Notizie
Presentato Rapporto ASviS Territori: "politica del rinvio non più accettabile"
Per contrastare i divari territoriali in aumento servono coerenza delle politiche e processi democratici. Il Pnrr è cruciale per aiutare nella transizione. Gli interventi di Treu, Nardella e Fedriga. 7/12/22
Un’Italia a diverse velocità, dove le differenze tra le regioni e le province autonome e tra aree forti e aree deboli (non necessariamente del Centro-nord e del Sud) del Paese aumentano anziché diminuire. È un quadro preoccupante quello che emerge dal Rapporto ASviS “I Territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2022”, presentato martedì 6 dicembre a Roma, presso la sede del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) e in diretta streaming. Proprio il presidente del Cnel Tiziano Treu, lo ha sottolineato in apertura dei lavori: “Non stiamo andando bene. Questa situazione, oggi aggravata dalla pandemia e dal complesso contesto geopolitico internazionale, affonda, in verità, le proprie radici in problematiche strutturali del nostro sistema economico, produttivo e sociale che possono trovare soluzione solo in serie politiche volte a colmare i divari territoriali, generazionali e di genere”. E guarda al Piano nazionale di ripresa e resilienza, che “sta entrando nella fase cruciale della messa a terra nei territori” e alle difficoltà “quando si scende nei comuni impegnati in questa difficile opera di attuazione”.
GUARDA ANCHE L'INTERVISTA A:
Le tragedie causate dalle recenti alluvioni delle Marche e di Ischia dimostrano come i cambiamenti climatici e l’urbanizzazione incontrollata siano una temibile combinazione. Da almeno tre legislature il Parlamento non riesce però a legiferare in materia di consumo di suolo e rigenerazione urbana, rileva l’ASviS, che nel Rapporto ha inserito opportunità e proposte che configurano una vera e propria “Agenda territoriale per lo sviluppo sostenibile”.
LEGGI LA NOTIZIA SUL RAPPORTO TERRITORI
Un senso di urgenza sottolineato nel suo intervento dalla presidente dell’ASviS Marcella Mallen, secondo cui servono “risposte concrete e immediate e politiche coordinate con i governi del territorio”. Ha evidenziato poi i due elementi critici per raggiungere la sostenibilità economica, sociale e ambientale: la coerenza tra le politiche di sviluppo, da raggiungere attraverso un sistema multilivello incardinato sugli strumenti degli enti locali e collocato nell'ambito della Strategia nazionale di sviluppo sostenibile; la possibilità per la cittadinanza di verificare le politiche. “Questo Rapporto”, ha concluso Mallen, “viene presentato all'inizio di una nuova legislatura e l’augurio è che gli indirizzi contenuti possano influire sulle strategie di cui il nostro Paese ha bisogno, che sia preso come un punto di riferimento, anche per introdurre una fase di monitoraggio sulle azioni ex post”.
In foto, da sinistra: Carlo Fontana, Pierluigi Stefanini, Tiziano Treu e Marcella Mallen
Walter Vitali, di Urban@it e co-coordinatore del Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11 “Città e comunità sostenibili”, ha illustrato i risultati principali del Rapporto: “In sintesi, la situazione nazionale vede un progresso significativo per 5 casi su 24 e un peggioramento per 9 casi su 24, occorre uno sforzo grande per rimetterci sul sentiero di sostenibilità”. Entrando nel dettaglio, Vitali ha posto l’accento sull’aumento dei divari territoriali su temi cruciali come Povertà (Goal 1), Salute (Goal 3), Istruzione (Goal 4), Parità di genere (Goal 5), Energia (Goal 7), Lavoro e crescita economica (Goal 8), Città e comunità (Goal 11), e si è soffermato poi sulla fragilità del Sud: “La situazione per il Mezzogiorno è quasi sempre negativa per gli indicatori economici e sociali, esclusa la produzione di energia rinnovabile”.
In foto: Walter Vitali
“Il territorio”, ha spiegato Manlio Calzaroni, responsabile dell’Area ricerche dell’ASviS, “è stato letto sotto quattro punti diversi: l'andamento delle regioni e delle province autonome rispetto a ogni Goal dell'Agenda 2030; una fotografia, sulla base dei dati disponibili, delle differenze all'interno delle regioni; obiettivi quantitativi (25 in totale), definiti da norme nazionali e territoriali; differenze di comportamento tra regioni e province rispetto all'Agenda. “Le disuguaglianze territoriali”, ha aggiunto, “aumentano in sette Obiettivi, diminuiscono soltanto in due. È fondamentale sottolineare l'importanza degli attori che devono cominciare a lavorare per mettere in pratica nuove azioni che riducano queste disuguaglianze”.
In foto: Manlio Calzaroni
Silvia Brini, di Ispra e co-coordinatrice del gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11, ha evidenziato il problema dei rischi naturali e antropici sul territorio italiano, “amplificati dagli effetti del cambiamento climatico che notiamo sempre di più nelle città”, analizzando poi alcune delle proposte inserite nel Rapporto: “Sul rischio vulcanico suggeriamo vietare nuovi insediamenti residenziali e nuove infrastrutture nelle zone rosse e di favorire la migrazione di medio e lungo termine della popolazione. Per il rischio siccità, che negli anni futuri potrebbe peggiorare, è necessario ridurre le perdite di rete e promuovere riuso e riciclo dell’acqua. Sugli incendi c'è la necessità di favorire una gestione sostenibile delle aree verdi e azioni di sensibilizzazione della sostenibilità dei territori”.
Nella seconda parte dell’evento hanno preso la parola amministratori locali e rappresentanti istituzionali e della società civile. Per Arianna Censi, assessora alla Mobilità del Comune di Milano, nelle città si gioca la partita più complessa, per la quantità di persone che vi abitano, di energia consumata e inquinamento prodotto: “Dobbiamo essere coraggiosi e far capire che questi obiettivi riguardano la qualità e la salute dei cittadini”.
