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Agricultural Outlook: triplicare la produttività agricola per sconfiggere la fame
Nonostante produzione e consumo alimentare cresceranno dell’1,4% e del 1,1% nei prossimi 10 anni, gli sforzi non sono sufficienti per garantire la sostenibilità dei sistemi alimentari. Servono investimenti, innovazione e competenze. 8/7/22
Il settore agroalimentare globale deve affrontare sfide fondamentali nel prossimo decennio. In particolare, la necessità di nutrire in modo sostenibile una popolazione in continuo aumento, fronteggiando gli impatti della crisi climatica, le conseguenze economiche e le interruzioni nella catena di approvvigionamento alimentare dovute alla guerra in Ucraina. È quanto riporta il Rapporto “Agricultural Outlook 2022-2031” pubblicato in maniera congiunta il 29 giugno dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e dall'Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao).
Senza la pace in Ucraina, le sfide per la sicurezza alimentare continueranno a peggiorare, soprattutto per i più poveri”, ha affermato il segretario Generale dell'Ocse Mathias Cormann.
“L'aumento dei prezzi di cibo, fertilizzanti, mangimi e carburante, così come l'inasprimento delle condizioni finanziarie, stanno mettendo in difficoltà milioni di persone in tutto il mondo”, ha affermato il direttore Generale della Fao Qu Dongyu. “Si stima che circa 19 milioni di persone in più potrebbero affrontare la denutrizione cronica nel 2023, se Paesi come Russia e Ucraina riducessero le esportazioni di materie prime agricole”, ha concluso.
Crescono produzione e consumo agricolo. Le stime del Rapporto prevedono che il consumo alimentare globale aumenterà dell'1,4% annuo nei prossimi dieci anni, trainato principalmente dalla crescita della popolazione. La maggior parte della domanda di cibo arriverà dai Paesi a basso e medio reddito, mentre nei Paesi ad alto reddito sarà limitata dalla lenta crescita della popolazione e da una saturazione del consumo pro capite dei diversi alimenti. In questi Paesi, le crescenti preoccupazioni per la salute e l'ambiente si tradurranno in un calo del consumo pro capite di zucchero e una crescita lenta del consumo di proteine animali.
Al contrario, si prevede che i consumatori nei Paesi a reddito medio aumenteranno il consumo di cibo e la diversità delle loro diete, con quote crescenti di prodotti animali e grassi.
Nel prossimo decennio, continua il Rapporto, si prevede una crescita della produzione agricola globale dell'1,1% annuo. Aumento guidato principalmente dai Paesi a basso e medio reddito. Le prospettive presuppongono maggiori investimenti in tecnologia, infrastrutture e formazione, necessari per migliorare la produttività agricola. Tuttavia, sottolinea il documento, un aumento prolungato dei prezzi dell’energia e dei fattori legati alla produzione, come i fertilizzanti, porterà ad un aumento dei costi di produzione e una conseguente limitazione della produttività.
Migliora la gestione agricola, ma non le emissioni. La crescita della produzione agricola, continua il Rapporto, sarà guidata dagli investimenti volti a migliorare la gestione delle aziende agricole, la resa dei raccolti e la produttività degli animali. Il pollame, grazie alla redditività sostenuta e ai rapporti tra i prezzi della carne e dei mangimi, rappresenterà più della metà della crescita globale della produzione di carne. Anche la produzione mondiale di latte crescerà nel prossimo decennio, con India e Pakistan a guidare la crescita.
Di contro, sottolinea il Report, le prospettive evidenziano il contributo negativo dell'agricoltura al cambiamento climatico. Le emissioni dirette di gas serra del comparto agricolo aumenteranno del 6% nei prossimi dieci anni, con il bestiame che rappresenterà il 90% di questo aumento. Tuttavia, le emissioni agricole aumenteranno a un tasso inferiore rispetto alla produzione, grazie ai miglioramenti della resa e alla riduzione della quota di produzione derivante dai ruminanti.
La roadmap da seguire. Il commercio agricolo, conclude il Rapporto, è essenziale per garantire la sicurezza alimentare, la diversificazione delle diete e migliori redditi rurali in molte regioni del mondo. A livello globale, si prevede che il commercio delle principali materie prime agricole e dei prodotti trasformati crescerà in linea con la produzione. Alcune regioni, come ad esempio America Latina e Caraibi, Europa e Asia centrale, esporteranno una quota crescente della loro produzione interna, mentre altre, ad esempio l’Africa subsahariana, dovrebbero importare una quota crescente rispetto al loro consumi. Questa interdipendenza tra i partner commerciali sottolinea l'importanza di un sistema commerciale multilaterale ben funzionante, trasparente e regolamentato.
Le prospettive, continua il Rapporto, suggeriscono che seguendo un percorso “business as usual”, non riusciremo a centrare il Goal 2 “Sconfiggere la fame” entro il 2030. Per centrare l’Obiettivo mantenendo le emissioni agricole in linea con quanto previsto dall'Accordo di Parigi, sono necessari maggiori sforzi. La produttività agricola dovrebbe aumentare del 28% nel prossimo decennio, più del triplo rispetto all'aumento registrato negli ultimi dieci anni. La resa delle colture dovrebbe aumentare del 24%, il doppio rispetto agli ultimi dieci anni, e la produttività animale dovrebbe aumentare del 31%.
È necessaria un'azione globale per stimolare gli investimenti agricoli, favorire l'innovazione e consentire il trasferimento di conoscenze, tecnologie e competenze. in questo modo riusciremo a portare il settore agricolo sulla traiettoria giusta per una crescita sostenibile della produttività, favorendo la trasformazione verso sistemi alimentari sostenibili, capaci anche di ridurre la perdita e lo spreco di cibo, limitando l’apporto calorico e proteico in eccesso, in particolare di origine animale.
di Tommaso Tautonico