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Il report della Commissione Eat-Lancet per una dieta sostenibile
Come conciliare salute e sostenibilità nell’era dell’Antropocene? Le risposte si trovano nel rapporto pubblicato dalla rivista scientifica inglese The Lancet. 1/2/2019
Il cibo inteso come leva per ottimizzare la salute umana e la sostenibilità ambientale: è questo l’assunto da cui è partita la Commissione Eat-Lancet per elaborare “Food in the Anthropocene: the Eat-Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems”, uno studio interdisciplinare che propone le linee guida per una dieta universale nel rispetto del benessere del pianeta e dei suoi abitanti.
L'analisi mostra che, per mantenere i sistemi alimentari all’interno di uno spazio operativo sostenibile, è essenziale una combinazione di cambiamenti sostanziali verso importanti miglioramenti nelle pratiche di produzione e consumo alimentare. I sistemi alimentari hanno infatti impatti ambientali e sociali lungo tutta la catena di approvvigionamento, dalla produzione, alla trasformazione fino alla vendita dettaglio e al consumo.
L'intento degli esperti è stato quindi quello di identificare una serie di azioni necessarie e sufficienti da intraprendere a livello mondiale, con lo scopo di perseguire gli obiettivi dello sviluppo sostenibile:
- uno spostamento globale verso diete sane;
- migliori pratiche di produzione alimentare;
- la riduzione della perdita di cibo e dei rifiuti.
Lo studio si concentra dunque sui due punti cruciali del sistema alimentare globale: la produzione e il consumo, fattori che hanno un enorme impatto sulla stabilità climatica, la resilienza degli ecosistemi e la salute degli esseri umani.
Per quanto riguarda il primo punto, il rapporto esamina sei processi bio-geo-fisici, che vengono riconosciuti come parametri da considerare quando si valuta una produzione alimentare sostenibile: il cambiamento climatico, l’utilizzo di acqua dolce, il ciclo di azoto, il ciclo di fosforo e la perdita di biodiversità. Gli studiosi infatti delineano i confini che tale produzione dovrebbe rispettare al fine di evitare rischi catastrofici per il pianeta. Come si può evincere dalla tabella, ognuno di questi fattori presenta una variabile di controllo misurabile:
In merito al consumo, dalla ricerca emerge che diete ricche di vegetali e caratterizzate da un basso consumo di alimenti di origine animale possono essere definite “win-win”, ossia doppiamente benefiche sia per le persone che per il pianeta.
Nello specifico, questo regime alimentare universale prevede un raddoppiamento nel consumo di frutta, verdura, legumi e noci e una riduzione superiore al 50% nella produzione globale di cibi meno sani come zuccheri aggiunti e carne rossa. Ogni linea guida del rapporto in relazione al regime dietetico è adattabile allo stato di salute, al contesto sociale e ai bisogni della persona.
Inoltre il Rapporto propone cinque strategie per una trasformazione globale radicale del sistema alimentare:
- cercare l’impegno nazionale e internazionale per promuovere diete sane, intraprendendo campagne informative e investimenti in termini di educazione sulla salute, puntando sulla formazione dei produttori e dei consumatori;
- ri-orientare le priorità agricole verso una varietà di alimenti nutrienti che favoriscano la biodiversità, piuttosto che puntare a un aumento del volume solamente di alcune coltivazioni;
- intensificare la produzione sostenibile di cibo, attraverso miglioramenti nell’utilizzo dei fertilizzanti e dell’acqua, riciclando il fosforo e incrementando la biodiversità grazie ai sistemi agricoli;
- governance forti e coordinate per la salvaguardia di terre e oceani, che puntino a politiche di ripristino di ecosistemi degradati e rimboscamento di foreste ricche di specie. Inoltre, è necessario migliorare la gestione degli oceani di tutto il mondo per garantire che le attività di pesca non abbiano un impatto negativo sulla flora e la fauna marine, che gli stock ittici siano utilizzati in modo responsabile e che la produzione idrica globale venga ampliata in modo sostenibile;
- dimezzare gli sprechi alimentari in linea con gli SDGs, migliorando il sistema delle infrastrutture di raccolta, trasporto, trasformazione e imballaggio del cibo.
Gli esperti della commissione Eat-Lancet si dichiarano convinti che le misure proposte nello studio e l’adozione di una dieta universale per la salute planetaria non solo aiuterebbero ad evitare i rischi ecologici, ma sarebbero anche utili a prevenire circa 11 milioni di morti ogni anno. Sorprendentemente infatti regimi alimentari non salutari rappresentano un rischio molto più serio rispetto al consumo di alcol e droga.
Il cibo è quindi una questione determinante del 21esimo secolo: comprenderne il potenziale significa avvicinarsi al raggiungimento di un equilibrio naturale e sociale. Infatti, come dichiara il rapporto, se non verranno prese a breve decisioni per il miglioramento del sistema alimentare in ottica sostenibile “Il mondo rischia di non raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs) e l'accordo di Parigi, e i bambini di oggi erediteranno un pianeta che è stato gravemente degradato e dove gran parte della popolazione soffrirà sempre di più di malnutrizione e malattie”.
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Secondo Mealprepify, è possibile mangiare sano senza spendere troppo. Spesso si pensa che il consumo di alimenti salutari sia troppo costoso, orientando i consumatori verso piatti pronti che sono veloci, facili ed economici da preparare, ma al tempo stesso ricchi di zuccheri e grassi. Un articolo rivela quanto sia semplice mangiare sano senza spendere più del previsto.
Scarica il Report Food in Anthropocene
di Eleonora Angeloni