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Alta sostenibilità: il Pnrr può fare da ‘booster’ ma è decisivo il ruolo delle imprese

Occorre accelerare verso una strategia condivisa a livello europeo sui grandi temi. Se ne è discusso su Radio Radicale nella rubrica ASviS condotta da Manieri e Viettone, ospiti Bonicatti, Treu, Carparelli. [VIDEO]   4/4/22

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“Pnrr e venti di guerra: basta per la ripresa o serve un ‘booster’ europeo?” è il titolo della puntata di “Alta sostenibilità” andata in onda su Radio Radicale il 4 aprile e condotta da Valeria Manieri ed Elis Viettone. Ospiti della trasmissione sono stati Andrea Bonicatti, Relazioni istituzionali internazionali in ASviS, Antonia Carparelli, esperta di politiche europee e docente all'Università Lumsa di Roma, Tiziano Treu, presidente del Cnel e coordinatore del Tavolo per il partenariato economico, sociale e territoriale per l’attuazione del Pnrr. 

In apertura di dibattito Elis Viettone ha posto l’attenzione sulla criticità di uno scenario europeo che, dopo due anni di emergenza sanitaria, si trova ad affrontare una guerra inaspettata che stravolge le priorità. Mentre attiva investimenti di grande portata legati al Green New Deal, l’Italia, come altri Paesi europei, si scontra con questioni rimandate da decenni a livello di politica comunitaria: dalla necessità di una linea di difesa comune, alla creazione di una strategia condivisa sull’immigrazione e di un sistema di protezione dei profughi. La situazione dell’Italia è descritta nel rapporto ASviS “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Legge di Bilancio 2022 e lo sviluppo sostenibile”, presentato lo scorso 31 marzo in un evento online con il patrocinio della Camera dei deputati.

Andrea Bonicatti, relazioni istituzionali internazionali in ASviS

Proprio da questa analisi è partito Bonicatti: L’Alleanza ha individuato i punti di forza e di debolezza del Piano alla luce degli SDSGs, avanzando delle proposte di carattere trasversale per migliorare l’implementazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile nel nostro Paese. Abbiamo corredato questa analisi con una selezione di obiettivi quantitativi individuati a livello nazionale ed europeo. Sui temi della salute e delle istituzioni il Pnrr darà un contributo decisivo al raggiungimento degli SDGs. Sui temi ambientali il contributo non è sufficiente. Il governo e le istituzioni dovranno intervenire con le politiche ordinarie”.

Tiziano Treu, presidente del Cnel e coordinatore del Tavolo per il partenariato economico, sociale e territoriale per l’attuazione del Pnrr

Treu ha posto l’accento sulla necessità di accelerare sulla dimensione sovranazionale ed europea. “Gli ultimi eventi rendono necessario il protagonismo dell’Europa. Le principali politiche, a cominciare da quelle ambientali, devono essere molto più orientate sul livello internazionale. Pensiamo, per esempio, al tema dell’approvvigionamento energetico”. Treu ha affermato che il Tavolo da lui coordinato ha tenuto numerosi incontri con i ministri e le parti sociali per il percorso di attuazione del Pnrr: “C’è la preoccupazione che alcuni obiettivi del Pnrr non siano di facile attuazione soprattutto per le pubbliche amministrazioni più piccole e meno attrezzate. Si prospettano quattro anni molto impegnativi. Il Pnrr costituisce senza dubbio un ‘booster’, ma ha bisogno di esser accompagnato e supportato da politiche pubbliche che ne garantiscano il funzionamento. Anche le imprese sono decisive: se non cambiano il modello di produzione, le politiche pubbliche non bastano”.

Antonia Carparelli, esperta di politiche europee e docente all'Università Lumsadi Roma

Carparelli ha condiviso con Treu la necessità di accelerare su una strategia europea condivisa: “Il Pnrr si inquadra in una serie di strumenti e obiettivi che l’Unione europea aveva preparato prima che la guerra cambiasse completamente lo scenario. L’interrogativo che oggi tutti si pongono è se tali obiettivi debbano essere rivisti e in quale misura. Il Pnrr aveva grandi obiettivi – neutralità climatica al 2050, o riduzione delle emissioni del 55% al 2030 - che si inquadravano in quelli del Green Deal per preparare il Paese alla transizione ecologica, e questi obiettivi restano assolutamente validi. Anche le strategie, più o meno ambiziose, che si configuravano per questi obiettivi - abbandono combustibili fossili e implementazione delle energie rinnovabili – non possono che esser rinforzate dalla congiuntura attuale. Sono dunque gli strumenti che invece vanno ripensati e ricalibrati. Oggi le ragioni degli incentivi sono rafforzate, mentre quelle dei disincentivi ai combustibili sono un po’ meno forti, dal momento che il sistema dei prezzi è completamente alterato e il mercato si è fatto carico di questa situazione anomala.Probabilmente bisogna combinare le ragioni del breve con quelle del lungo periodo: il quadro attuale accelera l’urgenza dell’indipendenza energetica”.

di Monica Sozzi

 

 

RIASCOLTA L’ULTIMA PUNTATA – “Pnrr e venti di guerra: basta per la ripresa o serve un "booster" europeo?”

 Vai all'archivio delle puntate di Alta sostenibilità, la trasmissione di ASviS a cura di Valeria Manieri, Ruggero Po ed Elis Viettone, in onda il lunedì dalle 12:30 alle 13:00 su Radio Radicale.

martedì 5 aprile 2022

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