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Nel 2021, la quota di energia primaria da fonti rinnovabili a livello mondiale è arrivata al 13,5%, mentre la quota di produzione mondiale di energia elettrica rinnovabile al 25%. In Italia, al 2020, la media nazionale delle fonti rinnovabili sui consumi lordi finali ha raggiunto il 19%. La produzione elettrica rinnovabile registrata nel 2021 si è attestata al 36% (ma dovrà superare l'80% entro il 2030).

Notizie

FOCUS. Energia e Covid-19, il crollo del petrolio bloccherà le rinnovabili?

La restrizione dei trasporti affonda il prezzo del greggio. La Pandemia porterà a una maggiore concorrenza tra le risorse energetiche: le rinnovabili soffrono, ma continuano la loro espansione e si dimostrano più resilienti alle crisi globali. 21/4/20

 

“Lo shock subito dal mercato del greggio è storico, brutale, estremo e di portata planetaria”. Così l’Opec+, prospetto di alleanza formale tra Opec e altri membri esterni, guidati dalla Russia, commenta gli effetti che i Paesi produttori di petrolio hanno subito a causa della crisi pandemica, e la difficoltà riscontrata nel rispondere al crollo della domanda – e aumento dell'offerta – che ha fatto scendere i prezzi del petrolio al livello più basso da 18 anni. L’accordo raggiunto recentemente per la riduzione della produzione ha cercato di mitigare gli effetti di questo crollo, fronteggiando la caduta della domanda (12 milioni di barili al giorno nel trimestre in corso, 20 milioni di barili al giorno nel mese di aprile) tramite un taglio di 9,7 milioni di barili al giorno tra maggio e giugno, e riducendo l’output del 23% rispetto ai livelli di ottobre 2018. Ma l’accordo non ha convinto gli investitori. Il 20 aprile, per la prima volta nella storia, il petrolio (nello specifico, il West Texas Intermediate, Wti, un tipo di petrolio prodotto in Texas) è crollato del 305% rispetto alle quotazioni in apertura della giornata di borsa, chiudendo per la prima volta in negativo (– 37, 63 dollari a barile). Il giorno successivo il prezzo del Wti è tornato leggermente sopra lo zero (0,56 dollari), per poi scendere di nuovo a – 7,4 dollari al barile. Il futuro del greggio è dunque incerto. “Bisogna vedere cosa succede alla domanda, se ci sarà un ulteriore calo o se al contrario migliorerà. Dobbiamo ancora confrontarci con l’incertezza, riguardo al virus e al suo impatto” ha detto Abdulaziz bin Salman, ministro dell’Energia saudita, rilasciando un commento sui possibili effetti dell’accordo Opec+.

Il grafico elaborato dal rapporto di Rystad energy “Covid-19 report – Scenarios and impact on global energy markets” mostra infatti chiaramente come la domanda di petrolio abbia risentito dei blocchi e delle restrizioni di viaggio, e quanto il percorso di ripresa sia ancora lungo. Secondo il grafico, la domanda è scesa del 27% ad aprile, arrivando a quota 72,5 milioni di barili totali, ed entro la fine dell’anno non arriverà oltre i 90,3 milioni di barili. La linea rossa mostra l’andamento della domanda nello scenario con un impatto maggiore nella seconda metà dell'anno.


Il centro di ricerca fa notare in particolare che durante la scorsa settimana, nonostante l’allentamento delle restrizioni applicate da alcuni Paesi, il traffico stradale globale abbia registrato il livello più basso degli ultimi anni (39%), in calo di un ulteriore 3% rispetto alla settimana precedente (36%). Il numero di voli è diminuito di oltre il 90% per sette Paesi chiave, e del 58% solo negli Stati Uniti. “Ciò porta a un decremento della domanda globale di petrolio. Ad esempio, la richiesta di carburante nel settore aereoportuale raggiungerà solo 2,3 milioni di barili al giorno nel mese di maggio, contro stime pre-Coronavirus di 7,3 milioni di barili”.