Dario Nardella, sindaco di Firenze e presidente di Eurocities, la rete delle principali città europee, intervenendo con un videomessaggio ha detto che di fronte ai grandi temi globali “la politica del rinvio non è più accettabile. Le risorse del Pnrr devono essere il volano per lo sviluppo sostenibile. Attraverso le città passa il futuro di tutto il continente. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi dobbiamo avere a bordo tutte le città e le loro comunità”. Anche Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, con un videomessaggio ha sottolineato che le grandi crisi richiedono capacità di adattamento in tempi limitati, ma una speciale attenzione deve essere rivolta alle fasce più vulnerabili della società.
Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, ha richiamato l’attenzione su alcune tematiche affidate ai comuni, come il trasporto pubblico: “è un fattore che riguarda le città, l'impatto ambientale; il numero di vittime di incidenti stradali nelle città è impressionante. Ha poi segnalato che bisogna migliorare la qualità del rapporto tra Stato, regioni ed enti locali.
Anna Lisa Boni, assessora ai fondi europei, Pnrr e relazioni internazionali del Comune di Bologna, è la coordinatrice delle nove città italiane della Missione Ue 100 Climate neutral and smart cities by 2030: “È un'opportunità importante per gli enti locali. Abbiamo individuato le tematiche più rilevanti per andare incontro a questa transizione, per esempio le rinnovabili, l'autoconsumo e le comunità energetiche”.
Anna Riccardi, della Comunità energetica di San Giovanni a Teduccio, ha raccontato l’esperienza di questa piccola comunità autosufficiente nella periferia est di Napoli e una delle prime create in Italia: “Con la nostra iniziativa distribuiamo il ricavato della vendita dell’energia a 40 famiglie del territorio. Ad oggi ne fanno parte solo 18, le altre sono state ostacolate dall'accesso alla cabina elettrica”. Ha preso la parola poi Francesco D’Amore, presidente del Parco regionale d’Abruzzo Sirente Velino, una delle prime Green Community finanziate dal Pnrr.
Rodolfo Giampieri, presidente dell’Associazione porti italiani (Assoporti), ha sottolineato che 16 Autorità di sistema portuale hanno predisposto i loro bilanci di sostenibilità in base a una direttiva del ministro del precedente governo Enrico Giovannini. Il legame porto-città, secondo Giampieri, è fondamentale per gli impatti sulla comunità: “I porti sono stati trasformati, l'arrivo di liquidità dal Pnrr è stato indirizzato verso l’adeguamento delle infrastrutture, l'ingresso delle tecnologie e la sostenibilità. La modernizzazione dei porti sta portando nuovo lavoro, che apre anche alla parità di genere”.
Secondo Irene Priolo, vicepresidente e assessora alla Transizione ecologica, contrasto al cambiamento climatico e ambiente della Regione Emilia-Romagna, a un anno dalla nascita della Strategia regionale Agenda 2030, elaborata con il supporto dell’ASviS, dal Rapporto Territori emerge che occorre uno sforzo ulteriore: “Le regioni hanno il ruolo di mettere a sistema, di pianificare (…) La strategia multilivello deve vedere una partnership forte e una pianificazione davvero nazionale, che su alcuni aspetti manca ma su altri ha fatto registrare passi avanti. Penso alla pianificazione di alcuni segmenti relativi alla mobilità e alla logistica”.
Flavio Proietti Pantosti, del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ha illustrato l’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile approvata dal ministero prima dell’entrata in carico del nuovo governo, sottolineando che può essere adottata in prospettiva anche dagli altri ministeri e amministrazioni locali.
Silvia Grandi, direttore generale per l’Economia circolare del Ministero dell’Ambiente e la sicurezza energetica, si è concentrata sulla Strategia nazionale di sviluppo sostenibile, in attesa dell’approvazione finale da parte del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite): “La Strategia ha una forma quasi definitiva. Il passaggio in Conferenza ha ribadito la condivisione tra tutte le regioni. Questa concretezza si riflette anche sulla struttura e sulla completezza”.
Il presidente dell’ASviS Pierluigi Stefanini ha tirato le fila della giornata di lavoro soffermandosi su alcuni punti. Il primo elemento è quello di essere come Alleanza al servizio del Paese con “un approccio analitico e propositivo”. Bisogna incoraggiare poi un processo democratico, affinché “i cittadini possano instaurare un dialogo con le istituzioni e possano avere uno strumento di controllo”. A proposito dei disastri più recenti, ha detto che “manca la consapevolezza dell'esistenza di strumenti analitici e bisogna che questi strumenti indirizzino le politiche”. Infine, Stefanini ha sottolineato che il Paese fatica perché “manca una visione d'insieme e di lungo periodo, abbiamo difficoltà a focalizzare le relazioni che ci sono tra i diversi piani. Mai come oggi abbiamo bisogno di dare spazio ed efficacia a un approccio più trasformativo”.
L’evento è stato seguito in diretta streaming sui canali web e social dell’ASviS, oltre che sui siti Ansa, Green&Blue, Il Sole24ore e Quotidiano Nazionale e sulla pagina Facebook di Ansa, e ha raggiunto almeno 41mila persone con oltre 35mila visualizzazioni della diretta, mentre l'attività social ha raggiunto circa 9mila persone.
di Andrea De Tommasi
Scarica:
- il Rapporto Territori 2022
- l'Executive summary
- l'introduzione di Mallen e Stefanini, presidenti dell'ASviS
- l'Agenda territoriale per lo sviluppo sostenibile
- il comunicato stampa nazionale
- Leggi la news sul Rapporto
Le presentazioni di: