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In Italia la dispersione scolastica passa dal 14,7% nel 2018 al 13,1% nel 2021, a fronte di una media Ue del 9,7%. Permangono divari di genere più forti che negli altri Paesi europei e allarmanti disparità sociali e territoriali con riferimento alla qualità degli apprendimenti.

Approfondimenti

Sostenibilità e mercato del lavoro: la formazione dei nuovi profili professionali

di Stella Gubelli, docente incaricato di Programmazione e Controllo, Università Cattolica del Sacro Cuore e responsabile Area Consulenza di Altis, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica

L’ultimo decennio ha segnato una evoluzione del ruolo del Sustainability manager. Accanto a tale figura manageriale si affiancano, inoltre, figure specialistiche che, integrando competenze di sostenibilità, contribuiscono allo sviluppo, presidio e monitoraggio delle iniziative Csr.
4 luglio 2019

Se nella prima ricerca sul ruolo del Csr Manager, promossa nel 2008 dal Csr Manager Network, focalizzata sulle aziende quotate, emergeva la figura di un Csr manager, o unità di Csr, protagonista soprattutto nelle pratiche di rendicontazione e rating (nel 60,3% dei casi), possiamo affermare che oggi, a distanza di poco più di 10 anni, il Csr (o Sustainability) Manager ha guadagnato un ruolo strategico. Spesso a diretto riporto del vertice aziendale, il manager della sostenibilità, in costante dialogo con gli stakeholder, ha il ruolo di sollecitare il cambiamento e l’innovazione, in risposta alle istanze esterne. Presidia, quindi, il percorso strategico orientato alla sostenibilità e si fa promotore dell’attivazione di iniziative, di cui monitora i risultati.

Altis, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ormai da 16 anni forma la figura del Csr/Sustainability Manager attraverso il corso di Alta Formazione “Professione Sostenibilità e Csr”, percorso executive, primo nato in Italia, che affronta le tematiche di gestione aziendale utilizzando la lente della sostenibilità.

La partecipazione al corso Professione Sostenibilità e Csr consente di acquisire competenze che permettono di integrare la sostenibilità nella strategia aziendale e avvalersene per la crescita dell’impresa; porre le basi per lo sviluppo di un’unità organizzativa dedicata ai temi della Csr o il miglioramento dell’efficacia delle politiche esistenti; riqualificare la propria professionalità per promuovere le politiche di sostenibilità in azienda.

Il corso è articolato in sette moduli, ciascuno di due giornate, dedicati alle aree tipiche della gestione aziendale (Strategia, Accounting, Finanza e Risk management, Gestione delle risorse umane, Marketing, Gestione ambientale, Gestione della supply chain) declinati secondo la dimensione della sostenibilità.

Il corso prenderà il via a metà settembre, per concludersi a fine gennaio, secondo il calendario disponibile nella pagina “Programma e calendario” del sito del corso.

Se il Sustainability manager è la figura che promuove la declinazione della sostenibilità nelle strategie e politiche aziendali e si fa collettore delle iniziative sviluppate trasversalmente in azienda, al contempo, inizia a diffondersi la presenza di profili professionali che integrano competenze in materia di sostenibilità alle competenze tecniche richieste dalla specifica funzione, per lo sviluppo, presidio e monitoraggio delle iniziative Csr.

Ad esempio, nella funzione di Investor Relations si rende necessaria la presenza di competenze di elementi Esg per rispondere con maggiore efficacia alle richieste delle società di rating Esg; nella funzione amministrativa, la presenza di competenze di rendicontazione non finanziaria agevolerà l’implementazione del processo di non financial disclosure, sia esso di natura volontaria o previsto da normativa (D. Lgs 254/2016). Entrando nel merito delle competenze di controllo di gestione, le logiche della sostenibilità socio-ambientale richiedono alle imprese di valutare l’azienda in ottica multi-dimensionale, superando la priorità assegnata alla dimensione economico-finanziaria per recepire le istanze socio-ambientali. Si parla quindi di strumenti di controllo “bilanciati” perché prendono in considerazione le variabili economico-finanziarie ma anche sociali e ambientali.

Ancora, pensiamo alle figure dell’Energy manager, manager della Mobilità, Disability manager, Responsabile dell'economia circolare.

Venendo alla dimensione ambientale della sostenibilità, secondo i dati di una ricerca di Fondazione Symbola e di Unioncamere, GreenItaly 2017, in Italia sono quasi tre milioni gli occupati nella cosiddetta green economy, il 13,1% dell’occupazione complessiva. I green jobs sono «Figure professionali che incorporano per "definizione" competenze green, il cui lavoro, quindi, è direttamente finalizzato a produrre beni e servizi eco-sostenibili o a ridurre l'impatto ambientale dei processi produttivi (ad esempio, ingegneri energetici, tecnici del risparmio energetico, ecc.)»: dal bio-architetto al progettista di impianti solari, dal green copywriter all'eco-brand manager, dall’esperto di bonifiche al chimico ambientale.

Anticipando tali tendenze di mercato e in coerenza con la propria mission, Altis offre un’ampia offerta formativa, manageriale e specialistica, in cui la sostenibilità è elemento caratterizzante i diversi percorsi e al contempo fil rouge dell’offerta complessiva. Diversi di questi percorsi sono dedicati ai Millenials: secondo una recente ricerca di GreenBiz due giovani su tre non lavorerebbero per un’azienda che non abbia un forte impegno in campo ambientale e l’85% vorrebbe avere l’opportunità di farsi promotore del raggiungimento di obiettivi legati alla Csr. Giovani laureati e lavoratori che ambiscono, in sintesi, a rivestire in azienda ruoli che offrano la possibilità di contribuire al cambiamento in ottica sostenibile perché questo dà un senso al proprio lavoro.

Per maggiori informazioni sui percorsi formativi di Altis, Università Cattolica: https://altis.unicatt.it/

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti.

Aderenti

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