 

Questi dati, oltre a delineare le difficoltà che sta attraversando il settore petrolifero, e l’esigua capacità resiliente dello stesso, portano a domandarci quali siano gli effetti del Covid-19 sul settore energetico mondiale.  

A questo proposito l’istituto Ihs Markit, la public company specializzata nella fornitura di dati finanziari con sede a Londra, ha registrato l’impatto che il Coronavirus sta avendo sulla crescita della domanda energetica globale. Ad esempio, l’istituto prevede che il più grande mercato elettrico del mondo, la Cina, registrerà un calo della domanda del 3,1% nel 2020. In termini di “generatori” di energia, il carbone subirà il peso maggiore di questo declino, ma anche il settore delle rinnovabili ne verrà influenzato. “Questo fenomeno” aggiunge la public company, “porterà a una maggiore concorrenza tra le tecnologie di generazione: carbone, gas, nucleare e rinnovabili”.

Dunque, dato questo crescente “livellamento”, i trend dei prossimi anni dipenderanno dalle decisioni che i governi prenderanno riguardo alla strutturazione del settore energetico. “In poche settimane gran parte del mondo è stata chiusa a causa del Coronavirus, innestando una crisi che ha attraversato confini e oceani, comunità e mezzi di sussistenza con dinamiche devastanti” ha affermato Francesco La Camera, direttore generale dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena). “La priorità immediata rimane quella di salvare quante più vite possibili. Allo stesso tempo, i governi si devono imbarcare nel compito monumentale di ideare pacchetti di stimolo e recupero in grado di accelerare il passaggio a economie sostenibili, decarbonizzate, alla base di società inclusive e resilienti”.

L’andamento delle rinnovabili. Questo “passaggio” è auspicabile perché in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 e stava effettivamente avvenendo, anche se non era abbastanza rapido per mantenere il riscaldamento globale sotto i 2° centigradi. Il mercato delle rinnovabili in questi ultimi anni aveva fatto registrare una forte espansione. Secondo dati recentemente diffusi da Irena nel rapporto “Renewable capacity statistics 2020”, il settore delle rinnovabili ha infatti aggiunto 176 gigawatt (Gw) di capacità di generazione a livello globale nel 2019, leggermente inferiori rispetto ai 179 Gw aggiunti nel 2018, registrando comunque un significativo incremento. Ma il dato veramente interessante è che le energie rinnovabili hanno costituito il 72% dell’espansione energetica totale registrata nel 2019.

Le statistiche Irena sulle capacità rinnovabili del 2020 mostrano inoltre che le energie rinnovabili sono aumentate di un ulteriore 7,6% rispetto all’anno scorso, con l’Asia che ha dominato la crescita del settore, rappresentando il 54% delle aggiunte totali. La crescita delle rinnovabili ha inoltre superato quella dei combustibili fossili del 2,6%, continuando a porsi, come sempre dal 2012 in poi, come elemento prevalente nell’espansione energetica.

“L’energia rinnovabile sostiene la stabilità economica e stimola la crescita sostenibile”, ha affermato il direttore generale dell'Irena. “Con l’incremento degli investimenti registrato nel settore, è chiaro che molti Paesi riconoscono i risultati postivi a cui può condurre la transizione energetica”.

L’Irena sottolinea inoltre che le rinnovabili hanno costituito nel 2019 almeno il 70% dell'espansione della capacità totale di energia in quasi tutte le regioni del mondo, eccetto che in Africa e Medio Oriente, dove hanno rappresentato rispettivamente il 52% e il 26% delle aggiunte nette.

Alla fine del 2019, la capacità globale di generazione rinnovabile ammontava a 2.537 Gw. L'energia idroelettrica ha rappresentato la quota maggiore del totale, con una capacità di generazione di 1.190 Gw. L'energia solare e l’energia eolica hanno occupato quasi tutta la parte restante, con capacità rispettivamente di 623 Gw e 586 Gw. Le altre fonti rinnovabili includono 124 Gw di bioenergia e 14 Gw di geotermia. Le aggiunte di quest’anno alla generazione totale del fotovoltaico (98 Gw) si sono sviluppate soprattutto in Asia (60%), mentre la crescita dell’eolico (60 Gw) è stata guidata nuovamente dalla Cina (26 Gw), seguita dagli Stati Uniti (9 Gw).

