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RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE

Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le Nazioni

Pandemia e inflazione acuiscono le disparità all’interno del Paese: dal 2019 al 2021 è peggiorato l’indice di disuguaglianza del reddito disponibile e permangono elevate differenze territoriali e di genere. Anche nel resto del mondo si amplia il divario tra ricchi e poveri: il 10% di popolazione più abbiente possiede il 76% della ricchezza globale.

Notizie

I risultati dell’Ue per il decennio digitale 2030. Raccomandazioni all’Italia

Settimana 25/9-1/10. Rapporto sul decennio digitale, raccomandazioni all’Italia. Comunicazione per un’Ue resiliente, competitiva e sostenibile: sicurezza energetica e autonomia strategica. I progressi e i prossimi passi.

Consulta la rassegna dal 25 settembre al 1 ottobre

 

Primo rapporto sullo stato del decennio digitale

Il 27 settembre, la Commissione europea ha pubblicato il primo rapporto sullo stato del decennio digitale, come previsto nel relativo piano del decennio digitale adottato il 9 marzo 2021 (si veda nostra rubrica del 15.3.2021).

La relazione valuta i progressi degli Stati membri riportando i risultati in una specifica relazione per Paese, esprimendo specifiche raccomandazioni.

Nei dati di sintesi a livello dei 27 Stati membri la Commissione riporta che:

  • le reti 5G non soddisfano ancora le aspettative degli utenti finali e le esigenze dell'industria. Il 55% delle famiglie rurali non è ancora servito da alcuna rete avanzata e il 9% non è ancora coperto da alcuna rete fissa. Sono necessari ulteriori investimenti fino ad almeno 200 miliardi di Euro per garantire la piena copertura Gigabit in tutta l'Ue e la copertura 5G in tutte le zone abitate;
  • sui semiconduttori, evidenziata l’entrata in vigore lo scorso 21 settembre del regolamento europeo sui chip (si veda nostra rubrica del 15.2.2022), con l’obiettivo di coprire il 20% della domanda mondiale di semiconduttori, specifica che dipende ora dagli Stati membri promuovere i relativi investimenti nazionali;
  • per la digitalizzazione delle imprese, la traiettoria di riferimento indica che senza ulteriori investimenti e incentivi, entro il 2030 solo il 66% delle imprese utilizzerà il cloud, il 34% i big data e il 20% l’Ai contro un obiettivo del 75% al 2030. Inoltre, in base agli ultimi dati, solo il 69% delle Pmi dell'Ue raggiunge un livello base di intensità digitale, con progressi disomogenei e insufficienti tra gli Stati membri, contro un obiettivo del 90%;
  • per la digitalizzazione dei servizi pubblici, gli obiettivi prevedono un'accessibilità online del 100% dei servizi pubblici fondamentali, l'accesso online alle proprie cartelle cliniche elettroniche per il 100% dei cittadini dell'Unione e l'accesso a un'identificazione elettronica (eID) sicura per il 100% dei cittadini dell’Unione. Su questo punto la Commissione valuta che molti Stati membri si trovano in una posizione favorevole per conseguire la piena digitalizzazione dei servizi pubblici e delle cartelle cliniche, nonché la diffusione dell'eID per i loro cittadini. Sono comunque necessari investimenti significativi per migliorare la disponibilità e le prestazioni transfrontaliere dei servizi pubblici;
  • sulle competenze, entro il 2030 e nelle condizioni attuali solo il 59% della popolazione avrà almeno le competenze digitali di base (contro l’obiettivo 80%) e che il numero di specialisti in Tic potrebbe non superare i 12 milioni (obiettivo 20 milioni). Gli Stati membri devono dunque dare priorità agli investimenti nell'istruzione di alta qualità e nelle competenze e promuovere la partecipazione delle donne alle discipline Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) fin dalla più tenera età.

La Commissione riporta inoltre le iniziative politiche e legislative rilevanti avviate a livello di Unione e collegate alla dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali, che riflettono l'impegno dell'Ue a favore di una trasformazione digitale sostenibile e sicura, nel quadro dei valori e principi  europei quali la normativa sui servizi digitali, la normativa sull'Ai, la legge europea per la libertà dei media la comunicazione sui mondi virtuali, e nel quadro della transizione digitale sostenibile l'iniziativa "diritto alla riparazione", i criteri di progettazione ecocompatibile per telefoni cellulari e tablet e il piano d'azione dell'Ue per la digitalizzazione del sistema energetico.

