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ENERGIA PULITA E ACCESSIBILE

Assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni

Nel 2021, la quota di energia primaria da fonti rinnovabili a livello mondiale è arrivata al 13,5%, mentre la quota di produzione mondiale di energia elettrica rinnovabile al 25%. In Italia, al 2020, la media nazionale delle fonti rinnovabili sui consumi lordi finali ha raggiunto il 19%. La produzione elettrica rinnovabile registrata nel 2021 si è attestata al 36% (ma dovrà superare l'80% entro il 2030).

Notizie

Weo 2018: tre scenari per il 2040, ma solo uno evita la catastrofe climatica

Mercato petrolifero volatile, energie rinnovabili in espansione, consumo del carbone in rialzo. Una sola certezza: per ridurre davvero l’uso dei combustibili fossili serve uno sforzo senza precedenti. 15/11/2018

“In base alle politiche attuali, il mondo è destinato a non raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile legati all'energia”. Queste le parole introduttive del World Energy Outlook 2018, rapporto di punta dell’International Energy Agency (Iea) sullo stato di salute delle risorse energetiche a livello mondiale. “La quota complessiva dei combustibili fossili nella domanda globale di energia”, aggiunge il rapporto, “non cambia: petrolio, carbone e gas rimangono centrali nell'odierno sistema energetico globale”. Infatti, con le politiche attuali, il livello di produzione di combustibili fossili scenderebbe di un solo punto percentuale, da 79% (2025) a 78% (2040).

Inoltre, il numero di persone prive di accesso all’elettricità nel mondo scende al di sotto del miliardo, ma nel 2030 ci saranno ancora 650 milioni di persone senza energia elettrica.

Il rapporto evidenzia una situazione caratterizzata da segnali contrastanti su ritmo e direzione del cambiamento. “Mentre la geografia del consumo di energia continua il suo spostamento storico verso l'Asia”, spiega il Rapporto, “importanti trasformazioni sono in corso per il settore energetico nella sua totalità”.

I mercati petroliferi, per esempio, stanno entrando in un periodo di incertezza e volatilità, combinato però con una crescita della domanda nei prossimi decenni, specialmente nei settori petrolchimico, dei trasporti pesanti e aeronautico. Questo incremento della richiesta potrebbe portare a un raddoppio della produzione, col rischio concreto di “aggiungere più di dieci milioni di barili di petrolio al giorno entro il 2025, l'equivalente di ‘un'altra Russia’ che si somma alla fornitura globale”.

La domanda di gas naturale è anch’essa in aumento, con la Cina che si attesta come primo consumatore mondiale. Il gas svolge un ruolo particolarmente importante anche nel mix energetico europeo (Italia, Paesi Bassi e Regno Unito in testa).

Al tempo stesso, le energie rinnovabili restano saldamente la tecnologia di punta per il futuro, grazie anche a costi in calo e politiche di governo favorevoli. “Questo trend sta trasformando il mix energetico globale, con le rinnovabili che potrebbe arrivare a coprire oltre il 40% della produzione energetica entro il 2040, dal 25% di oggi”, afferma il rapporto. Il carbone (il cui consumo era crollato negli ultimi due anni, per tornare a rialzarsi nel 2017) rimane però la fonte principale di energia, seguito dal gas. Il fotovoltaico è in forte sviluppo, mentre altre tecnologie a basse emissioni di carbonio richiedono ancora una grande spinta. I segnali sono comunque abbastanza incoraggianti. In Europa, ad esempio, i Paesi con una quota di energia eolica e fotovoltaica pari al 10-20% del totale energetico sono Austria, Belgio, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. Germania, Irlanda, Portogallo e Spagna si attestano a più del 20%, mentre la Danimarca ha raggiunto una quota di circa il 50% nel 2017.

Data la difficoltà di mappare una situazione così eterogenea, la Iea ha quindi aggiornato tre diversi scenari, tre “possibili futuri” per il sistema energetico, combinando risorse e tecnologie, offrendo scelte tra diversi percorsi (basati sulle politiche attuali e pianificate) e individuando i progetti che possono condurci a soddisfare gli accordi di Parigi. Il modello utilizzato per queste proiezioni è il World Energy Model (Wem), sistema di simulazione su larga scala progettato per replicare il funzionamento dei mercati energetici.

