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Giovannini a La Stampa: il debito si riduce con più lavoro a donne e giovani
In un’intervista rilasciata a Luca Monticelli, il direttore scientifico dell’ASviS spiega quali sono i passaggi per rilanciare la crescita e invita il governo ad aprire un dibattito pubblico sul piano di rientro deficit. 2/9/24
“L’Italia non ha capito le regole europee”. Con queste parole Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS, apre la sua intervista rilasciata a Luca Monticelli e pubblicata il 29 agosto su La Stampa. Pende infatto sul Paese una procedura europea di deficit eccessivo. In altre parole, abbiamo speso troppo per le regole Ue. La soluzione è un piano di taglio dell’indebitamento, di cui la Commissione ha già inviato una traiettoria che l’Italia dovrà seguire in 4 anni. Una tempistica ravvicinata, che peserà senza dubbio sulla prossima legge di bilancio, ma dal governo non trapelano dichiarazioni al riguardo.
Esiste la possibilità di dilazionare il piano, per una durata complessiva di 7 anni, a patto però che il governo presenti alla Commissione europea delle strategie di investimento capaci di aumentare la crescita, e quindi di ridurre il rapporto tra deficit e Pil. In pratica un contro piano, più generoso in termini di scadenza, che richiede un progetto credibile da parte dell’esecutivo. Quest’ultimo non è infatti focalizzato sulla vera priorità per il nostro Paese, visto che “L’Italia non ha un piano per l’occupazione giovanile e delle donne degno di questo nome. Nei prossimi 7 anni”, sottolinea Giovannini, “andrebbero messi in campo ambedue per alzare la crescita potenziale, e credo che l’Europa li valuterebbe in modo molto positivo”. Il consiglio di Giovannini è quello di sanare alcune piaghe strutturali nel sistema del lavoro italiano, ovvero la sottoccupazione di giovani e donne, per alleggerire il piano di riduzione del debito inviato dalla Commissione europea.
I buoni numeri degli ultimi mesi sull’occupazione, sbandierati dal governo come una vittoria, creano però un’illusione, perché non sono questi i segni di una ripresa della crescita che possa influire sulla riduzione del debito. Infatti, al netto di un tasso di disoccupazione in Italia ai minimi (7% a giugno, comunque più alto di 0,5 punti percentuali rispetto alla media Ue), il numero complessivo di ore lavorate è inferiore a quello del 2008, mentre “molta della nuova occupazione è fatta di persone che lavorano poco, spesso in part-time involontario”, evidenzia Giovannini.
Giovannini invita quindi il governo a puntare sull’occupazione di donne e giovani per rilanciare la crescita e superare la misura di infrazione legata al debito in eccesso. L’esecutivo riuscirà a prendere il sentiero giusto?