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Nel 2021, la quota di energia primaria da fonti rinnovabili a livello mondiale è arrivata al 13,5%, mentre la quota di produzione mondiale di energia elettrica rinnovabile al 25%. In Italia, al 2020, la media nazionale delle fonti rinnovabili sui consumi lordi finali ha raggiunto il 19%. La produzione elettrica rinnovabile registrata nel 2021 si è attestata al 36% (ma dovrà superare l'80% entro il 2030).

Notizie

Parlamento Ue: garantire i diritti fondamentali e rispondere alla crisi climatica

Settimana 12-18/9. Parlamento: diritti fondamentali in Ungheria, misure per rafforzare la risposta alla crisi climatica. Commissione: riduzione costo dell’energia, libertà dei media, divieto commercio beni con lavoro forzato. 

Guarda la rassegna dal 12 al 18 settembre

 

Sessione plenaria del Parlamento europeo

Il Parlamento europeo durante la prima sessione plenaria dalla ripresa estiva ha trattato alcune delle emergenze cruciali per l’attuale momento storico dell’Unione. Nella stessa sessione, la Presidente von der Leyen ha pronunciato il discorso sullo stato dell’Unione.

Sono state presentate, in particolare, la relazione sul rispetto dello Stato di diritto in Ungheria e la relazione sulla situazione dei diritti fondamentali in Ue nel 2020 e 2021.

Il Parlamento ha espresso la propria posizione su diversi atti fondamentale del pacchetto pronti per il 55% e del RePowerEu quali le proposte di modifica alla direttiva sull’efficienza energetica e alla direttiva sulle energie rinnovabili, la strategia forestale europea.

Sulle emergenze climatiche che si sono manifestate in Europa negli ultimi mesi ha adottato una risoluzione ad oggetto le conseguenze della siccità, degli incendi e di altri fenomeni meteorologici estremi: intensificare l'impegno dell'Ue per contrastare il cambiamento climatico.

Importanti sono state anche l’adozione della risoluzione sui salari minimi adeguati nell'Unione europea e, nel quadro delle politiche per il rafforzamento della democrazia in Ue, la risoluzione su statuto e finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee.

Sul commercio sostenibile, ha adottato emendamenti alla proposta di regolamento europeo sui prodotti derivanti da deforestazione.

In relazione alla guerra in Ucraina, il Parlamento ha adottato la risoluzione sulla violazione dei diritti umani nel contesto della deportazione forzata di civili ucraini e dell'adozione forzata di minori ucraini in Russia.

Nel quadro delle politiche di cooperazione per il rinnovo del partenariato con il vicinato meridionale  è stata adottata la risoluzione per una nuova agenda per il Mediterraneo.

Nella risoluzione sull’esistenza di un evidente rischio di violazione grave da parte dell'Ungheria dei valori su cui si fonda l'Unione, viene riportata una serie complessa d’informazioni, dal mancato rispetto dei diritti sociali ed economici al rispetto di principi di non-discriminazione verso le persone Lgbtqia+, delle minoranze e delle persone in condizioni di vulnerabilità quali i migranti e i richiedenti asilo, fino alla privacy dei cittadini, alla libertà accademica, di religione e di associazione, alla libertà di espressione (compreso il pluralismo dei media) e all’indipendenza della magistratura. Viene evidenziato come i comportamenti e le azioni adottate dal governo ungherese costituiscano una minaccia sistemica per i valori fondamentali indicati all'articolo 2 del Trattato dell’Unione Europea. Pertanto, il Parlamento invita la Commissione ad avvalersi appieno degli strumenti disponibili per far fronte a un evidente rischio di violazione grave dei valori fondanti dell'Unione da parte dell’Ungheria e a sostenere una società civile indipendente in Ungheria. Richiamando sue precedenti posizioni, nonché le conclusioni della Conferenza sul futuro dell'Europa, e citando in particolare quelle contenute nella proposta 25 sullo Stato di diritto, i valori democratici e l'identità europea, chiede alla Commissione e al Consiglio di avviare immediatamente i negoziati con il Parlamento su un meccanismo dell'Ue per la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali.

Esaminando la relazione sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Ue nel 2020 e 2021, il Parlamento richiama al rispetto dei citati valori europei indicati all'articolo 2 del Trattato. Accoglie l’avvio delle procedure d’infrazione avviate dalla Commissione nei confronti di Ungheria e Polonia per il rispetto dei diritti umani delle persone Lgbtqia+, ma ricorda anche le inadempienze della Commissione con mancata azione e applicazione del regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto su cui il Parlamento ha presentato un ricorso lo scorso ottobre 2021.

I temi trattati dal Parlamento nella risoluzione riguardano il regredire del rispetto dei diritti fondamentali correlato ancora alla crisi da Covid-19, all’esistenza nell’Ue di un razzismo strutturale, al persistere della violenza di genere quale forma di violenza più diffusa nell'Ue, alle violazioni dei diritti fondamentali alle frontiere esterne dell’Ue, mettendo in chiara evidenza che salvare vite è un obbligo giuridico ai sensi del diritto internazionale e dell’Ue. Dunque condanna fermamente i procedimenti penali avviati in alcuni Stati membri nei confronti di organizzazioni della società civile e singoli individui per aver prestato assistenza umanitaria ai migranti e i respingimenti, le violazioni dei diritti fondamentali e di violenza alle frontiere esterne dell'Ue nei confronti di migranti, rifugiati e richiedenti asilo.

