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PARITÀ DI GENERE

Raggiungere l'uguaglianza di genere e l'empowerment (maggiore forza, autostima e consapevolezza) di tutte le donne e le ragazze

In Italia, solo il 16,2% delle laureate ha una laurea Stem (discipline scientifiche), contro il 37,3% degli uomini, nonostante un +5% delle iscrizioni femminili. Rimane al di sotto della media europea la padronanza di competenze digitali e finanziarie. Nell’Ue il 17% circa degli specialisti Ict (Information and communications technology) e un laureato Stem su tre è donna.

Notizie

Plan International lancia la strategia globale 2017-2022 verso gli SDGs

Il piano quinquennale dell’Ong si pone l’obiettivo di garantire a 100 milioni di bambine il diritto di imparare, condurre il cambiamento, decidere per se stesse e crescere lontano da violenza, discriminazione e paura.

Plan International è un’organizzazione umanitaria fondata nel 1937 che opera nel campo del sostegno all’infanzia, dedicando una particolare attenzione alle problematiche di genere. Nel documento “100 Million Reasons”, l’Ong delinea la propria strategia globale per i prossimi cinque anni, inserendola per la prima volta nel contesto della realizzazione dell’Agenda 2030. Il mondo, infatti, non potrà mantenere la promessa di non lasciare indietro nessuno senza agire sulle radici della marginalizzazione e dell’esclusione sociale dei bambini, e soprattutto delle bambine. L’ambizione principale dell’Organizzazione è quindi quella di realizzare l’eguaglianza di genere e difendere i diritti dei bambini che vivono in aree di crisi o in zone colpite da catastrofi naturali.

La strategia di Plan International si basa sull’osservazione di un mondo in cambiamento, dove sono molti i trend che incidono sulle condizioni delle bambine. È, innanzitutto, un mondo giovane: mai nella storia i ragazzi sotto i trent’anni sono stati così numerosi. E la metà vive in Paesi in via di sviluppo, dove gli ostacoli alla realizzazione del diritto all’educazione, alla salute e a una vita libera da violenza sono maggiori. È anche un mondo fragile, dove due miliardi di persone vivono in Paesi colpiti da conflitti o disastri naturali. Questi e altri motivi spingono gli individui alla migrazione, e sono soprattutto i giovani a muoversi alla ricerca di opportunità di lavoro o educazione. Il fenomeno dell’urbanizzazione, inoltre, si traduce in aumentata competizione per le risorse e per i posti di lavoro: così le città diventano luoghi che alimentano le disuguaglianze e amplificano i rischi per le bambine. L’Ong prende anche atto di un mondo dal crescente divario tra Paesi ricchi e Paesi in via di sviluppo, di un panorama geopolitico in cambiamento dove il potere si sposta dal nord-ovest al sud-est del pianeta, e di un quadro in cui la competizione per i finanziamenti allo sviluppo è in aumento.

In questo contesto, quasi mezzo miliardo di bambini vive in estrema povertà e circa 125 milioni non frequentano la scuola. Le bambine sono le più svantaggiate in ogni campo, che si tratti di educazione, salute, lavoro o vita familiare. Anche quando si verificano conflitti o disastri naturali muoiono mediamente più bambine, e un maggior numero di loro sono esposte al rischio di violenza sessuale rispetto ai coetanei di sesso maschile.

Il programma d’azione di Plan International mira a realizzare i diritti delle bambine a: 

  1. Imparare, garantendo a tutte l’accesso a un’educazione di qualità che possa conferire loro le competenze necessarie per avere una vita decorosa. Questo sarà possibile lavorando con le autorità locali per promuovere programmi educativi adeguati, migliorando le strutture scolastiche e realizzando collaborazioni con i governi e il settore privato per ampliare le opportunità lavorative.
  2. Condurre il cambiamento, permettendo alle giovani generazioni di determinare il proprio futuro e di esercitare maggiore influenza sulle decisioni che incideranno sulle loro vite. Tale risultato si realizzerà collaborando con le organizzazioni giovanili locali e coinvolgendo i bambini nelle iniziative volte a costruire comunità resilienti.
  3. Decidere, perché la discriminazione e la disuguaglianza di genere impediscono alle bambine di prendere decisioni riguardanti la propria vita o il proprio corpo. L’Ong si impegna a conseguire questo obiettivo lavorando con le istituzioni per promuovere programmi di educazione sessuale nelle scuole e sensibilizzando le comunità alle cause e alle conseguenze del matrimonio forzato.
  4. Crescere libere da violenze di genere, per poter condurre una vita priva di discriminazioni e di paura. Ciò si può realizzare promuovendo sistemi di protezione sociale più adeguati ed educando i genitori in alcune comunità a dare uguale valore ai figli e alle figlie.

Tra le principali sfide dei prossimi cinque anni, l’Organizzazione umanitaria identifica la necessità di aumentare le collaborazioni con le istituzioni e le comunità locali, di rafforzare il proprio sistema di finanziamento e di aumentare la trasparenza e l’efficienza nella gestione dei fondi.


di Lucilla Persichetti

 

domenica 29 gennaio 2017

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