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Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti

In Italia la dispersione scolastica passa dal 14,7% nel 2018 al 13,1% nel 2021, a fronte di una media Ue del 9,7%. Permangono divari di genere più forti che negli altri Paesi europei e allarmanti disparità sociali e territoriali con riferimento alla qualità degli apprendimenti.

Approfondimenti

L’importanza della cultura per la sostenibilità

Di Giulio Lo Iacono, coordinatore operativo ASviS

L’affermazione dello sviluppo sostenibile passa da un cambiamento culturale, a ogni livello. Il vettore 2 della nuova Snsvs punta a potenziare gli ambiti “educazione e formazione”, “informazione e comunicazione”.

21 giugno 2022

La visione integrata proposta dall’Agenda 2030 dell’Onu, oltre alle recenti vicende che stanno ridefinendo gli orizzonti globali di questi ultimi anni come la pandemia e la guerra in Ucraina, chiama tutti noi a una nuova responsabilità, a gestire una realtà complessa e profondamente cambiata rispetto al passato, in cui è necessario essere capaci di vedere e comprendere le strette interconnessioni tra la sfera economica, sociale, ambientale, culturale ed umana e di sviluppare una visione sistemica della realtà. In questo quadro, il vettore 2 della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (Snsvs) dedicato alla “Cultura per la sostenibilità ha l’obiettivo fondamentale di promuovere la cultura come fattore abilitante dello sviluppo umano e sostenibile, attraverso due ambiti di azione, strettamente interconnessi: educazione e formazione, informazione e comunicazione. In questa dimensione, la conoscenza deve essere considerata un bene comune, la cui salvaguardia richiede una responsabilità collettiva, per arrivare a nuove rappresentazioni comprensibili e condivise di questioni rilevanti per un nuovo paradigma dello sviluppo.

Per l’ambito educazione e formazione la sfida è quella di innovare e qualificare il sistema dell’educazione e i modelli educativi e di promuovere il processo di trasformazione delle conoscenze in competenze, nonché lo sviluppo di uno stile di vita sostenibile e la diffusione di una cultura fondata sui valori della pace, dell’equità, dell’inclusione sociale, della non violenza e della cittadinanza globale. Occorre ricomporre la frammentazione educativa e promuovere la formazione per lo sviluppo sostenibile lungo tutto l'arco della vita (lifelong learning) e in tutti i suoi ambiti (lifewide learning), attraverso l’apprendimento diffuso come pratica sociale e processo attivo e, aggiungo, misurabile. Questo si può realizzare attraverso un ripensamento dei luoghi e delle metodologie deputati all’apprendimento formale (scuola e università), includendo anche le modalità di apprendimento non formali (in ogni organismo che persegua scopi educativi e formativi) e informali (nelle situazioni di vita quotidiana, nel contesto di lavoro, familiare e del tempo libero), con le quali ci si relaziona quotidianamente. E qui troviamo la prima stretta connessione con gli ambiti di informazione e comunicazione. 

Formazione e informazione devono, in questo senso, trovare nuove forme di collaborazione e di alleanza, per offrire una visione integrata, che vada oltre i tradizionali silos didattici e giornalistici. In questo senso, il Piano d’azione nazionale per la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile (Pan pcsd) contribuisce all’attuazione della visione trasformativa proposta dal vettore 2 attraverso due principali direzioni di azione: verso la pubblica amministrazione e verso la società civile e gli attori non statali. Nel primo caso, prevede la realizzazione di programmi e moduli formativi, realizzati ed erogati attraverso la collaborazione tra diversi soggetti istituzionali, rivolti ai dipendenti pubblici della Pubblica Amministrazione a tutti i livelli. Nel secondo caso, promuove la creazione di ambienti di scambio e condivisione di expertise sulla sostenibilità, favorisce la trasparenza e il coinvolgimento nei processi decisionali e contribuisce alla formazione degli insegnanti sui temi della sostenibilità e sugli approcci metodologici trasversali, in particolare attraverso lo strumento dei Patti Educativi, con comunità educanti e sistemi formativi integrati. Supporta, inoltre, la creazione di ambiti di apprendimento che favoriscano l’incontro tra professionisti che operano nel pubblico, nel privato e nella società civile (es. corsi di aggiornamento continui per ordini professionali) per promuovere lo sviluppo di partenariati innovativi (ambito di azione specifico del vettore 3 della Snsvs).

