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Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un'occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti

Nel 2022 il tasso di disoccupazione nell'Unione europea era del 6%, mentre in Italia era del 7,9%. Gli effetti della crisi pandemica sono stati gravi e perdurano, specie tra i giovani, le donne e al Sud. L'Italia continua a detenere il primato negativo di giovani disoccupati che non studiano né si formano (Neet).

Approfondimenti

La ricetta del benessere: formazione, empatia ed etica per vivere meglio

di Remo Lucchi, Presidente advisory board Eumetra

Dalla musica all’empatia, fino all’etica e alla cura delle relazioni: un percorso educativo dai 3 ai 25 anni per garantire benessere diffuso, ridurre le contrapposizioni e rafforzare la coesione sociale.

10 settembre 2025

Riprendiamo per l’ennesima volta il tema sociale più importante per la nostra esistenza: il vivere bene la propria vita, il percepirsi in stato di benessere permanente. Che è anche il metodo per evitare contrapposizioni, e garantire serenità sociale.

Continuiamo a parlarne perché l’individuazione degli “ingredienti” che garantiscono il miglior risultato finale richiede tempo: studi progressivamente sempre più approfonditi, sperimentazioni, aggiunta di “ingredienti”, verifiche, e finalmente individuazione della “ricetta ottimale”.

Come sempre, quando si deve sviluppare una esperienza nuova, ci vuole tempo: è indispensabile l’individuazione dei percorsi formativi ottimali, nella sequenza corretta, ma ci siamo riusciti.

In questo breve documento raccontiamo gli ingredienti che abbiamo individuato per la corretta formazione dell’individuo – che è la condizione per ottenere il risultato -, dalla primissima infanzia (dai tre anni circa), fino all’ingresso nell’adultità (diciamo fino a circa 25 anni). Per ogni singola progressiva fase esponiamo i metodi la cui applicazione ottimale garantisce il risultato, per tutti.

 

Il problema da risolvere e le cause

La grande maggioranza degli individui – più dei due terzi – attualmente non vive in stato di benessere. Ne abbiamo parlato più volte, ma ricordiamo le cause principali, tutte connesse alla non preparazione culturale – cioè interruzione degli studi -, ma senza alcuna responsabilità degli individui coinvolti.

Parliamo di due segmenti della popolazione, degli adulti-anziani, e dei giovani-adulti:

- La gran parte degli adulti-anziani, ben oltre l’80%, ha interrotto gli studi prima dell’adolescenza. Quindi il contributo formativo è stato inesistente: gente che nella grande maggioranza ha sempre vissuto in uno stato di dipendenza, con rassegnazione, senza particolari attese di benessere. L’interruzione della formazione prima dell’ingresso nell’adolescenza non era stata decisa dai ragazzi, ma dall’assenza di cultura e/o di denaro della famiglia di appartenenza.

- A cominciare dall’inizio di questo secolo – 20/25 anni fa – la grande maggioranza dei giovani ha invece proseguito negli studi, frequentando le medie superiori. Ma ben pochi hanno proseguito gli studi fino alla laurea (circa un quarto), e ciò perché la relazione con la scuola e con gli studi è sempre stata critica per la grande maggioranza. Le conseguenze – della frequentazione, e poi dell’interruzione - sono state due, in sequenza, e la seconda ha innescato grossi problemi: 1) La frequentazione delle medie superiori ha dato l’illusione di un futuro interessante. 2) Ma poi, stante le ripetute crisi del contesto economico-sociale, e la propria modesta preparazione (non completamento degli studi), non si sono create le opportunità di partecipazione e successo auspicate, e la grande maggioranza è caduta nel precariato. Guaio grosso, non accettato, perché le attese erano del tutto differenti. Da qui è nata la contrapposizione sociale, l’isolamento, il populismo. Tutte fenomenologie che hanno contrastato con il vivere bene, e con il benessere.

Parlando degli adulti-anziani si era affermato che non avevano responsabilità dell’interruzione degli studi, ma ne hanno subito le conseguenze. Parlando ora dei giovani-adulti possiamo affermare che nemmeno in questo caso è rilevabile una loro responsabilità: la causa è da attribuire - come ricorderemo - all’impostazione della scuola, rigida e contrappositiva, che non si rende desiderabile.

Quindi l’insieme dei due segmenti – i due terzi della popolazione – non vive bene, e non ha benessere, per una assenza di formazione, o per una interruzione. Ma senza averne responsabilità.

Quindi, anche se non hanno colpe, stanno male. E da questo stato di cose, oltre al non benessere, è nata la serie di guai sociali che ci stanno caratterizzando: contrapposizioni, tensioni sociali, disinteresse verso i temi della sostenibilità, disinteresse all’inclusione, ecc…

Come vedremo, è il Sistema di gestione attuale della formazione che non ha le idee chiare sul percorso da condurre, e sulle modalità da adottare. Anche perché la fenomenologia che ha coinvolto i giovani adulti – illusione, delusione, e non accettazione delle conseguenze - è nuova (non era nota, non fa parte della storia).

 

Schema dei momenti della formazione progressiva

Gli individui, ed in particolare i giovani, sono la vera grande ricchezza del Paese, ed il fatto che stiano bene, si percepiscano in stato di benessere, è la condizione base che il Sistema Gestionale del Paese deve favorire, perché questo è l’obiettivo prioritario della vita. E le conseguenze per il Paese dipendono dal raggiungimento di questo obiettivo.

Che, come vedremo, è solo conseguenza di un investimento ottimale sulla formazione.

Perché la formazione possa fornire i massimi risultati, è necessario che il Sistema accompagni la crescita di tutti individui con quattro categorie sequenziali di intervento.

L’obiettivo finale è l’evitamento della contrapposizione, ed il massimo investimento sulla relazionalità positiva, in tutte le manifestazioni della vita. E la metodologia è l’investimento su empatia ed etica.

Lo schema operativo si basa su quattro momenti, e la sequenza dovrebbe essere la seguente:

  1. Momento fondativo: accompagnare gli individui dalle scuole materne (3 anni), fino alle medie inferiori, con l’obiettivo di predisporre il cervello alla relazione/partecipazione. Si farà riferimento alla musica, “strumento” che predispone all’attenzionalità ed al coinvolgimento
  2. Momento basico: accompagnare tutti gli individui nelle scuole elementari e medie inferiori, con una seria docenza dei valori dell’empatia, e con forte valorizzazione del tema
  3. Momento evolutivo (acquisizione dell’etica): accompagnare gli individui nelle medie superiori, impostando la metodologia di docenza in una logica completamente diversa da quella attuale, innescando in tutti la desiderabilità dello studio. L’etica è massimamente connessa alla cultura, come vedremo
  4. Metodologia del mantenimento dei valori acquisiti, e delle conseguenze comportamentali.

Occupiamoci di ogni singolo momento.

 

  1. Momento fondativo (la musica)

Un’ipotesi formativa, che ha trovato conferme in vari studi e verifiche, è l’inserimento della musica nella formazione dell’individuo in tutta la parte preliminare della propria vita, almeno fino all’avvio dell’adolescenza: scuola materna più scuola elementare più medie inferiori. Questo “inseminamento” parrebbe avere riflessi basici molto positivi sulla prosecuzione della vita dei giovani individui, con evidenti benefici nell’evoluzione della propria esistenza, sia nelle scelte personali, che in quelle relazionali.

In particolare l’investimento nella musica affronta l’obiettivo di attrezzare gli individui all’acquisizione degli strumenti formativi. Sono tanti gli obiettivi che si possono raggiungere.

Si tratta di obiettivi che avviano alla costruzione del senso critico, come ad esempio:

  • Dare stimoli allo sviluppo cognitivo.
  • Promuovere il ragionamento logico.
  • Sviluppare il pensiero critico.

Ma anche obiettivi che cominciano a dare spazio all’aspetto umano e relazionale (il senso civico, l’etica), come ad esempio:

  • Promuovere lo sviluppo dell’empatia verso gli altri, ed anche il lavoro di gruppo
  • Promuovere il rispetto degli altri
  • Favorire tutte le logiche di inclusione.

Sono tutti risultati che possono essere ottenuti tramite tecniche di coinvolgimento nella musica, dove ci siano stimoli giudicati interessanti/coinvolgenti - gestiti da docenti “orientati” agli studenti - e che in qualche modo rendano protagonisti, con ritorni ritenuti interessanti e piacevoli.

 

  1. Momento basico (empatia)

L'empatia è a monte dell’etica: è la capacità di comprendere e sentire le emozioni e le prospettive altrui, mentre l'etica (che è l’obiettivo finale) riguarda un insieme di principi morali e regole di condotta che guidano il comportamento giusto e corretto, spesso traducendosi in azioni concrete e disinteressate

L'empatia è una predisposizione emotiva e cognitiva, mentre l'etica è un quadro di riferimento più ampio e razionale che definisce ciò che è considerato moralmente buono o giusto.

L’etica – obiettivo finale, prodotto dalla cultura - è influenzata dall'empatia. Quindi, prima ancora che la cultura porti verso l’etica, la scuola in tutte le fasi formative, anche in quella della prima infanzia e della pre-adolescenza, deve avviare percorsi formativi verso una forte sensibilità relazionale: l’acquisizione dell’empatia, cioè la capacità di “mettersi nei panni dell’altro”, di capirlo, di rafforzare la relazione, di migliorare la comunicazione e favorire la collaborazione.

