Approfondimenti
"Le sostenibilità" di un gasdotto
La recente dichiarazione del Ministro Galletti a riguardo del metanodotto TAP (Trans Adriatic Pipeline) stimola alcune analisi sulle caratteristiche di sostenibilità di questo tipo di opere. A partire dalla sostenibilità di tipo energetico passando per la sostenibilità sociale ed economica, sono molteplici le variabili da considerare e da analizzare per l’introduzione di un nuovo gasdotto nel sistema energetico.
Aprile 2017
“La TAP è un’opera strategica per il nostro Paese, indispensabile per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico: un’infrastruttura di sviluppo sostenibile che punta su quel gas che la stessa Regione Puglia è impegnata a promuovere come alternativa alle fonti tradizionali”: così è intervenuto qualche settimana fa il Ministro Galletti in merito ad una delle opere più discusse del momento in Italia.
Se in prima battuta si rimane in qualche modo spiazzati dall’utilizzo dell’aggettivo “sostenibile” nell’ambito di un’infrastruttura energetica di tale portata, d’altro canto il punto di vista del Ministro stimola più di una riflessione sul concetto di sostenibilità applicato ai metanodotti e più in particolare al TAP, che si vorrebbe in questa sede utilizzare come caso di studio. L’analisi vorrebbe, senza alcuna pretesa di entrare nell’acceso dibattito tuttora in corso, descrivere le caratteristiche necessarie per poter far rientrare un metanodotto, con tutte le peculiarità di questo tipo di opera, in un contesto di sviluppo sostenibile.
La prima “tipologia” di sostenibilità che si vorrebbe qui analizzare è quella suggerita dalla dichiarazione del Ministro: una sostenibilità di tipo energetico, che riguarda in primo luogo la fonte energetica oggetto del trasporto e, in seconda battuta, la specifica opera. Il gas naturale è infatti riconosciuto come la fonte energetica di transizione per eccellenza, quella che consentirà di supportare il passaggio da un modello carbon-based ad un sistema carbon–free e che, per la sua versatilità, può essere declinata in diversi impieghi.
In questo contesto si colloca il riferimento del Ministro alla Regione Puglia, forte sostenitrice del processo di decarbonizzazione del territorio; si pensi ad esempio alla possibilità di riconversione a gas di parte dell’Ilva e della centrale a carbone di Cerano.
Premesso quanto sopra, sembra ragionevole considerare la messa in campo di infrastrutture dedicate a questa fonte d’energia e la manutenzione ed ottimizzazione dei gasdotti esistenti, fatte salve le considerazioni riportate di seguito.
Per analizzare i possibili benefici energetici legati all’introduzione nel modello di un nuovo gasdotto è indispensabile acquisire una vista più allargata a livello nazionale ed europeo e valutare la strategia energetica complessiva; non si può inoltre prescindere da un’analisi long-term dei fabbisogni oltre che dal valutare le interconnessioni della nuova infrastruttura con quelle già esistenti. A livello europeo uno dei temi chiave della strategia energetica in ambito di sostenibilità è la Security of Supply. Come dimostra l’intensa attività legislativa a riguardo, l’argomento è di importanza centrale ed ha acquisito ancora più rilevanza in seguito alle recenti crisi tra Russia e Ucraina. L’efficacia nella gestione della Security of Supply è tuttavia attualmente limitata dal fatto che ogni singolo Stato membro ha il diritto di determinare in modo assolutamente autonomo la propria strategia e quindi di organizzarsi in maniera del tutto indipendente. In questo modo, si perde la vista globale del problema, dissipando potenziali sinergie tra paesi. Una volta superata questa importante criticità, il reasoning sull’introduzione di un nuovo asset di trasporto nell’ambito di una strategia comunitaria può diventare un punto chiave del modello energetico.
