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Enea: ecco come le famiglie possono ridurre la bolletta del gas
Il settore residenziale è responsabile di circa il 12% delle emissioni dirette di CO2. Con azioni come diminuire di 1° la temperatura interna o di un’ora l’accensione dei condizionatori si possono ottenere notevoli risparmi. 1/8/22
Come mai prima d’ora, risparmiare sui consumi di gas ed energia si rivela una scelta obbligata. Grazie a un insieme di misure nel settore residenziale, è possibile risparmiare quasi 2,7 miliardi di metri cubi di gas metano e ridurre la bolletta delle famiglie di circa 180 euro all’anno. Lo dichiara lo studio “Azioni per la riduzione del fabbisogno nazionale di gas nel settore residenziale” pubblicato dall’Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, l’11 luglio.
Misure comportamentali e amministrative. Il settore residenziale è responsabile di circa il 30% dei consumi finali di energia e del 12% delle emissioni dirette di CO2. Lo studio analizza due tipi di interventi da poter mettere in campo:
- comportamentali, di semplice attuazione, legate ai comportamenti degli utenti;
- amministrative, che potranno essere imposte con provvedimenti normativi.
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Cambiare le abitudini. Le misure comportamentali sono suddivise in due categorie: quelle che richiedono un investimento iniziale da parte degli utenti e quelle a costo zero legate unicamente alla modifica delle abitudini quotidiane.
“Gli interventi comportamentali, che dipendono da scelte del cittadino, andrebbero supportati con campagne di informazione e comunicazione mirate, sottolineando che, adottando comportamenti più virtuosi, i vantaggi economici possono arrivare fino a 240 euro all’anno per famiglia” ha spiegato la direttrice del Dipartimento efficienza energetica dell’Enea, Ilaria Bertini. “Se anche solo la metà delle famiglie adottasse le misure che non richiedono spese iniziali, si potrebbe arrivare già dal prossimo inverno a un risparmio di 1,8 miliardi di metri cubi di gas”, ha aggiunto Bertini.
Tra le misure comportamentali che richiedono un investimento iniziale da parte degli utenti, la sostituzione dei climatizzatori esistenti con nuovi modelli ad alta efficienza, che porterebbe un risparmio dei consumi del 29,4% e un risparmio economico pari a 118 euro all’anno a famiglia. Installare nuove pompe di calore elettriche in sostituzione delle vecchie caldaie porterebbe un risparmio economico di 402 euro all’anno, mentre la sostituzione degli elettrodomestici, come ad esempio la lavatrice da classe G a classe A, porterebbe un risparmio annuo di 67,90 euro.
Tra le misure comportamentali a costo zero, legate alla modifica delle abitudini quotidiane, l’utilizzo delle pompe di calore elettriche esistenti anche per il riscaldamento invernale, porta un risparmio di circa 196 euro all’anno per famiglia. Ridurre il tempo di una doccia da 7 a 5 minuti permette un risparmio di circa il 29% dei consumi di gas, oltre a un risparmio d’acqua e un risparmio economico di 205 euro all’anno. Ridurre la temperatura della doccia di 3°C porta un risparmio del 9% sui consumi di gas metano, e di 65 euro in bolletta. Queste due misure, se adottate insieme, portano una riduzione del 35% e un risparmio economico di 252 euro all’anno.
I vantaggi delle misure amministrative. Le azioni sul piano amministrativo mirano alla riduzione dei consumi regolamentando il funzionamento degli impianti di riscaldamento. Tra i possibili interventi si segnalano, ad esempio, l’abbassamento di 1 °C dei termostati, dai 20° abituali ai 19°, ottenendo un risparmio medio nazionale del combustibile per riscaldamento domestico di circa il 10,7%. La riduzione di un’ora al giorno dell’accensione dei termostati può contribuire a una diminuzione del 3,6% dei consumi. Attuando contemporaneamente queste misure, e aggiungendo la riduzione di 15 giorni del periodo di accensione, il risparmio può arrivare al 17,5%, pari a circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas. Sul fronte economico, queste proposte possono originare un risparmio in bolletta di 178 euro all’anno per famiglia.
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Le misure amministrative sono state definite utilizzando una metodologia che si basa sulla definizione di modelli energetici applicati a due abitazioni “tipo”, rappresentative del parco edilizio italiano: un appartamento in edificio plurifamiliare e una villetta unifamiliare. I fabbisogni energetici sono stati calcolati utilizzando il metodo dinamico orario, ripetendo le simulazioni per ogni zona climatica italiana, con più città per zona, e considerando i periodi convenzionali di accensione degli impianti e il numero attuale di ore giornaliere di riscaldamento.
Occorre consapevolezza. La chiave di volta, continua lo studio, è la diffusione di sistemi di misura negli edifici che possono evidenziare ai consumatori l’impatto di atteggiamenti poco virtuosi e mitigarli attraverso azioni comportamentali o l’impiego di sistemi di building automation (l’automazione degli edifici), che hanno ormai costi contenuti.
di Tommaso Tautonico