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Piano europeo per ridurre del 15% il consumo di gas nei prossimi otto mesi
Settimana 18-24 luglio. Presentata la proposta di piano dell’Ue contro la minaccia d’interruzione della fornitura di gas russo. Approvazione dell’accordo di partenariato con l’Italia per la politica di coesione.
Ridurre del 15% il consumo di gas nell’Ue
Nel quadro delle azioni per la risposta alla crisi energetica conseguente all’invasione Russa in Ucraina e alla proposta di piano RepowerEu, la ricerca di fonti di approvvigionamento alternative al gas russo e agli obiettivi di stoccaggio del gas, il 20 luglio la Commissione europea ha presentato una proposta di piano “risparmiare energia per un inverno in sicurezza” perseguendo l’obiettivo di ridurre del 15% in ciascuno Stato membro i consumi di gas nel periodo 1 agosto 2022-31 marzo 2023, rispetto alla media del quinquennio 2017-2021.
Nella conferenza stampa di presentazione del piano, la Presidente von der Leyen ha motivato: perché 15%? Si tratta dell'equivalente di 45 bcm di gas. Con una riduzione di questo tipo, possiamo superare in sicurezza questo inverno in caso di interruzione totale del gas russo. Questo calcolo è stato fatto sulla base di alcune ipotesi. Ma questo ci porterebbe, se risparmiamo il 15% sullo stoccaggio, a superare l'inverno in sicurezza. E il motto è: Più agiamo in fretta, più risparmiamo, più siamo al sicuro.
La Presidente ha evidenziato che il piano punta sul risparmio e sulla solidarietà dei 27 Stati dell’Ue. Poiché alcuni Stati membri sono più esposti di altri dalla dipendenza dal gas russo, il piano prevede la condivisione del gas disponibile da parte di chi ha maggiori disponibilità con i Paesi vicini in caso di necessità.
Gli interventi dei Commissari Timmermans, Simson e Breton hanno confermato la necessità di assumere queste misure emergenziali per rispondere all’utilizzo da parte di Putin dell’interruzione della fornitura di gas come arma per destabilizzare l’economia l’Ue e la coesione tra gli Stati membri.
Come precisa la proposta di Piano, il gas sostituito con altri combustibili e l'energia risparmiata da tutti gli utenti durante l'estate è energia che ci aiuterà ad affrontare l’inverno. Agire congiuntamente ora è meno dannoso e costoso, facilita la solidarietà ed evita la necessità di azioni non pianificate e non coordinate in seguito, in una possibile situazione di crisi con riserve di gas in esaurimento.
La priorità è data alle misure di risparmio già incluse nel pacchetto RePowerEu, in particolare riducendo riscaldamento/raffrescamento e uso dell’acqua calda negli edifici. La Commissione evidenzia come sistemi di tariffazione bonus-malus ben concepiti possono anche favorire cambiamenti comportamentali e risparmi rafforzativi delle sole scelte volontarie. Le autorità pubbliche devono dare l’esempio nella gestione del proprio parco immobiliare.
Anche la riduzione di consumo elettrico, prodotta da un mix energetico che include il gas, contribuisce al conseguimento del risultato complessivo.
Oltre al risparmio, la Commissione indica ancora la sostituzione del gas con fonti pulite e con il ricorso a fonti a maggiore intensità di carbonio, come il gasolio o il carbone, precisando che il ricorso in questo caso può essere consentito solo in via temporanea con le necessarie clausole di salvaguardia ambientale, verificata l’impossibilità di adottare soluzioni più pulite.
Per l’industria, come stabilito anche nel quadro di crisi temporaneo per gli aiuti di Stato appena aggiornato, le norme dell'Ue in materia di aiuti di Stato consentono agli Stati membri di incentivare riduzioni volontarie della domanda di gas, a determinate condizioni, ad esempio incentivando il passaggio a fonti energetiche più pulite.
In allegato alla Comunicazione è presente il Piano europeo di riduzione della domanda che fornisce agli Stati membri le linee guida per rivedere e migliorare il loro ordine di priorità utilizzando principi e criteri comuni, in modo da coordinare e minimizzare l'impatto socio-economico, considerando il contesto più ampio dell’Ue e la prospettiva della solidarietà tra Stati membri.
La Commissione precisa che in caso di riduzione degli approvvigionamenti mirata, sarà fondamentale mitigarne l'impatto socioeconomico e che potrebbe anche essere necessario stabilire un prezzo amministrativo per il gas per coprire il periodo di emergenza.
Il piano include una proposta di regolamento del Consiglio con lo scopo di definire un quadro di governance per consentire un'azione efficace contro il rischio di squilibrio tra domanda e offerta nel mercato europeo del gas. Pertanto, in una prima fase gli Stati membri hanno la possibilità di attuare le riduzioni necessarie su base volontaria; ma se la situazione dovesse peggiorare e si rendesse necessario attivare lo stato di emergenza a livello di Ue, con i criteri definiti nella proposta di regolamento verrebbe attuato un obiettivo vincolante di riduzione della domanda di gas.
Adottato l’accordo di partenariato tra la Commissione europea e l’Italia per la politica di coesione
La Commissione ha approvato il 19 luglio l’accordo di partenariato con l’Italia per la politica di coesione, mettendo a disposizione 42,7 miliardi di euro. Il piano complessivo cofinanziato dall’Italia è per un ammontare complessivo di 75 miliardi e stabilisce le priorità di investimento concordate per la transizione verde e digitale dell'Italia, sostenendo nel contempo le aree territoriali più fragili a livello socioeconomico e i gruppi vulnerabili.
L'accordo di partenariato per l'Italia contempla 49 programmi (11 programmi nazionali e 38 programmi regionali) e 19 programmi Interreg relativi alla cooperazione territoriale.
Da attuare entro il 2027, richiamando nelle premesse l’impegno per la stessa Agenda Onu 2030, gli investimenti previsti contribuiscono all’attuazione del Green Deal europeo, del piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali, del decennio digitale europeo, e sono pianificati in stretto coordinamento e a integrazione degli obiettivi dello stesso Piano nazionale per la ripresa e la resilienza.
Oltre 30 miliardi di euro stanziati a titolo del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e del Fondo sociale europeo Plus (Fse+) saranno assegnati alle regioni meno sviluppate dell'Italia meridionale al fine di ridurre le diseguaglianze territoriali nelle opportunità economiche, nell’occupazione, istruzione e sanità.
Oltre 8,7 miliardi di euro del Fesr saranno destinati a investimenti nella transizione energetica, nell’economia circolare e nella mobilità sostenibile delle città.
Altri fondi sempre del Fesr prevedono interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici, inclusi 1,2 miliardi di euro destinati al miglioramento dell'efficienza della rete idrica nazionale.
Al miglioramento della competitività industriale sono dedicati 9,5 miliardi di euro. 15 miliardi di euro del Fse+ saranno investiti in misure di inclusione sociale e misure di politica attiva del lavoro e di formazione per promuovere occupazione giovanile e delle donne, in attuazione della garanzia per i giovani. In linea con la garanzia europea per l'infanzia sono previste misure anche per attuare gli obiettivi di riduzione della povertà dei minori.
di Luigi Di Marco