Il Rapporto si completa con l’evidenziazione degli accordi di partenariato internazionale per promuovere i valori dell’Ue nel mondo digitale insieme a Paesi che condividono gli stessi principi. Sono stati raggiunti accordi con il Giappone, la Repubblica di CoreaSingapore nonché istituiti consigli per il commercio e la tecnologia con gli Stati Uniti e l'India. La Commissione riporta anche del sostegno offerto all’Ucraina, consentendogli di entrare nello spazio di roaming gratuito dell'Ue.


SALA (SINDACO MILANO): "È DALLE CITTÀ CHE PARTE LA RIVOLUZIONE AMBIENTALE E DIGITALE"


La relazione e le raccomandazioni per l’Italia per il decennio digitale

Nelle relazioni per Paese, la Commissione riporta che l’Italia ha un potenziale digitale non sfruttato per contribuire ulteriormente agli sforzi collettivi per raggiungere gli obiettivi del Decennio digitale dell'Ue. Negli ultimi anni, l'Italia ha compiuto progressi significativi in termini di infrastrutture, ma si colloca al di sotto della media Ue per quanto riguarda le competenze e alcuni aspetti della digitalizzazione dei servizi pubblici. Le strategie adottate in materia di cloud, blockchain, IA, cybersecurity e, recentemente, la strategia per il settore delle telecomunicazioni, insieme alle riforme e agli investimenti previsti dal Piano di ripresa e resilienza, creano un quadro solido per progredire verso una trasformazione digitale sostenibile e inclusiva.

 Tra i punti più critici che la Commissione rileva troviamo ancora la carenza delle competenze digitali di base: solo il 46% della popolazione le possiede contro una media Ue al 54%. Ciò, come precisa la Commissione, rende difficile per chi non ha le competenze di beneficiare delle opportunità digitali ed esercitare i propri diritti di cittadinanza in un mondo sempre più digitalizzato. Ciò ha un impatto significativo sull'inclusività della trasformazione digitale in Italia. La performance dell'Italia per quanto riguarda le competenze digitali specialistiche è più vicina alla media dell'Ue (23% contro 26%), ma mostra ancora un divario che deve essere colmato.

Per le infrastrutture 5G l’Italia risulta coprire già il 100% delle aree popolate come previsto dal target europeo al 2030, mentre per le reti fisse ad alta capacità il target raggiunto è al 54%, inferiore alla media Ue del 73% e lontano dal target 100% al 2030.

Per la digitalizzazione del business, la Commissione riporta che buona parte delle Pmi Italiane ha almeno un livello d’intensità digitale di base (70% contro la media Ue del 69%). Per quanto riguarda l'adozione di tecnologie avanzate, il cloud computing sofisticato o intermedio è utilizzato dal 52% delle imprese, ben al di sopra della media Ue del 43%, ma solo il 9% delle imprese utilizza l'analisi dei big data (rispetto al 14% a livello Ue) e solo il 6% utilizza l'IA (rispetto all'8% a livello Ue).

 Per la digitalizzazione dei servizi pubblici l'Italia si colloca al di sotto della media Ue per quanto riguarda la fornitura di servizi pubblici digitali a cittadini e imprese, raggiungendo un punteggio di 75% di servizi per cittadini (media Ue 84%) e 68% di servizi per imprese (media Ue 77%).

Nel contesto viene comunque riportata come buona pratica la Strategia nazionale per la cybersecurity 2022-2026.

Le raccomandazioni per l'Italia, riferite ai quattro punti cardinali del decennio del digitale, sono le seguenti:

  • Competenze: intensificare gli sforzi per le competenze digitali, in particolare per l'aggiornamento e la riqualificazione della forza lavoro. Inoltre, dovrebbe essere introdotta una previsione delle competenze per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro e migliorata la cooperazione, in particolare con l'industria e la società civile. L'Italia dovrebbe aumentare la capacità dei sistemi educativi di formare un maggior numero di specialisti delle Tic, sfruttando i finanziamenti del Pnrr.
  • Infrastrutture: intensificare gli sforzi per le infrastrutture di connettività, in particolare per la copertura Gigabit. Sarà fondamentale per l'Italia massimizzare le risorse disponibili per migliorare la copertura della connettività fissa e consolidare i significativi risultati raggiunti nella connettività mobile, in particolare per le applicazioni avanzate. Le misure adottate dall'Italia nel campo dei semiconduttori, dei nodi edge e dell'informatica quantistica dovrebbero continuare per aiutare l'Ue a diventare un forte attore di mercato in questi settori.
  • Business: continuare ad attuare politiche nel settore della digitalizzazione delle imprese, sostenendo in particolare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie avanzate, quali l'intelligenza artificiale e i big data, compreso lo sviluppo di capacità e conoscenze. L'Italia dovrebbe rafforzare gli sforzi per incoraggiare l'imprenditorialità nei settori digitali e creare un ecosistema di innovazione, in particolare per le start-up e le Pmi, migliorando le loro possibilità di replicabilità.
  • Servizi pubblici: intensificare gli sforzi per digitalizzare i servizi pubblici, accelerando l'attuazione delle misure esistenti e previste.

