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SCONFIGGERE LA FAME

Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

Dal 2014 è tornato a crescere il numero di persone che nel mondo soffrono la fame, nel 2017 erano 821 milioni. In Italia dal 2010 al 2017 l’uso di pesticidi e diserbanti in agricoltura è diminuito del 20%, ma tra il 2016 e il 2017 è aumentato l’utilizzo di fertilizzanti.

Notizie

Global report on food crises: in aumento malnutrizione e insicurezza alimentare

Guerre, shock meteorologici e crisi economiche nel 2019 hanno portato 135 milioni a vivere in condizioni di crisi alimentare acuta. I Paesi più colpiti Yemen, Sud Sudan, Siria, Haiti, Venezuela, Sudan, Etiopia e Nigeria. 6/5/20


Sono 135 milioni le persone che, nel mondo, nel 2019 non hanno avuto un accesso regolare e sufficiente al cibo, vivendo in condizioni di crisi alimentare acuta. Un dato destinato a salire a causa della pandemia di Covid-19. A lanciare l’allarme è il quarto Global report on food crises (Grfc 2020),pubblicato il 21 aprile dall’alleanza internazionale Global network against food crises, fondata nel 2016 e composta da istituzioni pubbliche e organizzazioni internazionali, tra cui Fao, Unione europea e World food programme, con l’obiettivo di monitorare e affrontare le crisi alimentari mondiali.


Il dossier 2020 raccoglie i dati di 71 Paesi che hanno richiesto nel 2019 o nei precedenti tre anni aiuti umanitari ed economici per affrontare la crisi alimentare e registra il dato più allarmante degli ultimi quattro anni di rilevazioni.


“Il numero di persone che combattono la fame acuta e soffrono di malnutrizione è in aumento ancora una volta”, si legge nella prefazione a firma di António Guterres. “In molti luoghi, manca ancora la capacità di raccogliere dati affidabili e tempestivi per conoscere veramente la grandezza e la gravità delle crisi alimentari che attanagliano le popolazioni vulnerabili”, continua il segretario generale dell’Onu, che conclude con una call to action rivolta al mondo della politica: “Abbiamo gli strumenti e le conoscenze. Ciò di cui abbiamo bisogno sono la volontà politica e il costante impegno da parte dei leader e delle nazioni”.


Di 135 milioni di persone che soffrono di insicurezza alimentare, più della metà, 73 milioni, vive in Africa, 43 milioni vivono in Medio Oriente e in Asia, 18,5 milioni in America Latina e Caraibi e mezzo milione in Europa. Si stima, inoltre, che 75 milioni siano bambini, di cui 17 milioni sotto i cinque anni di età. Vivono in condizioni di privazione e malnutrizione alimentare, sanitaria e igienico-sanitaria.


I fattori chiave che acuiscono l’insicurezza alimentare, spiega il dossier, sono principalmente il conflitto armato, gli shock meteorologici e la crisi economica, che rendono difficile l'approvvigionamento del cibo, dell’acqua e dei beni di prima necessità, interrompono le catene di approvvigionamento e impediscono l’arrivo di aiuti internazionali.


Il conflitto è il driver principale della crisi alimentare in Medio Oriente, Asia e in Africa, dove si registrano anche frequenti disastri ambientali. La crescente influenza della crisi economica si osserva, invece, in Sud America e nei Caraibi, insieme a frequenti problemi politici.


Il documento evidenzia che 77 milioni di persone soffrono la fame in 22 Paesi a causa di guerre e conflitti; 34 milioni in 25 Paesi per eventi meteorologici e 24 milioni in 8 nazioni per crisi economica.


Tra i Paesi più colpiti dalla crisi alimentare nel 2019, il dossier indica Yemen, Sud Sudan, Nigeria, Venezuela, Haiti, Repubblica Democratica del Congo, Afghanistan e Siria, Etiopia e Nigeria del nord. Si tratta di Stati che, a causa della pandemia del Covid-19, vedranno inevitabilmente peggiorare le condizioni di vita dei propri cittadini nel 2020, se non si agisce tempestivamente.


Data la natura senza precedenti dell’attuale pandemia, il dossier raccomanda una raccolta accurata dei dati alimentari a livello globale, una migliore comprensione dei potenziali impatti del Covid-19 sulla popolazione mondiale, in particolare nei Paesi più fragili, e una rapida azione collettiva per anticipare l’impatto sulla sicurezza alimentare di milioni di persone.

 

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Il rapporto


La versione interattiva

 

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di Viola Brancatella

mercoledì 6 maggio 2020

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