Come è intuitivo, l’empatia è il punto di partenza indispensabile per l’etica. Una nota interessante:

 - Abbiamo recentemente segnalato che in Europa ci sono Paesi che vanno già da tempo nella direzione dell’empatia. La Danimarca dà insegnamenti molto significativi. In questo Paese dal 1993 si studia l’empatia ogni settimana – dai 6 ai 16 anni - come materia scolastica (risultati clamorosi). La si insegna con la stessa intensità delle materie basiche (es: matematica). Migliora il cervello, riduce il bullismo e aumenta le possibilità di successo scolastico, lavorativo e relazionale, anche a distanza di anni. Secondo l'Happy City Index 2025, Copenaghen è la città più felice del pianeta.

 

  1. Momento evolutivo (l’etica)

L’etica è l’obiettivo finale: evita le contrapposizioni, e favorisce la relazionalità positiva, che è alla base del benessere.

Viene favorita dall’empatia, ma è soprattutto il risultato della cultura. Non viene insegnata: è un’acquisizione individuale consentita dalla comprensione di tutte le problematiche della vita, esito della cultura. Quindi, per acquisire l’etica, non si deve interrompere gli studi alla conclusione delle medie superiori, come attualmente avviene per la grande maggioranza.

Ma l’origine dei guai non è da imputare ai giovani che interrompono gli studi, perché dell’interruzio-ne non ne hanno responsabilità, come più volte abbiamo precisato.

La scuola media superiore è attualmente impostata in modo contrappositivo, rigido, severo. La scuola non si rende “desiderabile”, non fa “il marketing” di se stessa: l’85% dei giovani non ha un rapporto positivo con la scuola.

La soluzione consisterebbe nel “fare innamorare i giovani della scuola”, con una docenza completamente diversa, più personalizzata, più coinvolgente, più alleata, più vicina.

Fra l’altro è solo il coinvolgimento emotivo che attiva la parte memorizzante del cervello – l’ippocampo – e consente di impossessarsi e di trattenere la cultura. Senza coinvolgimento emotivo, che è alla base della partecipazione e dell’attenzione, l’ippocampo non agisce, e non c’è memorizzazione, e non c’è cultura.

E se così avvenisse – se la scuola riuscisse ad attivare il coinvolgimento emotivo -  la prosecuzione degli studi sarebbe garantita, e l’acquisizione dell’etica e della relazionalità positiva sarebbe il risultato. E sarebbe il termine della contrapposizione, che è il vero guaio sociale.

Ciò anche se si deve aprire un tema nuovo: la formazione docenti. E’ necessario sviluppare una formazione che abbia l’obiettivo di fare in modo che gli insegnanti interpretino il proprio ruolo non solo di esperti nella propria materia, ma anche di “docenti” nel modo più ottimale possibile.  Riuscendo così a sviluppare l’attenzione ed il coinvolgimento dei giovani nel modo più desiderato.

Cioè bisogna fare in modo che i docenti attivino il migliore “marketing” per rendere la scuola massimamente desiderabile.

E’ un obiettivo fondamentale, ed il Sistema pubblico se ne deve rendere conto. E’ fondamentale per la felicità dei tutti, e del Paese. E se i giovani non avessero risorse economiche per proseguire gli studi, lo Stato dovrebbe provvedere, senza abbandonare nessuno: i giovani solo la vera ricchezza del Paese.

 

  1. Metodologia del mantenimento (l’estetica, l’emozione, cioè la forma)

La vita è frutto della relazionalità positiva, e di tutto ciò che favorisce la permanenza dell’etica.

Però attenzione: l’etica è relazione, e lo strumento primario della relazionalità è la comunicazione.

Perché la comunicazione abbia vita e sia efficace nella trasmissione dei contenuti, deve tenere conto delle regole della trasmissione. Nella comunicazione, colui che deve ricevere, ha una rilevanza fondamentale. La trasmissione deve suscitare la sua attenzionalità ed il suo coinvolgimento.

La modalità di trasmissione ha quindi un ruolo fondamentale, perché deve veicolare nel modo più ricevibile e coinvolgente il senso dei significati. La “forma” della comunicazione è quindi fondamentale, perché pone attenzione al primo obiettivo della relazionalità, che è attivare l’attenzione.

Ciò che favorisce l’attenzione - l’avvio della relazionalità - sono quindi le espressioni della “forma”: l’estetica, la bellezza, l’emozione che si riesce ad innescare. Questa estetica, bellezza, emozione, devono essere veicolate da tutti gli ingredienti comunicazionali: immagini, suoni, e soprattutto parole. L’obiettivo della felicità individuale e del benessere richiede quindi anche la massima cura formale della relazionalità.

 


Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti. 

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