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Verso l’abolizione dei gas serra: 65 Paesi firmano l’Emendamento Kigali

Riducendo dell’80% l’uso e il consumo degli idrofluorocarburi, usati negli impianti di refrigerazione e climatizzazione, si può ridurre di oltre 0,4 °C il riscaldamento globale entro la fine del secolo. 10/1/2019

Ridurre la produzione e il consumo di idrofluorocarburi (Hfc) per contrastare il cambiamento climatico è l’obiettivo dell’Emendamento Kigali, entrato in vigore il 1° gennaio 2019.

Ratificato da 65 Paesi, l’Emendamento è l’ottavo aggiornamento del Protocollo di Montreal, il trattato internazionale risalente al 1987 promosso dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), volto a ridurre l’uso di clorofluorocarburi o gas Cfc, dannosi per lo strato di ozono. Il protocollo di Montreal, che ha portato all'eliminazione graduale di oltre il 99% di quasi 100 sostanze chimiche che riducono l'ozono e a una riduzione del 20% del buco dell’ozono dal 2005 a oggi (come dimostrano le analisi della Nasa e dell'Unep), finora si è occupato esclusivamente della protezione dell’ozono stratosferico, secondo quanto stabilito dalla Convenzione di Vienna dell’85.

Con l’Emendamento, il Protocollo compie un ulteriore passo e, allineandosi agli obiettivi degli Accordi di Parigi sul clima, affronta il cambiamento climatico, affermando la necessità di ridurre drasticamente l’uso degli idrofluorocarburi, i composti organici usati dagli anni ‘90 negli impianti di refrigerazione e di climatizzazione. Sebbene gli idrofluorocarburi non abbiano effetti dannosi sullo strato di ozono, sono gas serra con effetti sul riscaldamento globale superiori al biossido di carbonio. Riducendo il loro uso dell’80% nei prossimi 30 anni, si prevede la diminuzione dell’aumento di temperatura di oltre 0,4 °C entro la fine del secolo.

L'attuazione dei nuovi obiettivi definiti nell'Emendamento, come spiega il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, sarà effettuata in tre fasi, con un gruppo di Paesi industrializzati che avvierà il congelamento degli Hfc in modo graduale dal 2019, seguito da un gruppo di Paesi in via di sviluppo, tra cui Cina, Brasile e Sudafrica nel 2024 e da un terzo gruppo di Paesi, tra cui India e i Paesi del Golfo, che inizierà nel 2028. Entro la fine del 2047 i Paesi aderenti sono tenuti a consumare massimo il 15-20% di idrofluorocarburi delle loro quote base, raggiungendo i risultati in tempi diversi: i Paesi industrializzati dovranno raggiungere l’obiettivo entro il 2036, mentre gli altri dovranno rispettare i limiti di consumo entro il 2045 e il 2047. L’Emendamento ha inoltre stabilito le modalità pratiche per la sua attuazione, prendendo accordi sulle tecnologie per la distruzione degli idrofluorocarburi e dando disposizioni per la segnalazione dei dati, per il rafforzamento istituzionale e lo sviluppo di strategie nazionali per ridurre gli Hfc e sostituirli con valide alternative. La graduale riduzione degli idrofluorocarburi, infatti, come sottolinea il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, può diventare uno slancio utile alla riprogettazione delle apparecchiature di raffreddamento, al fine di renderle più efficienti dal punto di vista energetico, favorendo ulteriormente l’ambiente.

 

di Viola Brancatella

giovedì 10 gennaio 2019

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