 

 

 

1. Scenario delle Politiche Correnti. Si basa esclusivamente su leggi e regolamenti esistenti fino alla metà del 2018, e non tiene in considerazione gli obiettivi dichiarati e non realizzati da parte dei governi di tutto il mondo. “Se non ci sarà alcun cambiamento nelle politiche, come in questo scenario” afferma il documento “ci saranno crescenti tensioni su tutti i settori della sicurezza energetica e un ulteriore aumento delle emissioni di CO2 legate all'energia”, facendo impennare la domanda di petrolio al 25% entro il 2040. Come già detto in precedenza, in questo scenario, vediamo come la quota di combustibili fossili all’interno della domanda energetica globale passi dal 79% del 2025 al 78% nel 2040, abbassandosi di un solo punto percentuale in 15 anni, e producendo nel 2040 l’impressionante quantità di 42.5 Gt (Gigatonnes, miliardi di tonnellate) di CO2.

2. Scenario delle Nuove Politiche. Fornisce una valutazione misurata delle attuali ambizioni politiche nel settore energetico, combinandole con l’evoluzione futura delle tecnologie conosciute. Queste ambizioni incorporano gli impegni assunti con i “Contributi Nazionali” previsti dagli Accordi di Parigi, ma non speculano su un'ulteriore evoluzione di queste posizioni. Laddove gli impegni sono ambiziosi, questa previsione esprime un giudizio sulla “probabilità” che tali impegni siano pienamente soddisfatti. Nello scenario Nuove Politiche il consumo di combustibili fossili diminuisce di quattro punti percentuali, da 78% nel 2025 a 74% nel 2040, producendo comunque una significativa quantità di CO2 (35.9 Gt nel 2040, più degli attuali 32,6).

In questo scenario, “la domanda energetica globale cresce di oltre un quarto fino al 2040”, dichiara il Rapporto, “a causa dell'aumento dei redditi e di una popolazione globale che cresce di 1,7 miliardi di persone, principalmente nelle aree urbane delle economie in via di sviluppo”. È da notare che la domanda di energia sarebbe circa il doppio se non fosse per i continui miglioramenti nell'efficienza energetica.

Questa ingente crescita della domanda, sottolinea il Rapporto, nasce nelle economie in via di sviluppo, India in testa. “Fino al 2000, l'Europa e il Nord America rappresentavano oltre il 40% della domanda globale di energia e le economie in via di sviluppo circa il 20%”, sottolinea il documento, “entro il 2040, questa situazione è completamente invertita”. In questo scenario, inoltre, le tecnologie a basse emissioni di carbonio (fonti rinnovabili e gas naturale) soddisfano più dell'80% dell’incremento della domanda di energia, e il consumo di elettricità cresce due volte più velocemente rispetto alla domanda globale.

3. Scenario di Sviluppo Sostenibile. Questo scenario, invece, analizza gli Sdgs collegati al settore energetico, tracciando poi la strategia migliore per soddisfarli, con una previsione delle emissioni pienamente in linea con il raggiungimento degli obiettivi a lungo termine dell'accordo di Parigi.

In questo scenario, il settore energetico procede sempre più rapidamente sulla strada della generazione di energia a basse emissioni e le tecnologie sostenibili costituiscono la via principale per la fornitura di energia. La quota di risorse rinnovabili nel power mix sale da un quarto a due terzi entro il 2040, incrementando soprattutto nel settore della fornitura di riscaldamento (da 10% a 25%) e in quello dei trasporti (da 3,5% a 19%).

Lo scenario di Sviluppo Sostenibile, inoltre, abbatte drasticamente la quota di combustibili fossili all’interno della domanda energetica mondiale, passando dal 77% nel 2025 a un 60% nel 2040, e producendo solamente 17.6 Gt di CO2 nel 2040.

Inoltre, si legge nel Rapporto, un ruolo fondamentale avranno le politiche dei governi, poiché oltre il 70% degli investimenti nell'approvvigionamento energetico è attualmente condotto da entità totalmente o parzialmente statali, e solo poco più di un quarto proviene da imprese private.

In conclusione, “se il mondo è seriamente intenzionato a raggiungere i suoi obiettivi climatici, deve puntare sistematicamente a investimenti nelle tecnologie energetiche sostenibili”, afferma Faith Birol, direttore esecutivo Iea. “Per avere successo, questo richiederà uno sforzo politico ed economico globale senza precedenti”.

Scarica il report completo (a pagamento)

 

di Flavio Natale 

giovedì 15 novembre 2018

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