Guardando ai bilanci energetici, se da un lato negli ultimi anni si è senz’altro registrato un calo della domanda gas, dall’altro non possiamo dimenticare i problemi di approvvigionamento con cui l’Europa dovrà prossimamente fare i conti: l’esaurimento delle riserve di gas del mare del Nord, i problemi legati al giacimento olandese di Groningen, la scadenza di diversi contratti di approvvigionamento long-term e le diffuse instabilità geopolitiche. Altrettanto non trascurabili sono eventuali necessità di supporto alla decarbonizzazione della Germania o, ad esempio, alla riduzione della quota di nucleare in Francia. In questo contesto, l’apertura di un nuovo corridoio energetico da Sud (con l’Italia in posizione strategica e privilegiata) non solo garantirebbe la sicurezza degli approvvigionamenti ma anche la diversificazione delle fonti. Ricordiamo a questo riguardo che il cosiddetto “Corridoio meridionale”, ovvero l’insieme di infrastrutture per il trasporto del gas dalle regioni del Mar Caspio e dal Medio Oriente verso l’Europa, è stato identificato dalla UE nella “Comunicazione sulle priorità per le infrastrutture energetiche per il 2020 e oltre” con l’obiettivo principale dichiarato di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti.
In aggiunta a quanto detto è importante precisare che la valutazione della sostenibilità di un gasdotto passa anche dalla sua connessione con altri progetti infrastrutturali. Nel caso specifico di TAP non si può non evidenziare l’allineamento in termini temporali con il progetto di Reverse Flow che entro la fine del 2018 collegherà l’Italia alla Francia e alla Germania attraverso la Svizzera in direzione Sud-Nord, e che faciliterà la connessione del nostro Paese ai più rilevanti mercati energetici europei.
Per concludere il tema della sostenibilità energetica, si ritiene opportuno interrogarsi su quale possa essere oggi una valida alternativa all’“asset gasdotto” per garantire l’approvvigionamento di volumi di gas e la flessibilità necessaria. In questa ottica, non bisogna sottovalutare il crescente ruolo dell’LNG (Liquified Natural Gas) ad integrazione dei sistemi di pipe: più versatile del tubo, il trasporto di gas via nave contribuisce infatti a dare maggiore sicurezza agli approvvigionamenti e ad ampliare il numero di paesi fornitori.
La sostenibilità ambientale rappresenta il secondo capitolo di questa breve analisi dedicata ai gasdotti.
Ogni opera umana porta con sé un impatto ambientale e causa delle interferenze più o meno significative con l’ecosistema.
Per quando riguarda i gasdotti, una delle fasi più importanti della valutazione di impatto ambientale del progetto riguarda la scelta del tracciato che dovrebbe chiaramente essere il meno invasivo possibile.
Gli aspetti da considerare sono molteplici, tra quelli strettamente di tipo ambientale troviamo:
- il rischio idro-geologico;
- l’impatto sulla fauna e flora marine e terrestri e le interferenze con aree protette;
- l’impatto sull’aria e sulle falde acquifere;
- il rispetto delle componenti culturali ed insediative.
Una volta identificato un percorso adatto, che tenga cioè in considerazione quanto sopra, può iniziare la fase di analisi della mitigazione degli impatti residui. In questo senso, è importante prevedere la messa in campo delle “best available technologies” che possano supportare sia la fase di costruzione del gasdotto stesso (tipicamente la più rischiosa) che quella di esercizio.
Nel caso TAP, la scelta del tracciato è stata a dir poco impegnativa (si pensi che le alternative di tracciato esaminate nell’analisi presentata nel 2014 erano ben 11) e tuttora la decisione dell’approdo del gasdotto a San Foca incontra forti pareri negativi soprattutto per tematiche di tipo ambientale e paesaggistico.
Per quanto concerne la messa in campo delle migliori pratiche, segnaliamo, a titolo di esempio e senza la pretesa di voler valutare la bontà di questa tecnica, l’utilizzo nel progetto TAP del “famoso” micro-tunnel che dovrebbe minimizzare le interferenze con la fascia litoranea.
