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In Italia la dispersione scolastica passa dal 14,7% nel 2018 al 13,1% nel 2021, a fronte di una media Ue del 9,7%. Permangono divari di genere più forti che negli altri Paesi europei e allarmanti disparità sociali e territoriali con riferimento alla qualità degli apprendimenti.

Notizie

La prima conferenza del T20 chiede a gran voce il ritorno del multilateralismo

Solo grazie alla cooperazione possiamo affrontare temi globali come la pandemia, il clima, le disuguaglianze, le migrazioni, l’accesso all’educazione. Necessario un nuovo approccio delle politiche. Gentiloni, Bonino e Sachs tra i partecipanti all’evento. 9/02/21

People, planet, prosperity, sono stati i temi al centro del dibattito durante le tre sessioni dell’8 febbraio della “T20 inception conference”, la prima conferenza del gruppo “T20” che, nell’ambito del summit tra le più grandi economie del mondo, ha il compito di fornire proposte al G20 per la risoluzione delle grandi sfide del nostro tempo.

Durante la giornata di lavori non è mancato il riferimento alla pandemia, evento che ha reso ancora più esplicita l’urgenza di trovare soluzioni comuni e condivise a molte sfide globali sovrapposte: dall'emergenza sanitaria al debito dei Paesi poveri, dal cambiamento climatico alle barriere al commercio internazionale, dalla transizione digitale all'aumento della povertà e della disuguaglianza.

People, planet, prosperity sono le priorità indicate dalla presidenza italiana per questo G20”, ha sottolineato Paolo Magri (National coordinator and Chair of T20 Italy; vicepresidente esecutivo, Ispi) in apertura, “abbiamo bisogno del ritorno del multilateralismo per affrontare questi temi, e un obiettivo del G20 deve essere quello dell’inclusività, il segretariato italiano opererà in questa direzione. Abbiamo poi bisogno di cambiare approccio alle politiche, e di assicurare continuità all’azione, sia tra Paesi del G20 che non”.

Durante il proprio intervento, Nathalie Tocci (co-Chair of T20 Italy; direttrice, Iai) e Marina Sereni (viceministra degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale) hanno ricordato come il 2021 rappresenti un anno determinante per il futuro del Pianeta.

Nonostante ci troviamo, infatti, a un anno di distanza dal lockdown imposto prima dalla Cina, e poi dall’Italia (secondo Paese ad averlo fatto nel mondo), siamo ancora in piena emergenza pandemica. La crisi del Covid-19 ha avuto devastanti impatti sull’economia e sul settore sanitario, e ha provocato un allargamento della forbice delle disuguaglianze.

In parallelo al G20, dieci diverse task force del T20 faranno proposte concrete su differenti temi, quali cooperazione, cambiamento climatico, trasformazione digitale, sistema sanitario, coesione sociale e finanza mondiale. “Abbiamo perso molti anni che dovevamo dedicare al progresso”, ha dichiarato Sereni, “c’è molto da fare. Dobbiamo assicurare la protezione dei più vulnerabili, come bambini, lavoratori precari, piccole e medie imprese, e contemporaneamente promuovere l’empowerment femminile, l’accesso all’educazione e garantire pari opportunità in tutti i Paesi. Insieme possiamo raggiungere i nostri obiettivi. In questo senso, un aiuto può arrivare dall’innovazione e dalla tecnologia”.

People

Moderato da Maria Cuffaro (Rai), il panel ha trattato diversi argomenti, tra cui le migrazioni, l’accesso all’educazione e il multilateralismo “nell’era di Biden”. In particolare, Tito Boeri (professore di Economia all’università Bocconi e già presidente dell’Inps) si è soffermato sull’importanza di investire nel settore educativo quale “il più importante elevatore sociale, necessario per offrire pari opportunità in giro per il mondo”. Durante la prima ondata pandemica circa 500 milioni di ragazzi non sono andati a scuola oppure hanno visto compromesso l’accesso a questo fondamentale diritto. “I governi del G20 dovrebbero fare il possibile per prevenire problemi legati a un’intera generazione, è un costo che non possiamo permetterci”.

