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In Italia la dispersione scolastica passa dal 14,7% nel 2018 al 13,1% nel 2021, a fronte di una media Ue del 9,7%. Permangono divari di genere più forti che negli altri Paesi europei e allarmanti disparità sociali e territoriali con riferimento alla qualità degli apprendimenti.

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Rischio povertà Ue: tre milioni di italiani al limite, dati peggiori solo in Grecia

L'obiettivo del programma Europa 2020 di far uscire almeno 20 milioni di persone da difficoltà economiche ed esclusione sociale è sempre più lontano, con un crescente aumento del tasso dei nuovi poveri tra il 2008 e il 2016, dice il Parlamento europeo.

La tendenza europea non è rassicurante ma a destare maggior preoccupazione sono Grecia e Italia, che registrano i peggiori risultati in ambito di lotta alla povertà e rischio di esclusione sociale tra il 2008 e il 2016. Se per l'Unione il dato sulla percentuale di cittadini in condizioni critiche di bisogno è infatti pericolosamente al 23,5%, rappresentando ben 118 milioni di persone, oltre 800mila in più rispetto al 2008, l'incremento del tasso italiano si è attestato a +4,4% con il 29,9% della popolazione a rischio, secondo solo alla penisola ellenica drammaticamente in cima alla classifica con un +7,5%, relativamente il 35,6% dei suoi cittadini.

Non deve ingannare però la percentuale relativa: in termini assoluti infatti è proprio l'Italia a contare il numero più consistente di nuovi poveri e sono oltre tre milioni gli italiani entrati nella pericolosa spirale; segue la Spagna con due milioni e la Grecia, con 700mila.

A pubblicare la nota "People at risk of poverty or social exclusion" è il Parlamento europeo che, attraverso le statistiche sintetizzate da Marco Ciucci, direttore generale per le politiche interne il gennaio 2018, ha voluto verificare, incrociando diversi indicatori dell'Eurostat, lo stato di attuazione del programma Europa 2020, adottato dal Consiglio europeo il 17 giugno 2010, giungendo a conclusioni poco confortanti.

L'obiettivo di portare fuori dal rischio povertà, da condizioni di serie deprivazioni o da aree con un alta incidenza della disoccupazione almeno 20 milioni di persone tra il 2008 e il 2020 sembra sfumare sempre di più, con la tendenza all'impoverimento che ha ricominciato a crescere invece che calare.

 

 

 

Insieme all'Italia, i Paesi che peggio hanno affrontato l'emergenza sociale sono stati Cipro, con un +4,4%, Lussemburgo +4,2, Spagna +4,1. Non tutti i Paesi hanno però assistito alla stessa crisi e da questo punto di vista la Nazione più virtuosa è stata la Polonia, con una percentuale negativa che indica quante persone sono uscite dalla povertà dell'8,6%, la Croazia -3,2%, la Romania -5,7%, la Bulgaria -4,4%. Le ultime due nonostante i visibili sforzi misurati, restano ancora le maglie nere d'Europa, con rispettivamente il 38,8% e 40,4% di cittadini in gravi difficoltà; insieme a loro la Lituania con il 30,1% e la Grecia con il 35,6%.

di Elis Viettone

Scarica la nota "People at risk of poverty or social exclusion"

giovedì 18 gennaio 2018

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