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Nel 2021, la quota di energia primaria da fonti rinnovabili a livello mondiale è arrivata al 13,5%, mentre la quota di produzione mondiale di energia elettrica rinnovabile al 25%. In Italia, al 2020, la media nazionale delle fonti rinnovabili sui consumi lordi finali ha raggiunto il 19%. La produzione elettrica rinnovabile registrata nel 2021 si è attestata al 36% (ma dovrà superare l'80% entro il 2030).

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In occasione dell’anniversario dei cinquant’anni del Club di Roma si sono riuniti esperti di livello internazionale per presentare e condividere soluzioni concrete per un futuro più sostenibile. 22/10/2018

“Dobbiamo impegnarci per educare non solo i nostri figli, ma anche le forze politiche e quelle del mondo imprenditoriale affinché anche loro cambino la percezione dei problemi legati al cambiamento climatico, ma soprattutto i loro comportamenti in questo senso”, così apre la conferenza la neoeletta co-presidente Sandrine Dixson-Declève per il cinquantesimo anniversario del Club di Roma, che si è tenuto il 17 e il 18 ottobre a Roma. L’evento, organizzato da Fondazione Aurelio Peccei, Wwf, Novamont e ASviS, è stato ospitato dall’Istitum Patristicum Augustinianum a Roma. Alla due giorni hanno partecipato alcuni tra i massimi studiosi, economisti e ricercatori nel campo, come Johan Rockstrom, Ernst Ulrich von Weizsäcker, Anders Wijkman, Pavan Sukhdev, Sandrine Dixon-Decleve, Jorgen Randers insieme ad alcuni membri italiani del Club di Roma; da Catia Bastioli, Ad di Novamont, a Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS ed ex ministro del Lavoro. Presenti anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, la sindaca di Roma Virginia Raggi e il viceministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. 

In questa occasione il Club di Roma, primo think tank mondiale a occuparsi di sviluppo sostenibile, ha pubblicato il nuovo rapporto “Come On!”, che è stato presentato in occasione della conferenza.

La sindaca di Roma Virginia Raggi è stata invitata come ospite della prima giornata, durante la quale ha ribadito l’urgenza dell’azione: “la sfida è grande, ma se non saremo in grado di coglierla non potremo andare avanti”.

Ha seguito l’intervento molto sentito di Lorenzo Fioramonti, viceministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. “Il tempo della ricerca è finito. Ora dobbiamo passare all’azione”. Molto apprezzata è stata la sua affermazione riguardo la scelta di utilizzare nuovi indicatori di misurazione del benessere di un Paese. La crescita economica deve pensare anche alla qualità della vita delle persone.

Durante il primo giorno di conferenza si sono susseguiti gli interventi di diversi esperti.

Gunter Pauli, fondatore della Zero emissions research initiative, ha ripercorso le tappe e, soprattutto, le menti che sono state dietro la creazione del Club di Roma. Sottolineare la grande varietà delle competenze riunite e la capacità di Aurelio Peccei, fondatore del Club di Roma, di farle collaborare in questo progetto è stato il fulcro della sua presentazione. Un modo per ricordare che lo sviluppo sostenibile è un “tema estremamente trasversale e complesso”.

Jorgen Randers della Norwegian Business School ha mostrato l’effettiva realizzazione dei 12 scenari previsti per il periodo 1950 - 2100 nel primo rapporto del Club di Roma “The limits of growth”. Con i dati attuali è stato dimostrato che per molti di questi scenari la visione è stata più ottimistica di quella che si è effettivamente realizzata. Ad esempio, cinquant’anni dopo la sua uscita, il report prevedeva una quantità di cibo pro-capite superiore a quella che è attualmente disponibile. Un esempio, questo, che ha portato anche a riflettere sul rapporto tra pressione sociale e problematiche ambientali. Secondo Randers “il mondo non collasserà per i limiti ecologici, ma per i problemi sociali che ne deriveranno”.