LEGGI ANCHE - L’ASVIS PUBBLICA IL QUADERNO SULLA TRANSIZIONE DIGITALE ALLA LUCE DELL’AGENDA 2030


Comunicazione in vista del vertice europeo di Granada: verso un’Europa più resiliente, competitiva e sostenibile

In pari data, la Commissione ha presentato la Comunicazione verso un’Europa più resiliente, competitiva e sostenibile, in vista del vertice del Consiglio che si terrà a Granada ospitato dalla presidenza di turno spagnola del Consiglio dell’Unione, riguardo all'approccio, orientato al futuro, all’autonomia strategica aperta dell'Ue e agli obiettivi politici prioritari dell'Ue negli anni a venire. La Comunicazione illustra i risultati raggiunti dall’Unione europea nel quadro della dichiarazione di Versailles adottata dagli Stati membri (si veda nostra rubrica del 15.3 .2022 paragrafo 2) in risposta alle emergenze scaturite dall’invasione russa in ucraina.

In particolare la relazione riporta i risultati raggiunti con l’avvio delle misure di difesa europee incluse nello strategic compass, le misure relative alla sicurezza energetica per l’indipendenza delle importazioni di energia dalla Russia accelerando anche le misure già previste dal Green Deal.

Sulla sicurezza energetica, in particolare la Commissione evidenzia i numeri del successo: grazie al piano RePowerEu, l'Ue ha già diversificato una parte significativa del suo approvvigionamento energetico dalla Russia, riducendo il gas dei gasdotti russi dal 50% delle importazioni totali di gas nel 2021 a meno del 10% nel 2023. Le importazioni di petrolio dalla Russia sono scese dal 27% delle importazioni totali di petrolio al 6%, mentre le importazioni di carbone sono ora pari a zero, rispetto al 46% delle importazioni totali di carbone nel 2021.

Inoltre, per un anno a partire dall'agosto 2022, gli Stati membri hanno ridotto la domanda di gas del 17%, superando i requisiti previsti dal regolamento europeo sulla riduzione della domanda.

In prospettiva, la Commissione riporta che la riforma del mercato dell'elettricità faciliterà ulteriormente l'integrazione delle energie rinnovabili e garantirà l'accesso all'elettricità rinnovabile e non fossile a prezzi accessibili. Evidenzia, dunque, che i colegislatori dovrebbero concludere i negoziati interistituzionali il prima possibile.

Oltre all’energia, la Commissione tratta altre tematiche economiche emergenti, sempre nel quadro dello sviluppo dell’autonomia strategica dell’Unione per costruire una base economica più solida e duratura. Tra queste troviamo le iniziative per la trasformazione digitale, per ’industria net-zero e la proposta di legge per le materie prime critiche, per la salute e la produzione di medicinali in Europa, per la sicurezza alimentare. Ciò senza tralasciare gli obiettivi del Piano d’azione del pilastro europeo dei diritti sociali in particolare per gli aspetti che riguardano competenze e occupazione, richiamando nel contesto le iniziative collegate all’anno europeo delle competenze (9 maggio 2023 - 8 maggio 2024).  

La Comunicazione riporta in programma anche alcune delle novità lanciate dal discorso sullo Stato dell’Unione 2023 pronunciato da Ursula von der Leyen al Parlamento e la volontà di accelerare il processo d’integrazione nell’Unione di diversi Stati europei candidati. In particolare, nell’attuale contesto geopolitico, la Commissione rimarca che il futuro allargamento dell'Unione presenta importanti opportunità e costituisce una base per costruire una pace duratura in Europa.

 La Commissione ricorda infine che le sue proposte per una riforma del quadro di governance economica dell'Ue mirano a rafforzare la sostenibilità del debito pubblico, promuovendo al contempo una crescita sostenibile e inclusiva in tutti gli Stati membri in linea con le priorità comuni. Data la scadenza della clausola generale di salvaguardia alla fine di quest’anno e dunque delle regole del patto di stabilità e crescita in essere prima della crisi pandemica, la Commissione evidenzia che è fondamentale trovare rapidamente un accordo sulla riforma proposta per rispondere adeguatamente alle sfide future e creare chiarezza e prevedibilità per la politica di bilancio in futuro.

  

di Luigi Di Marco

  

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martedì 3 ottobre 2023

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