Approfondimenti
La Sustainable Development School diventa Community
Il modello formativo che adotta lo sviluppo sostenibile come paradigma di riferimento, ideato dalla Cooperativa Sociale Camelot e dall’Istituto Marcelline Tommaseo, si diffonde. Le nuove scuole che entrano a far parte della rete condividono partnership e best practice e promuovono iniziative congiunte per l’educazione allo sviluppo sostenibile.
Dicembre 2018
Trovando ispirazione nei due testi chiave, l’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, i ricercatori della Cooperativa Sociale Camelot di Milano in sinergia con l’Istituto Marcelline Tommaseo - scuola cattolica paritaria di Milano – hanno ideato un modello formativo rivolto alle scuole di ogni ordine e grado sul territorio nazionale e internazionale denominato “Sustainable Development School” allo scopo di promuovere l’educazione allo sviluppo sostenibile nell’ambito dell’Istruzione.
Nata nel 2017, la Sustainable Development School è, infatti, un modello di istruzione scolastica che adotta lo sviluppo sostenibile come paradigma di riferimento per promuovere processi di rigenerazione umana, sociale e culturale in tutte le sue azioni di gestione, di organizzazione, di progettazione didattica e di educazione.
Adotta una visione globale e un approccio concreto affinché ciascuno viva il suo compito come luogo di espressione personale e di cittadinanza attiva e responsabile.
Sceglie la progettazione condivisa e l’allargamento della partecipazione nei processi decisionali per costruire rapporti solidi e radici profonde, anche sul territorio, che facciano della scuola un autentico centro di produzione e di propulsione di cultura e di educazione.
In linea con la sua vision, l’Istituto Marcelline Tommaseo ha scelto per prima di abbracciare questo modello, per offrire ai suoi studenti un percorso di istruzione innovativo e concreto, capace di educare ad affrontare la complessità della realtà in modo cooperativo, attivo e responsabile, aprendo a una visione di progresso partecipato e solidale.
In breve tempo altre scuole hanno mostrato interesse per il modello. Infatti, per tutti coloro che riconoscono l’urgenza di conoscere e di saper affrontare le molteplici sfide a cui il mondo contemporaneo ci chiama, il cambiamento di prospettiva non può che cominciare dalla scuola, luogo di formazione per eccellenza delle nuove generazioni.
Dopo l’avvio della sperimentazione dell’Istituto Marcelline Tommaseo, la prima richiesta di conoscere più da vicino il modello è arrivata dall’Argentina. Un rete di istituzioni di Mar del Plata - tra cui il CegCen, centro studi dell’Università locale, e il Municipio -, attenta a promuovere programmi di sviluppo sostenibile su tutte le realtà territoriali, ha chiesto di poter aderire al modello e di promuoverlo in due scuole primarie municipali.
Poi è stata la volta di due scuole cattoliche paritarie di Mantova e di Castiglione delle Stiviere: la Istituti Redentore e il Collegio delle Vergini. Dopo aver aderito al modello, avviano ora il percorso di formazione che permetterà loro di cominciare a sperimentarlo nel settembre del 2019.
Le scuole che entrano a far parte della Community condividono partnership e best practice e promuovono iniziative congiunte per l’educazione allo sviluppo sostenibile.
La logica del network e della cura delle relazioni sono alla base di qualsiasi approccio voglia definirsi sostenibile. Per questo, il patrimonio di collaborazioni avviate con aziende, realtà istituzionali, fondazioni private e pubbliche, viene immediatamente messo a disposizione della rete di scuole che si avvicinano al modello. Lo sforzo richiesto agli aderenti è quello di ottimizzarlo per la costruzione di nuove complicità progettuali, allontanandosi dalla logica della semplice sponsorizzazione o del patrocinio.
Lo afferma il Goal 17 dell’Agenda 2030 quando nei sotto target 16 e 17 chiede di "Migliorare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile, integrato da partenariati multilaterali che mobilitino e condividano le conoscenze, le competenze, le tecnologie e le risorse finanziarie, per sostenere il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile in tutti i Paesi, in particolare i Paesi in via di sviluppo;” e di "Incoraggiare e promuovere efficaci partenariati tra soggetti pubblici, pubblico-privati e nella società civile, basandosi sull'esperienza e sulle strategie di accumulazione di risorse dei partenariati". È così che la logica delle reti si arricchisce di nuovi significati.
È molto bello veder crescere la Community della Sustainable Development School. È il nostro modo di prenderci cura dell’umanità e così contribuire alla promozione di un futuro sostenibile.
Pensiamo, infatti, che la forza del modello Sustainable Development School stia proprio nella sua capacità di rispondere ai bisogni educativi attuali più profondi. Non c’è territorio e situazione socio-economica che non debba avere a cuore il futuro delle nuove generazioni e non c’è realtà scolastica che, volendo rispondere con serietà e responsabilità al proprio compito, non debba avviare continui processi di cambiamento affinché i suoi studenti abbiano una formazione curata e adeguata alla realtà che vivono.