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Autorità Ue: raccomandazioni per un mercato finanziario a prova di greenwashing

Per garantire stabilità, sicurezza e trasparenza, e tutelare investitori e consumatori, servono cooperazione, standard uniformi, accesso ai dati e alle competenze in sostenibilità. E miglioramenti normativi.  20/6/24

giovedì 20 giugno 2024
Tempo di lettura: min

Su richiesta della Commissione europea, inviata a maggio 2022, le tre  autorità di vigilanza europee del settore finanziario Eba (European banking authority), Eiopa (European insurance occupational and pensions authority) ed Esma (European securities and markets autorithy) hanno realizzato un’analisi delle pratiche ingannevoli legate alla sostenibilità sociale e ambientale, note come greewashing, nei settori di competenza, rispettivamente banche, assicurazioni/pensioni e mercati finanziari.  L’obiettivo era individuare le azioni per rafforzare l’efficacia delle attività di prevenzione e contrasto del fenomeno a livello europeo e nazionale, mantenendo la stabilità, la sicurezza e la trasparenza nel mercato finanziario, e aumentare così la fiducia di investitori e consumatori.

Le analisi, pubblicate lo scorso 4 giugno, forniscono una risposta coordinata a un fenomeno presente in tutti e tre i settori.

Parole chiave: cooperazione e interoperabilità

 Allineandosi alla richiesta della Commissione Ue, Eba, Eiopa ed Esma sono giunte a una definizione comune del greenwashing, da intendersi come riferimento, secondo cui il fenomeno si verifica, in modo intenzionale o non intenzionale, “quando affermazioni o azioni relative alla sostenibilità non riflettono in modo chiaro e coerente il profilo di sostenibilità di un’entità (società, istituzione), prodotto o servizio finanziario”. Per affrontarlo efficacemente sottolineano l’importanza di un approccio globale che implica una stretta cooperazione tra i supervisori finanziari e la creazione di standard uniformi che consentano ad aziende, investitori, regolatori e altri stakeholder di condividere, comprendere e confrontare facilmente le informazioni riguardanti le pratiche di sostenibilità (“interoperabilità”).

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Le sfide della vigilanza nazionale

Sebbene l’attenzione sui rischi legati al greenwashing sia aumentata da parte delle autorità nazionali di competenza, sono presenti criticità nel monitoraggio e nella capacità di individuazione del fenomeno. Per fronteggiarle, l’autorità bancaria Eba invita a sfruttare pienamente i poteri e gli strumenti attribuiti ai supervisori, svolgere screening regolari delle informazioni divulgate dalle istituzioni e dei loro siti web, anche attraverso l’utilizzo di strumenti digitali innovativi specifici per la vigilanza, aumentare il personale e la relativa formazione sui fattori Esg (ambientali, sociali e di governance) e sugli aspetti legati al greenwashing. Il rafforzamento delle risorse umane e delle competenze, insieme al maggior ricorso alle tecnologie avanzate, è un tema su cui insistono pure le altre due autorità europee.

L’Esma raccomanda di puntare maggiormente sulle buone pratiche per la gestione dei reclami, da cui provengono informazioni utili, incrementare gli investimenti nell’accesso ai dati, sviluppare il dialogo con le Organizzazioni non governative (Ong) che possono contribuire a individuare le pratiche ingannevoli, e dare maggiore visibilità alle sanzioni contro le violazioni delle norme, salvo i casi in cui è richiesta la riservatezza, una strategia che può avere un effetto deterrente.

La relazione di Eiopa elaborata per la Commissione europea rappresenta una guida pratica per districarsi nella complessità e nella varietà dei prodotti assicurativi e pensionistici. Offre un supporto all’applicazione dei quattro principi chiave delle dichiarazioni di sostenibilità che i supervisori nazionali devono considerare in sede d’esame, secondo cui devono essere: accurate e precise, motivate, accessibili e aggiornate.

Più chiarezza e completezza nella legislazione Ue

Le autorità europee concordano sul fatto che l’attuale quadro normativo dell’Ue sia una base solida per affrontare il greenwashing, tuttavia sono necessari miglioramenti per renderlo più efficace. Eba chiede di estendere il regolamento sulla Tassonomia dell’Ue ad altri settori e attività economiche per fornire una guida più completa su quali investimenti possono essere considerati sostenibili, mentre l’Eiopa raccomanda di inserire linee guida specifiche per il settore assicurativo e pensionistico, e un approccio più centrato sul consumatore nella direttiva che regola la distribuzione dei prodotti assicurativi (Insurance distribution directive, Idd).

Per quanto riguarda il regolamento sulla divulgazione della finanza sostenibile (Sfdr, Sustainable finance disclosure regulation), propongono di includere linee guida più chiare su quali informazioni devono essere divulgate e sui processi, requisiti più dettagliati dei prodotti e i servizi per ridurre le interpretazioni ambigue che possono portare a pratiche di greenwashing non intenzionali. L’Esma ritiene necessario vietare esplicitamente le informazioni fuorvianti nel regolamento sui benchmark, i parametri utilizzati per la valutazione delle perfomance dei prodotti finanziari, e sostiene che quelli che perseguono obiettivi di sostenibilità (benchmark Esg) debbano essere gestiti dalle autorità di vigilanza. Suggerisce anche di prevedere incentivi per le istituzioni finanziarie che dimostrano un alto livello di trasparenza e conformità alle normative Esg.

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Le azioni di Eba, Eiopa ed Esma

Oltre a intensificare le attività di monitoraggio dei rischi del greenwashing nei rispettivi settori, tutte e tre prevedono di rafforzare il sostegno alle autorità nazionali. Eba fornirà una guida regolamentare per facilitare la condivisione delle migliori pratiche per la supervisione dei rischi del greenwashing nel settore bancario. L’Eiopa ha elaborato nove proposte che mirano a potenziare sia la vigilanza che il quadro legislativo dei prodotti assicurativi e delle pensioni aziendali, tra cui è inclusa l’educazione dei consumatori. L’Esma promuoverà la diffusione degli strumenti digitali innovativi, lo sviluppo delle capacità di utilizzo delle metodologie più comuni, l’accesso e la condivisione dei dati, e continuerà a lavorare alla creazione di indicatori per il monitoraggio dei rischi di greenwashing.

 

di Antonella Zisa

 

Fonte copertina: belchonock, da 123rf.com

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