Nell’ambito della sostenibilità ambientale si ritiene utile soffermarsi sulla sostenibilità a livello paesaggistico. La storia TAP ci ricorda che, nel 2014, il Ministero dei Beni Culturali ha espresso parere negativo rispetto al progetto, poi superato dall’inclusione di specifiche prescrizioni riguardanti la minimizzazione degli impatti sul paesaggio. Nella valutazione della fattibilità di queste opere è infatti necessario verificare l’impatto del metanodotto sugli elementi di valore paesaggistico dell’area interessata quali l’affinità delle strutture necessarie al progetto (es. nel caso di TAP del terminale di ricezione del gasdotto) con il resto del territorio circostante ed il rispetto degli elementi di valore artistico, ivi inclusi quelli di valore archeologico, storico ed architettonico. Questo aspetto risulta di particolare rilevanza in un Paese come l’Italia, ricco ad ogni sua latitudine di preziosità artistiche.
Le caratteristiche di sostenibilità ambientale del gasdotto vanno ad influire in modo abbastanza marcato sugli aspetti legati alla sua sostenibilità sociale. In questo senso si vuole in primis considerare l’impatto dei gasdotti sulla salute dell’uomo. Al momento non sono disponibili studi specifici su eventuali impatti di gasdotti sulla salute umana il che potrebbe dimostrare una maggiore compatibilità, rispetto ad altre grandi opere, di queste infrastrutture con l’ambiente circostante. Si ritiene tuttavia necessario segnalare la necessità di non sottovalutare la tematica e favorire la messa in atto di pratiche di monitoraggio costante e trasparente delle emissioni, del rumore, delle acque di falda, l’installazione di sistemi di protezione del tubo che possano minimizzare il rischio di corrosione (principale fattore di incidenti) ed il monitoraggio continuo, e possibilmente localizzato, del gasdotto a maggiore garanzia delle popolazioni locali.
Un altro punto di vista legato alla sostenibilità sociale riguarda l’impatto dell’opera sulle attività economiche locali. Tale impatto risulta spesso il più arduo da valutare perché difficilmente misurabile. Per quanto riguarda il caso del gasdotto pugliese, dal movimento NO-TAP arrivano diverse segnalazioni preoccupanti in relazione all’economia di aziende agricole che si trovano sul percorso del tubo, di impatti sull’attività di pesca e sul turismo (in particolare nell’area di San Basiglio). Se questo rischio potrà essere in parte mitigato e compensato dalla creazione di posti di lavoro legati alla realizzazione e alla gestione dell’opera e dalla tassa che TAP pagherà al comune di Melendugno, è importante assicurare la costanza dell’impegno ed il supporto alla popolazione anche e soprattutto su base long-term.
Introducendo il tema della sostenibilità economica non si può non affiancare al tema dell’impatto sulle economie locali anche la questione relativa al costo del metanodotto per tutti i consumatori. Nell’ambito di un’interrogazione parlamentare si è cosi recentemente espresso il Ministro Calenda a proposito di TAP: “Il gasdotto transadriatico è strategico per l’Italia perché contribuirà a ridurre i prezzi in bolletta [ ], sarà inserito dall’Autorità per l’energia nel calcolo della tariffa di trasporto che sarà pagata dalle società che importeranno il gas azero in Italia. Tutti i costi di trasporto dall’Azerbaigian all’Italia saranno pagati dalle società private. La diversificazione delle fonti e l’aumento dell’offerta creeranno una spinta concorrenziale che spingerà al ribasso i prezzi per gli utenti finali, le imprese e le famiglie”. L’entità di questi prezzi vantaggiosi in realtà non sembra ad oggi prevedibile a causa dell’elevato numero di variabili incerte ancora in gioco. Questo sembra essere l’esercizio più complicato ma anche più interessante per i consumatori.
Un’analisi strutturata e armonica di ciascuno dei mattoncini di sostenibilità, qui solo introdotti, dovrebbe diventare una prassi ogni qualvolta ci si accosti al progetto di un nuovo metanodotto; l’obiettivo è quello infatti di costruire una consapevolezza maggiore ed una cultura sostenibile attorno a queste opere e più in generale a tutte le infrastrutture a supporto delle fonti di energia selezionate per la transizione energetica già in corso.
In conclusione, ci permettiamo di segnalare la non recentissima collana di Snam Rete Gas intitolata “Sentieri Sostenibili”, un esperimento di descrizione dell’integrazione tra alcuni metanodotti e gli ecosistemi italiani, un punto di partenza, non certo di arrivo per iniziare ad esplorare un argomento così complesso ma altrettanto avvincente.