La direzione da perseguire è quella di investire sul superamento del modello trasmissivo e sull’adozione di modelli aperti di didattica attiva ed esperienziale, in situazioni di apprendimento continuo, educando al pensiero critico e sistemico, alla creatività, alla transdisciplinarietà e alla capacità di agire per il cambiamento.

In altre parole, non si tratta più, quindi, solo di trasmettere nozioni e conoscenze, ma di fare in modo che esse risultino significative sul piano della formazione degli individui, trasformandosi nelle competenze (abilità, atteggiamenti e valori) necessarie per svolgere il ruolo di agenti del cambiamento. È quindi fondamentale che i percorsi formativi e informativi offrano conoscenze approfondite, ma anche strumenti che favoriscano un cambiamento dei comportamenti, utili a stimolare soluzioni innovative per riprogettare processi e prodotti in chiave sostenibile.

L’apprendimento continuo rappresenta, infatti, un fattore abilitante fondamentale anche nei contesti imprenditoriali e nel mondo del lavoro in generale, per poter rispondere in modo efficace ad un mercato in continua trasformazione, nonché per poter svolgere una cittadinanza attiva e responsabile, partecipando alla vita della propria comunità con idee, soluzioni e una capacità di visione ampia e sistemica degli obiettivi da raggiungere per uno sviluppo sostenibile, anche per far comprendere i benefici dello sviluppo sostenibile quando pienamente integrato nelle attività economiche.

Tutto questo non può avvenire senza un processo di coinvolgimento dei cittadini, dei diversi attori della società civile e di fasce sempre più ampie dell’opinione pubblica. Qui troviamo la centralità dell’ambito informazione e comunicazione. È assolutamente indispensabile promuovere la creazione di un linguaggio comune e condiviso, con l’obiettivo di costruire e sperimentare nuovi percorsi di narrazione sulla Snsvs, sviluppando una comunicazione efficace per diffondere una visione di futuro fondata sulla sostenibilità. Si tratta di presupposti necessari per diffondere la consapevolezza sui temi della sostenibilità e sugli strumenti per la sua attuazione, nonché per contribuire a rafforzare le relazioni e a praticare gli spazi di collaborazione sia tra le istituzioni, per il consolidamento e la piena funzionalità della governance per la sostenibilità, sia con la società civile e gli attori non statali, per favorirne il coinvolgimento attivo nei processi decisionali e di attuazione e valutazione delle politiche. 

In questo senso, il vettore 2 “cultura per la sostenibilità” ha una caratteristica, come gli altri vettori, di forte trasversalità, per integrare e sostenere il raggiungimento di tutti gli obiettivi della Strategia. In particolare, però, fare cultura per la sostenibilità corrisponde all’opportunità di offrire quadri interpretativi omogenei e narrazioni che sostengano la costruzione di visioni e politiche integrate; sottolineare la necessità di una base di conoscenza condivisa, aperta e accessibile, strumento per la trasparenza del processo decisionale, per il monitoraggio del processo di attuazione della Snsvs e precondizione per la partecipazione attiva degli attori coinvolti; sviluppare competenze trasversali e apprendimenti diffusi, permanenti, organizzativi e sociali; diffondere processi territorializzati e personalizzati, fortemente inclusivi, per superare le differenze territoriali e le fragilità sociali e personali; sensibilizzare le comunità locali a progetti “di cambiamento” che comportano un approccio trasparente da parte delle Istituzioni anche al fine di prevenire fenomeni spesso sterili di opposizione (es. sindrome Nimby (Not in my back yard); in questo senso, favorire anche processi innovazione dei modelli di governance territoriale che mettano al centro educazione, formazione, sensibilizzazione, comunicazione e conoscenza anche nei confronti delle autorità locali al fine di prevenire l’insorgenza di fenomeni quali il Nimto (Not in my terms of office).

In sintesi, l’affermazione dello sviluppo sostenibile e la sua integrazione nelle politiche, nella strategie del settore pubblico e privato, nelle priorità e nei comportamenti della società civile, delle cittadine e dei cittadini, passa necessariamente da un cambiamento culturale, che dovrà impegnare tutti noi a garantire il benessere e la crescita delle future e giovani generazioni, che da quest’anno - e ne siamo molto orgogliosi, come italiani – sono presenti nei principi fondamentali della nostra Costituzione.

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 

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