Opportunità è un termine che spesso viene accostato anche ai flussi migratori, “un fenomeno che esiste dall’inizio dell’umanità”, ha ricordato la senatrice Emma Bonino: “Cosa dovrebbe fare il G20? I Paesi del G20 ospitano circa 160 milioni di migranti. Io penso che il problema sia parte della soluzione. In alcuni Paesi non siamo di fronte a una crisi dei rifugiati ma a una crisi politica dei rifugiati”. La questione delle migrazioni troppo spesso viene affrontata con superficialità, dimenticando però che si tratta di un fenomeno di tipo strutturale e per questo motivo servono decisioni adeguate per gestire l’enorme flusso di persone che si sposterà in futuro, in aumento anche per via del cambiamento climatico. Anche qui, per massimizzare i risultati, occorre cooperare. Ma cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova amministrazione americana guidata da Biden? Alla domanda, ha risposto James McGann (director, Think tanks and Civil societies program): “Credo che con Biden assisteremo a un gran ritorno del multilateralismo. Con la nuova presidenza molti temi, come il cambiamento climatico, diventeranno priorità per la sicurezza nazionale. Inoltre i diritti umani non saranno più messi in secondo piano”.

Planet

Energia, sistema alimentare e attuale modello di crescita, al centro del dibattito in questa seconda sessione di giornata, moderata da Sara Ravetto (Sky).

Secondo Alicia Bárcena (executive Secretary, economic commission for latin America and the Caribbean), sono sette i settori su cui puntare per decarbonizzare e rendere l’economia più inclusiva: transizione verso le rinnovabili, rivoluzione digitale, mobilità elettrica, bioeconomia, economia circolare, turismo sostenibile e sanità. “Per esempio, se si investisse appena l’1,35% del Pil mondiale ogni anno tra il 2020 e il 2032 nella transizione energetica, si potrebbero creare sette milioni di posti di lavoro e ridurre le emissioni del 30%”.

Sul tema dell’energia è intervenuto anche Fatih Birol (executive Director, International energy agency): “energia e clima sono due facce della stessa medaglia. Il settore energetico è responsabile di circa l’80% delle emissioni gas serra, ma sono fiducioso. Per prima cosa, perché molti Paesi hanno dichiarato di voler raggiungere l’obiettivo ‘emissioni nette zero’ al 2050, e molti altri si aggiungeranno, e poi perché crescono nel mondo gli incentivi e gli investimenti nel settore. A maggio, in ottica Cop 26 di Glasgow, pubblicheremo uno studio su come raggiungere la neutralità climatica al 2050”.

Per raggiungere gli obiettivi climatici, fondamentale però sarà l’uso del suolo e la riconversione sostenibile del sistema alimentare. A ricordarlo Jeffrey Sachs (Director, center for sustainable development, Columbia University) che, oltre ad aver fatto presente che bisogna arrestare urgentemente la perdita di biodiversità, ha sottolineato che “il sistema alimentare deve cambiare il proprio modello di produzione, rendendolo sostenibile. I governi devono introdurre nuovi tipi di politiche e tutti devono ambire alla neutralità climatica entro il 2050. Nel mondo abbiamo milioni di obesi e milioni di persone che muoiono di fame, tutto è interconnesso. Deforestazione, clima, energia. Europa, Cina, Stati Uniti: tutti devono cooperare per trovare soluzioni alle crisi che stiamo vivendo”.

Prosperity

L’ultimo panel, moderato da Silvia Sciorilli Borrelli (Financial Times), ha visto tra i protagonisti Paolo Gentiloni (Commissario europeo per l’economia). “Pandemia, cambiamento climatico, disuguaglianze, sono problemi che richiedono una risposta comune, e l’Italia si muoverà in questa direzione durante il G20”, ha dichiarato Gentiloni, “la prosperità mondiale è stata minata dalla crisi pandemica, il G20 ha un ruolo chiave per orientare il mondo nella direzione dell’inclusività, come anche previsto dai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile”. Infine, sul ruolo e sulle opportunità di business che si celano per le imprese dietro al processo di trasformazione, è intervenuta Emma Marcegaglia (Chair of B20 Italy): “Il 2021 deve essere l’anno della rinascita. Dalla pandemia dobbiamo imparare la lezione che solo insieme possiamo risolvere i problemi di cui oggi abbiamo discusso che, ricordo, erano comunque già ben presenti prima di Covid-19. Siamo d’accordo che c’è bisogno del multilateralismo e ci auguriamo che il Wto (World trade organization) venga riformato. L’innovazione può dare una grossa mano in chiave occupazionale, portare maggiore responsabilità aziendale e sostenibilità ambientale. Per raggiungere la neutralità climatica possiamo lavorare, per esempio, sull’istituzione di un meccanismo condiviso di carbon pricing globale”.

Guarda l’evento

 

di Ivan Manzo

martedì 9 febbraio 2021

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