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Nel 2021, la quota di energia primaria da fonti rinnovabili a livello mondiale è arrivata al 13,5%, mentre la quota di produzione mondiale di energia elettrica rinnovabile al 25%. In Italia, al 2020, la media nazionale delle fonti rinnovabili sui consumi lordi finali ha raggiunto il 19%. La produzione elettrica rinnovabile registrata nel 2021 si è attestata al 36% (ma dovrà superare l'80% entro il 2030).

Approfondimenti

Il consenso sulla transizione passa dall’ascolto dei bisogni della società

di Giulia Colafrancesco, Senior analyst, Governance e giusta transizione, Ecco – il think tank italiano per il clima

Il think tank Ecco e Project tempo hanno avviato un’analisi su diversi Paesi europei, con l’obiettivo di fornire alla politica soluzioni per la transizione che partono dal consenso.

31 maggio 2024

Tra meno di una settimana le cittadine e i cittadini europei dovranno scegliere i rappresentanti del prossimo ciclo politico dell’Unione europea. Una legislatura che avrà il compito di riconciliare la dimensione sociale con quella politica, all’interno del percorso di transizione delle economie nazionali. La visione e le promesse dei candidati al Parlamento europeo dovranno necessariamente allinearsi alle aspettative di un elettorato che vuole capire, esplorare e riflettere sulle dinamiche messe in evidenza dalla transizione energetica.

Giovedì 30 maggio si è tenuto un importante momento di confronto con vari rappresentanti della società civile su “Politiche climatiche e sostenibilità sociale della transizione, il tema del consenso”. Il webinar, nel quale sono stati presentati i primi risultati delle ricerche condotte dal think tank Ecco e Project tempo, ha fornito chiavi di lettura alternative alla narrativa mainstream rispetto ai temi legati al clima e al loro impatto sulle elezioni europee, con l’obiettivo di elaborare una proposta politica che tenga conto delle sfide che i vari gruppi sociali incontrano all’interno del processo di transizione.

Se vogliamo rispettare gli obiettivi climatici di breve, medio e lungo periodo che, Italia e Europa si sono posti, la decarbonizzazione dovrà essere accelerata drasticamente. A tal fine, diventa fondamentale la tenuta del consenso dei gruppi sociali al processo di transizione. Tanto più che, proprio nei prossimi mesi, si andranno a delineare le questioni chiave che definiranno la prossima fase di politica europea, con le implicazioni a livello nazionale e locale che ne seguiranno.

 

Consapevolezza del rischio, carenza nell’azione

La dicotomia fra consenso e implementazione non è affatto scontata. A fronte di un generale supporto alla transizione energetica e di una profonda consapevolezza della necessità di intraprenderla (analisi Ecco), il 62% degli elettori a livello europeo (più Regno Unito), dichiara di percepire l’azione climatica come “troppo costosa” e il 58% dichiara un’incertezza nel voler investire maggiormente nella transizione o si oppone completamente (dati Project tempo). L’opposizione alla transizione è conseguenza di bisogni sociali non soddisfatti dalle politiche attuali, oppure da preconcetti o da strumentalizzazioni politico-mediatiche? L’incontro vuole essere il punto di partenza per fornire una risposta a questa domanda da offrire alla politica, affinché il legislatore abbia la consapevolezza e si responsabilizzi nel costruire una proposta di transizione basata sul consenso.

 

La ricerca Ecco-Project tempo in Italia, Germania, Francia e Polonia

La ricerca avviata da Ecco esamina le lacune e le connessioni fra i bisogni di diversi gruppi sociali e le politiche pubbliche sul clima, attingendo alle esperienze quotidiane delle persone in quattro paesi europei: Italia, Germania, Francia e Polonia. L’obiettivo è capire quali sono le tendenze attitudinali e le sfide al supporto pubblico delle politiche climatiche, in particolare per i settori del trasporto, dell’edilizia e del lavoro, partendo dai bisogni individuali. Lo studio di Project tempo si propone di indagare l’atteggiamento dell’elettorato (il focus della presentazione è stato sull’Italia) nei confronti delle politiche energetiche e climatiche, nonché dei loro valori. L’attenzione è rivolta a una popolazione definita “elettori dimenticati”, ovvero persone più inclini a cambiare le loro preferenze di voto, che non si sentono rappresentati dalle forze politiche attuali e che sono spesso in difficoltà economica.

Dal confronto con i partecipanti è emersa la presenza di un elettorato che può essere stimolato da soluzioni climatiche ambiziose, soprattutto per ciò che riguarda la transizione nel settore dei trasporti e dell’efficientamento degli edifici. Questi sono i settori dove si riscontra maggior consapevolezza rispetto ai cambiamenti necessari, sia per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, sia per rispondere a bisogni sociali legati alla salute, alla sicurezza, al rilancio economico e alla riduzione delle diseguaglianze. Tuttavia, come mostra un’analisi delle tendenze e del livello polarizzazione sulle narrative legate al clima nelle piattaforme digitali (condotto da un gruppo di ricerca dell’Università La Sapienza per Ecco), questi stimoli sono manipolati in particolari contesti e su particolari piattaforme di comunicazione e si traducono in un rigetto di interventi di decarbonizzazione specifici. Questo non ha minato la consapevolezza delle persone sulla necessità di intraprendere un percorso di transizione. Nonostante il livello di controversia sia elevato, l’analisi qualitativa mostra un’attesa di risposta che si articola: per l’elettorato di sinistra, nella capacità di dare regole per la collettività che guidino un percorso equo di decarbonizzazione e, per l’elettorato di destra, nella creazione di un nesso fra transizione, innovazione e crescita economica.

Si osserva uno scollamento più ampio fra il pacchetto europeo del Green deal e il dibattito nazionale sulla transizione. Questo, in particolar modo per il tema del lavoro, dove il nesso fra le politiche climatiche e le implicazioni per la trasformazione dell’occupazione sfugge completamente. La politica avrà il compito, ma anche l’opportunità di posizionarsi su questo tema, facendo da collante e da guida.

Tirando le somme, queste primissime valutazioni verranno approfondite, delineate e determinate nei prossimi mesi. Appare però già evidente la necessità di strumenti in grado di far emergere i bisogni delle persone rispetto alle voci di “disturbo”. Gli elettori sono esposti e influenzati da un rumore di fondo costruito attorno a determinate tematiche, quali ad esempio, la neutralità tecnologica, i limiti di velocità in città o i biocarburanti. Per contrastare tale rumore sarà importante valorizzare la consapevolezza delle persone rispetto alla necessità della transizione, attraverso strumenti come la tassonomia sociale o l’indice di adesione sociale al progetto di decarbonizzazione, per fornire risposte ai bisogni reali e conseguentemente aumentando il consenso.  

All’interno di questa riflessione sulla necessità di partire dai bisogni delle persone per delineare proposte politiche per la transizione, sarà necessario avviare un percorso fatto di formazione ed educazione, di comprensione, rassicurazione e semplificazione dei processi. Una proposta politica ambiziosa dal punto di vista della transizione deve nutrirsi di queste parole. Questo le garantirebbe il potenziale per generare quel consenso sociale necessario per rispettare gli obiettivi climatici e raggiungerli in modo equo e giusto.

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti.

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