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Conclusa la 3a edizione della Scuola di Milano sulla sostenibilità delle città
Riqualificazione urbana, servizi innovativi e trasversali, hub di raccolta e riuso abiti, educazione alla sostenibilità: queste le principali proposte dei partecipanti per realizzare l’Agenda Onu 2030 nelle aree urbane. 29/4/22
Lanciata il 29 luglio 2021, si è chiusa venerdì 22 aprile la terza edizione della Scuola di Milano sul benessere e la sostenibilità delle città, il corso di formazione organizzato dall'ASviS, in collaborazione con Milano 2046, - laboratorio sul futuro promosso dalla Città metropolitana - con l’obiettivo di offrire una preparazione di alto profilo a rappresentanti delle amministrazioni locali, professionisti, docenti, esponenti della ricerca e della cittadinanza attiva, sulle politiche territoriali di sviluppo sostenibile con una visione focalizzata sul miglioramento del benessere complessivo delle persone.
La giornata conclusiva. Dopo un ciclo di 11 webinar online svoltisi tra ottobre 2021 e marzo 2022, la Scuola si è conclusa con un incontro in presenza, presso Palazzo Marino a Milano, introdotto dai saluti istituzionali di Lamberto Bertolè, assessore al welfare e alla salute del Comune di Milano: “Pandemia e guerra sono due shock molto diversi che impattano sulle nostre vite e sul nostro sistema. La differenza la fa il modo in cui i territori rispondono a questi shock. Le aree della città, i quartieri che sono capaci di costruire legami, di avere relazioni e coesione sociale sono luoghi che hanno retto molto di più e meglio l’impatto della pandemia. Laddove c’era frammentazione sociale, l’impatto è stato molto più alto. […] L’idea è costruire una comunità con gli allievi che sono passati da questa Scuola, con la costituzione di una comunità di pratiche per rispondere al rischio di cadere nel presentismo” ha affermato l’assessore.
La Scuola. Realizzata con la partecipazione degli otto atenei del territorio milanese - università degli studi di Milano, Milano Bicocca, Bocconi, Cattolica del Sacro Cuore, Humanitas, Iulm, Politecnico, università Vita e salute San Raffaele -, la Fondazione Eni Enrico Mattei e con il contributo di Edison, la Scuola ha approfondito alcune macroaree tematiche attinenti all’Agenda 2030 come: città e metropoli; Agenda urbana e Piano nazionale di ripresa e resilienza; progettazione; salute territoriale, inclusione sociale; ambiente e mobilità; servizi e comunicazione; alimentazione e sostenibilità; il lavoro e la città. Parallelamente allo svolgimento degli incontri digitali, i discenti, divisi in cinque gruppi, sono stati impegnati anche in una parte pratica di progettazione con il supporto di due tutor del Politecnico di Milano.
I progetti presentati. I circa 26 partecipanti - di cui 18 donne, tra docenti, consulenti, funzionari comunali, architetti e ingegneri - che hanno preso parte al percorso formativo, durante la giornata conclusiva, di fronte alla commissione di valutazione formata da Sergio Sorgi e Gianluca Bocchi di Milano 2046, Ilaria Caprioglio dell’ASviS e Davide Vaccari di Feem, hanno presentato cinque proposte progettuali elaborate dai rispettivi gruppi di lavoro.
La caratteristica che ha informato tutte le idee illustrate è stata quella di calare nella realtà locale, nel territorio, i principi e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, con visioni innovative attente al presente ma rivolte anche al futuro. Riqualificazione urbana, servizi innovativi e trasversali, hub di raccolta e riuso abiti ed educazione alla sostenibilità sono stati i temi al centro delle proposte progettuali. Tra i progetti si segnala, ad esempio,l’Atelier del riuso, uno spazio di raccolta e rimessa in circolo di abiti di seconda mano, pensato per rispondere in modo sostenibile al forte impatto che il settore tessile ha sull’ambiente e per favorire la redistribuzione dei capi a persone socialmente ed economicamente svantaggiate.
Un’altra proposta, tra quelle presentate, che mira a rendere la città più inclusiva e sostenibile è “Diamo spazio al tempo”, un progetto che si propone di aumentare la qualità del tempo libero degli abitanti del quartiere Rubattino della zona Est Milano, incrementando l’offerta di attività culturali inclusive e la nuova fruizione di aree verdi attrezzate. L’area infatti, relativamente recente, è frutto di una riconversione industriale e sta vivendo una rapida espansione da un punto di vista demografico e sociale, ma mancano alcuni servizi di comunità che facilitino l’autonomia delle fasce più deboli.
di Elita Viola