e della democrazia deliberativa

Vai all'archivio delle puntate di Alta sostenibilità, la trasmissione di ASviS a cura di Valeria Manieri, Ruggero Po ed Elis Viettone, in onda il lunedì dalle 12:30 alle 13:00 su Radio Radicale.

lunedì 16 maggio 2022

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