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In Italia, gli infermieri sono 5,49 per mille abitanti, contro un valore medio del 9,42 per mille di Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna. Inoltre, si registra un incremento delle patologie dell’area psichiatrica e psicologica, tra le criticità accentuate dalla pandemia in Italia, che è nell’ordine del 25-30%. 

 

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Viviamo più a lungo e con più qualità, le donne meglio degli uomini

Aumenta la speranza di vita, che passa da 66,5 a 72 anni, mentre tra il 2000 e il 2016 l’aspettativa di una vita sana è cresciuta di cinque anni e mezzo. L’approccio all’assistenza sanitaria molto spesso fa la differenza. 23/4/2019

"Che si tratti di omicidi, incidenti stradali, suicidi, malattie cardiovascolari – in ogni caso, gli uomini stanno facendo peggio delle donne", ha affermato Richard Cibulskis, autore principale della World Health Statistics Overview 2019 dell'Organizzazione mondiale della sanità.

Nel 2019 si prevede nasceranno 141 milioni di bambini: 73 milioni di ragazzi e 68 milioni di ragazze. Sulla base dei recenti dati statistici legati ai rischi di mortalità, i ragazzi vivranno, in media, 69,8 anni e le ragazze 74,2 anni. La ridotta aspettativa di vita dei maschi rispetto alle femmine non è riconducibile ad una singola causa, ma molto spesso l’approccio all’assistenza sanitaria può fare la differenza.

Nei Paesi con epidemie di Hiv generalizzate, ad esempio, gli uomini hanno meno probabilità rispetto alle donne di sostenere un test dell'Hiv, meno probabilità di accedere a terapie antiretrovirali e più probabilità di morire a causa di malattie correlate all'Aids rispetto alle donne. Stesso principio per i malati di tubercolosi, con i pazienti maschi che hanno meno probabilità di cercare assistenza rispetto alle donne.

Nel 2016, i tassi di suicidio erano del 75% più alti negli uomini che nelle donne, i decessi per incidenti stradali erano più del doppio negli uomini e i tassi di mortalità maschile legati all'omicidio erano quattro volte superiori.
Delle 40 principali cause di morte, 33 contribuiscono maggiormente a ridurre l’aspettativa di vita nei maschi: ischemia cardiaca, incidenti stradali, tumori polmonari, ictus, cirrosi epatica, tubercolosi e cancro alla prostata sono le principali cause di morte per gli uomini, mentre cancro al seno, mortalità materna e cancro del collo dell'utero sono le cause più frequenti che riducono l'aspettativa di vita femminile.

Alcune delle differenze nei tassi di mortalità e speranza di vita sono di tipo biologico, ma molte altre sono legate alle differenze di genere, al tipo di occupazione e alle abitudini comportamentali.  Ad esempio, il matrimonio infantile aumenta i rischi legati alla gravidanza precoce tra le ragazze, mentre i tassi più alti di occupazione maschile nel settore dei trasporti espongono gli uomini ai rischi di incidenti stradali. Di contro, il rischio di morte per l’Alzheimer è maggiore nelle donne che negli uomini, semplicemente perché più donne sopravvivono all’età in cui la malattia si verifica più comunemente.

Il Rapporto indica che il divario della speranza di vita si assottiglia laddove le donne non hanno accesso ai servizi sanitari, con la mortalità materna che contribuisce "più di ogni altra causa" alla riduzione dell’aspettativa di vita femminile. "Ci sono differenze scioccanti nel rischio di morte materna tra Paesi ad alto reddito e Paesi a basso reddito", dichiara Samira Asma, direttore generale aggiunto per le statistiche dell'Oms. Nei Paesi a basso reddito la mortalità materna colpisce una donna su 41, rispetto ad una su 3.300 nei Paesi ad alto reddito.

Nei Paesi più poveri le persone vivono in media 18,1 anni in meno rispetto ai Paesi più ricchi e un bambino su 14 muore prima del quinto compleanno. "Queste statistiche sottolineano la necessità di dare priorità all'assistenza sanitaria di base nei Paesi più poveri" sottolinea Asma.

Complessivamente, evidenzia il Rapporto, negli ultimi anni sono migliorati 24 dei 43 indicatori Sdg relativi alla salute. Si registrano progressi nella riduzione del tasso di mortalità materna (Target 3.1), nel garantire l’accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva (Target 3.7), nell’eliminare tutte le forme di malnutrizione (Target 2.2).

Di contro, per cinque di questi 43 indicatori (mortalità da traffico stradale, bambini in sovrappeso, incidenza della malaria, consumo di alcol e accesso all’acqua) i dati registrano un’inversione di tendenza. Ma solo due indicatori sono sulla strada giusta per centrare il target al 2030: eliminare le morti evitabili di bambini sotto i cinque anni e il tasso di mortalità neonatale.

Il World Health Statistics Overview 2019 evidenzia alcuni risultati importanti ma, conclude, è necessario uno sforzo maggiore per comprendere quali fattori influenzano l’accesso ai servizi sanitari e condizionano i risultati. Sviluppare politiche e programmi sanitari che tengano conto delle differenze di genere, investire sulla raccolta dei dati favorendo la diffusione delle informazioni disaggregate e investire nella parità di genere in ambito sanitario e lavorativo sono le azioni, suggerite dal Rapporto, su cui investire nel prossimo futuro.

 

di Tommaso Tautonico

martedì 23 aprile 2019

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