Questo sviluppo delle rinnovabili è dovuto tanto a un abbassamento dei prezzi delle tecnologie, quanto a un aumento degli incentivi e della competitività, anche se, come sottolinea l’istituto Ish Markit, “il settore affronta ancora difficoltà di attuazione a causa di vincoli infrastrutturali e regolamentari”.

La concorrenza futura. Le considerazioni precedenti ci portano dunque a interrogarci sulle sfide che il settore energetico dovrà affrontare dopo la Pandemia. A questo proposito, sempre l’istituto Ihs Markit ha delineato sette trend, individuati sulla base di tre driver interconnessi (politica, progressi tecnologici e nuove strategie commerciali) che caratterizzeranno il mercato energetico da qui agli anni a venire. 

  1. Sovvenzioni mutevoli: la maggior parte dei mercati si è già spostata dalle tariffe che incentivano la produzione di energia rinnovabile (FiT) alla ricerca di prezzi guidati dal mercato. Mercati chiave come la Cina, il Giappone e il Vietnam sosterranno comunque le FiT eoliche e solari fino al 2021, ma questo trend identifica una maggiore capacità competitiva (indipendente dalle FiT) delle rinnovabili sul mercato energetico mondiale.

  2. Riforme del mercato. Economie come il Brasile, il Giappone, il Vietnam, l'India e il Belgio stanno rimodellando i propri mercati energetici per attirare investimenti nel settore sostenibile e stabilire meccanismi per rispondere alle future esigenze energetiche.

  3. Miglioramento dei costi. Il prezzo delle energie rinnovabili continuerà a diminuire nel 2020 e la convergenza tra mercati e tecnologie accelererà.

  4. Tecnologie emergenti. I pannelli solari bifacciali, che permettono l’utilizzo dell’energia solare riflessa dalla parte posteriore del modulo (determinando uno sfruttamento maggiore dell’irraggiamento solare) stanno entrando nel mercato fotovoltaico, mentre l'industria della conservazione delle batterie continua a crescere rapidamente, così come quella eolica, determinando un sensibile decremento dei costi.

  5. Nuovi attori del mercato: oltre 200 aziende si sono formalmente impegnate in Re100, iniziativa di leadership aziendale globale guidata dal Climate Group in collaborazione con il Carbon disclosure project, con lo scopo di accelerare il cambiamento verso reti elettriche a zero emissioni di carbonio e rinnovabili al 100% entro il 2050. Dei 211 membri, oltre 50 hanno aderito nel 2019, segnando un anno record.

  6. Strategie di adattamento delle utility. Le utilities, o aziende di servizio pubblico che erogano beni e servizi essenziali per la collettività, si stanno spostando verso offerte di sostenibilità competitiva, creando pressioni sul mercato energetico per la diffusione delle risorse rinnovabili.

  7. Shock Covid-19. Come già sottolineato in precedenza, Ihs Markit prevede che il virus rallenterà la crescita della domanda di energia in tutto il mondo, portando a un “livellamento” della concorrenza tra le tecnologie di generazione di energia.

“Le misure di stimolo e di ripresa in risposta alla Pandemia devono favorire lo sviluppo economico e la creazione di posti di lavoro, promuovere l'equità e il benessere sociali e mettere il mondo su un percorso sicuro per il clima” aggiunge Francesco La Camera, in un intervento sugli effetti del Covid-19 sul settore energetico. “Rendendo la transizione energetica parte integrante di una più ampia ripresa, i governi possono realizzare un cambiamento decisivo nella ricerca di un futuro sano, inclusivo, giusto e resiliente”.

di Flavio Natale

martedì 21 aprile 2020

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