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PARTNERSHIP PER GLI OBIETTIVI

Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile

Nel 2021 l’aiuto allo sviluppo (Aps) è aumentato del 4,4% in rispetto al 2020, per via degli aiuti ai Paesi ricchi hanno fornito ai Paesi fragili per fronteggiare il Covid-19. Anche in Italia nel 2021 l’Aps è cresciuto dallo 0,22% allo 0,28%, ma si tratta in parte di “aiuto gonfiato” ovvero di risorse spese nei Paesi donatori e si è ancora molto lontani dall’obiettivo dello 0,70% del Reddito nazionale lordo (Rnl).

Notizie

“Smart, fair and sustainable”: ecco la Pa secondo Jeffrey Sachs

"L'Italia può raggiungere gli Obiettivi dell'Agenda 2030", parola dell'economista direttore dell'Earth Institute, ma "E' necessario investire di più in Ricerca e Sviluppo e lavorare su istruzione, corruzione e disoccupazione".

Cosa può e deve fare la pubblica amministrazione per lo sviluppo sostenibile e il raggiungimento dell'Agenda 2030? Moltissimo, come ha spiegato Jeffrey Sachs, direttore del The Earth Institute e docente alla Columbia University, nella lectio magistralis, introdotta dal portavoce dell'ASviS, Enrico Giovannini, al Forum Pa 2017, a Roma dal 23 al 25 maggio.

Per l'economista, infatti, sono proprio le Pa a giocare un ruolo fondamentale per incrementare i servizi pubblici, garantire l'accesso alle cure, ridurre il tasso di disoccupazione, il disavanzo economico e potenziare i sistemi di welfare. Ma come raggiungere questi obiettivi per migliorare le vite dei cittadini? Le premesse da cui Jeffrey Sacks parte sono chiare, e purtroppo già note: sulla transizione verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), l’Italia occupa il 30esimo posto su 34 Paesi considerati, con 62,5 punti. Nonostante il nostro Paese registri un buon risultato su salute e benessere (Goal 3), per quanto riguarda l'istruzione abbiamo ancora pochi laureati rispetto agli altri (Goal 4) e anche sull'occupazione (Goal 8) il quadro è dei peggiori.

Un netto aumento dovrebbe riguardare gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, in cui l'Italia detiene ancora uno dei primati più negativi, investendovi appena l’1,3% del Pil, in contrasto con altri Stati quali Israele, Giappone, e Svezia, che hanno superato il 4%, mentre la media Ocse è di 2,5%.

E nemmeno felici, nonostante il Belpaese. Nella classifica “Ranking of Happiness 2014-2016” l'Italia si è classificata al 48esimo posto su 155 Paesi inclusi nello studio. I problemi maggiori secondo i cittadini sono il grado di fiducia sociale, la percezione della corruzione nel governo, il livello di diseguaglianza; anche qui la conferma arriva dall'indice di trasparenza, per cui l'Italia è al 60esimo posto su 176.

Le soluzioni delineate, dunque, partono da tre concetti: “smart, fair and sustainable”, riferendosi a prosperità economica, sostenibilità ambientale e giustizia sociale, e sottolineando come i tre ambiti siano strettamente collegati. Per essere prosperi bisogna agire intelligentemente, mentre per poter essere equi è necessario contrastare la tendenza dell'economia di mercato a generare e aumentare le diseguaglianze.

di Elis Viettone

venerdì 26 maggio 2017

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