Durante la sessione della mattina è intervenuta anche Sergio Costa, ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare, per il quale la spinta dei cittadini è necessaria se non indispensabile per coinvolgere la politica sui temi dello sviluppo sostenibile. Il mondo economico inoltre, secondo Costa, dovrebbe concentrarsi sulla ricerca del “giusto guadagno” e non del mero profitto.

La sezione del pomeriggio è stata improntata sul carattere economico della sostenibilità, tema sul quale sono intervenuti grandi esperti internazionali.

Tim Jackson, economista britannico autore di “Prosperità senza crescita”, ha ribadito uno dei concetti chiave del suo ultimo libro: per riuscire a ottenere uno sviluppo che sia sostenibile bisogna investire sulle persone e le loro idee che, al contrario delle risorse naturali, non hanno limiti. Dare più valore al capitale umano contribuirebbe ad avere una società basata maggiormente sull’uguaglianza e permetterebbe di trovare soluzioni tecnologiche capaci di sfruttare in maniera più efficiente le risorse che abbiamo a disposizione.

Robert Costanza, economista statunitense, ha mostrato come un sistema economico sostenibile sia un sistema complesso e integrato dove fattori economici, sociali ed ecologici devono essere coordinati per non produrre disequilibri.

Anche il presidente del Wwf internazionale, Pavan Sukhdev è intervenuto spiegando le relazioni tra i diversi tipi di capitale: economico, umano, sociale e naturale. In particolare, ha evidenziato le problematiche del sistema agro-alimentare e le soluzioni connesse a una valutazione olistica dei differenti ambiti legati a questo settore.

Al secondo giorno di conferenza, il 18 ottobre, sono intervenuti Tomoyo Nonaka, fondatrice di Gaia initiative, Mamphela Ramphele, co-presidente neoeletta del Club di Roma e Ernst von Weizsäcker, fondatore del Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy e co-autore dell’ultimo rapporto del Club di Roma “Come On!”. I relatori di questo panel hanno trattato il delicato rapporto tra l’uomo e l’ambiente circostante e come lo abbia sfruttato per il proprio sviluppo.

Durante la sessione pomeridiana è intervenuto anche Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS, che ha mostrato nel sistema complesso ideato da Costanza, come gli SDGs si integrino in questo. “In questo modo gli Obiettivi non vengono valutati come una lista, ma come piano complesso per cambiare i diversi fattori del sistema”. Giovannini ha esposto le cinque misure da attuare per prevenire sia i grandi che i piccoli shock del sistema economico: prevenzione, preparazione, protezione, promozione e trasformazione. Ha ricordato, inoltre, il bisogno di un’economia circolare che tenga conto delle persone: “Le persone nelle aziende sono ancora considerate come un costo e ogni dollaro investito in formazione è considerato profitto perso”.

Alla stessa discussione hanno preso parte anche Hans Herren, presidente del Millennium institute e Petra Kuenkel del Potsdam collective leadership institute.

L’ultima sessione è stata dedicata al settore energetico internazionale, in cui sono stati protagonisti Francesco Starace, amministratore delegato di Enel Group, Ernest Moniz, del Massachussets institute of technology (Mit), Thorhild Widvey, presidente di Statkraft e Jeremy Leggett, presidente di Solar Aid, che sono intervenuti sul ruolo dei sistemi di generazione di elettricità rinnovabili e sulla loro complessità tecnologica.

La conferenza è terminata con le conclusioni della copresidente Sandrine Dixson-Declève che ha ribadito la sfida del Club di Roma di continuare a informare sui temi dello sviluppo sostenibile cercando di coordinare e far entrare in relazione le diverse realtà che già trattano queste tematiche, in modo da trovare soluzioni comuni. “È essenziale l’aiuto e il supporto dei giovani”, ha ribadito più volte la presidente, affinché siano coinvolti nei processi decisionali che riguardano il loro futuro. Durante la stessa giornata è stato rilasciato pubblicamente il documento “Transformation is Feasable”, redatto dal Club di Roma sulle roadmap della sostenibilità tracciate dagli SDGs e dagli Accordi di Parigi.

 

di Giulia D’Agata

lunedì 22 ottobre 2018

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