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VITA SOTT'ACQUA

Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile

Oltre tre miliardi di persone nel mondo dipendono dalla biodiversità marina e costiera per il loro sostentamento. Secondo gli ultimi dati 2021, risulta che di questo passo entro il 2050 avremo più plastica che pesci nei nostri mari. A fronte di una media europea del 77,8%, in Italia gli stock ittici sono sovrastruttati al 91,4%. 

Notizie

State of climate services: due miliardi di persone soffrono lo stress idrico

Dal 2000 i disastri legati alle inondazioni sono aumentati del 134%. Crescono per numero e durata anche i periodi di siccità. Fondamentale una gestione integrata delle risorse idriche, dice l’Organizzazione meteorologica mondiale.  9/11/21

Il mondo è in ritardo rispetto al Goal 6 dell’Agenda 2030 che punta a garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie. Lo dichiara il rapporto “2021 State of climate services” pubblicato in ottobre dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), dedicato all’aumento dei rischi legati all’acqua a causa del cambiamento climatico. “L'aumento delle temperature si traduce in cambiamenti delle precipitazioni globali e regionali, portando a mutamenti nei modelli di pioggia, con un impatto importante sulla sicurezza alimentare, sulla salute e sul benessere umano” ha dichiarato Petteri Taalas, segretario generale del Wmo.

Sempre meno acqua. Nel 2018, evidenzia il Rapporto, 2,3 miliardi di persone vivevano in forti condizioni di stress idrico. Nel 2020 3,6 miliardi di individui hanno avuto un accesso inadeguato all’acqua per almeno un mese all’anno. Una condizione che entro il 2050 potrebbe riguardare più di cinque miliardi di persone. Negli ultimi 20 anni, l'accumulo di acqua terrestre - la somma di tutta l'acqua presente sulla superficie terrestre e nel sottosuolo, compresa l'umidità, la neve e il ghiaccio - è andato diminuendo al ritmo di un centimetro all'anno. Condizione aggravata dal fatto che solo lo 0,5% dell'acqua sulla Terra è utilizzabile e disponibile come acqua dolce.

Anche i rischi legati all'acqua sono aumentati di frequenza negli ultimi due decenni. Dal 2000, i disastri legati alle inondazioni sono aumentati del 134%, il numero e la durata dei periodi di siccità sono cresciuti del 29%. Asia e Africa sono i due Paesi dove si registrano la maggior parte dei decessi e delle perdite economiche legate rispettivamente alle inondazioni e ai periodi di siccità. Per ridurre i disastri legati all'acqua e supportare la gestione delle risorse idriche, sottolinea il Rapporto, è necessario implementare i servizi, rafforzare i sistemi di allerta precoce end-to-end, e incrementare gli investimenti sostenibili.


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Dati e best practice. Il report sottolinea come circa il 60% dei servizi meteorologici e idrologici nazionali, le agenzie incaricate di fornire informazioni di base e servizi di allerta al governo, al pubblico e ai cittadini, non abbia le capacità necessarie per fornire servizi climatici. Una valutazione dell'Organizzazione meteorologica mondiale su 101 Paesi ha rilevato che molto spesso i dati idrologici non sono disponibili (67%) e che i sistemi di previsione e di allerta delle piene fluviali o dei periodi di siccità sono assenti o inadeguati (rispettivamente nel 34% e nel 54% dei casi).

In Honduras, la compagnia elettrica statale Empresa nacional de energía eléctrica che gestisce la diga El Cajón, responsabile della generazione, distribuzione e commercializzazione dell'elettricità nel Paese, ha sfruttato il servizio Streamflow forecast GeoGloWs per ottenere informazioni affidabili e utili nella gestione dell'acqua prima degli uragani Eta e Iota del 2020. GeoGloWs è un'applicazione sviluppata dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, dedicata alle previsioni globali di deflusso. L’applicazione trasforma il deflusso in previsioni di portata fluviale per ogni fiume del mondo. La compagnia honduregna ha utilizzato la previsione di scarico per gestire i livelli del serbatoio prima dell'arrivo di Iota, programmando una serie di rilasci controllati, così da liberare il bacino idroelettrico scongiurando il pericolo di esondazione. In Inghilterra, il Flood briefs for the Uk Foreign, Commonwealth and Development Office (Fcdo) ha sviluppato e testato sistemi di allerta precoce per alluvioni dedicati agli attori umanitari internazionali prima e durante gli eventi climatici. I bollettini si basano sulla combinazione dei dati forniti dal Copernicus emergency management service global flood awareness system (GloFas) e dalle previsioni del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine.

La gestione integrata delle risorse idriche, continua il Rapporto, è fondamentale per raggiungere il benessere sociale, economico e ambientale nel lungo periodo. Nonostante i progressi, 107 Paesi sono fuori strada per raggiungere l'obiettivo di gestire in modo sostenibile le proprie risorse idriche entro il 2030, così come stabilito dal Goal 6 delle Nazioni unite. Se volessimo raggiungere l’Obiettivo, dovremmo quadruplicare gli attuali tassi di avanzamento. La buona notizia, secondo la Convenzione quadro delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), è che acqua e cibo sono le due questioni prioritarie che più emergono dai Contributi determinati a livello nazionale (Ndc), segno della volontà dei Paesi di rafforzare i servizi climatici per l'acqua.


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La roadmap per il futuro. Il Rapporto si conclude con una serie di raccomandazioni strategiche per i responsabili politici, volte a migliorare l'efficacia dei servizi climatici per l'acqua in tutto il mondo:

  • investire nella gestione integrata delle risorse idriche come soluzione per affrontare meglio lo stress idrico, in particolare nei piccoli Stati insulari in via di sviluppo e nei Paesi meno sviluppati;
  • puntare su sistemi di allerta precoce end-to-end per siccità e inondazioni nei Paesi meno sviluppati e più a rischio;
  • colmare il vuoto nella raccolta di dati per le variabili idrologiche di base, necessari per implementare i servizi climatici e i sistemi di allerta precoce;
  • migliorare l'interazione tra le parti interessate a livello nazionale per sviluppare e rendere operativi i servizi climatici, migliorandone il monitoraggio e la valutazione dei benefici socioeconomici;
  • rafforzare i dati per i servizi climatici nel settore idrico. Mancano i dati di 65 Paesi membri, in particolare di quelli dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo.

 

Scarica il Rapporto

 

di Tommaso Tautonico

martedì 9 novembre 2021

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