Con la risoluzione sulle conseguenze della siccità, degli incendi e di altri fenomeni meteorologici estremi: intensificare l'impegno dell'Ue per contrastare il cambiamento climatico, il Parlamento richiama in principio la sua precedente risoluzione del 28 novembre 2019 in cui dichiarava l'emergenza climatica e ambientale.

Riporta i dati dell’Osservatorio europeo sulla siccità: nell'agosto 2022 il 64% del continente era in allerta siccità (e il 17% in allarme siccità). I dati preliminari suggeriscono che l'attuale siccità è la peggiore degli ultimi 500 anni. E la temperatura media in Europa nel 2022 è stata la più alta mai registrata per il mese di agosto e per il periodo giugno-agosto.

Illustrando la situazione globale, evidenzia che secondo il più recente atlante mondiale della desertificazione, oltre il 75% della superficie terrestre è già degradata e oltre il 90% potrebbe divenirlo entro il 2050. E comunque, a livello dell'Ue, la desertificazione interessa già l'8% del territorio, perlopiù nell'Europa meridionale, orientale e centrale.

Il Parlamento ritiene che tali condizioni meteorologiche estreme siano un segnale della necessità di un'azione più ambiziosa in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici e adattamento agli stessi.

Oltre a richiamare l’impegno per la mitigazione in linea con l’obiettivo 1,5° dell’Accordo di Parigi, evidenzia i benefici multipli che offrono le azioni di ripristino degli ecosistemi ed esprime ampio consenso alla recente proposta di legge europea per il ripristino della natura 

Richiamando anche la strategia per l’adattamento ai cambiamenti climatici, ne ribadisce il sostegno deplorando però il fatto che la strategia non stabilisce obiettivi concreti, misurabili e con scadenze precise affinché l'Ue e i suoi Stati membri diventino resilienti ai cambiamenti climatici. Chiede dunque alla Commissione di proporre un quadro europeo di adattamento ai cambiamenti climatici globale, ambizioso e giuridicamente vincolante, che includa gli opportuni strumenti legislativi, con particolare attenzione alle regioni più vulnerabili.

Sollecita inoltre l’elaborazione urgente di una valutazione globale del rischio climatico a livello di Ue, prestando particolare attenzione ai rischi di siccità, incendi boschivi, minacce per la salute, vulnerabilità degli ecosistemi ed effetti sulle infrastrutture critiche.

Chiede, in particolare, che entro l'estate 2023 sia completata una prova di stress dell'Ue sulla resilienza climatica per le infrastrutture chiave.

Una parte specifica della risoluzione è dedicata all’agricoltura. In proposito, il Parlamento invita la Commissione a effettuare una valutazione completa delle ripercussioni che il protrarsi della siccità comporta per la produzione alimentare dell'Ue nell'anno in corso e per l'approvvigionamento alimentare della popolazione durante il prossimo inverno.

Sull’acqua, il Parlamento invita la Commissione a presentare una strategia globale dell'Ue in materia di acque che includa l'organizzazione di una conferenza europea sull'acqua, al fine di elaborare rapidamente orientamenti sulla gestione dei bacini idrografici condivisi transnazionali, in particolare in caso di siccità pluriennali, e di garantire una definizione equilibrata della priorità attribuita agli usi idrici.

Nelle ulteriori richieste, evidenzia l’attenzione da prestare alle situazioni sociali di maggior vulnerabilità, osservando che la crisi climatica aggrava le disuguaglianze esistenti.

 

Atti adottati dalla Commissione europea

La Commissione ha adottato le misure per il contenimento dei prezzi dell’energia indicate da Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione, proponendo inoltre che gli Stati membri si adoperino per ridurre la domanda complessiva di energia elettrica di almeno il 10% fino al 31 marzo 2023. Gli utili prelevati dagli Stati sugli extra-profitti delle aziende energetiche dovranno essere utilizzati per ridurre le bollette dei consumatori di energia.

Come atto di particolare rilevanza, si segnala che è stata adottata una proposta di legge europea per la libertà dei media includendo specifiche misure di garanzia contro le ingerenze politiche nelle decisioni editoriali, trasparenza sulla proprietà dei media, tutela dell'indipendenza dei responsabili editoriali e divulgazione della sussistenza di conflitti di interesse.

Innovativa è anche la proposta di vietare i prodotti ottenuti con il lavoro forzato sul mercato dell'Ue. La proposta, presentata anche in questo caso nella forma di un regolamento europeo, riguarda tutti i prodotti, siano essi prodotti fabbricati nell'Ue destinati al consumo interno e alle esportazioni o beni importati. Le autorità nazionali degli Stati membri avvieranno indagini sui prodotti per i quali vi sono fondati sospetti che siano stati ottenuti con il lavoro forzato. Potranno chiedere informazioni alle società ed effettuare controlli e ispezioni, anche in Paesi al di fuori dell'Ue. Se le autorità nazionali accerteranno la presenza di lavoro forzato, ordineranno il ritiro dei prodotti già immessi sul mercato e vieteranno l'immissione sul mercato dei prodotti interessati e la loro esportazione.

 

Fonte immagine di copertina: ©Marco Merlini, 2015.

martedì 20 settembre 2022

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