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Alta sostenibilità: solo insieme i Paesi possono affrontare la questione climatica
Quali prospettive sul clima dopo il summit di Biden? Se ne è discusso su Radio Radicale nella rubrica ASviS condotta da Manieri e Po, ospiti La Camera, Midulla, Sassi. [VIDEO] 26/04/21
All’indomani della Giornata della Terra del 22 aprile, quali sono le prospettive nella lotta al cambiamento climatico, anche alla luce del summit organizzato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden con i “grandi” Paesi emettitori di gas serra del pianeta? Questo il tema di discussione dell’ultima puntata della rubrica ASviS “Alta sostenibilità”, andata in onda su Radio Radicale il 26 aprile, e condotta da Valeria Manieri e Ruggero Po, con gli ospiti: Francesco La Camera (direttore generale di Irena, Agenzia internazionale per le energie rinnovabili), Maria Grazia Midulla (responsabile clima ed energia Wwf Italia), Pierluigi Sassi (presidente di Earth day Italia).
Il 2021 è un anno cruciale per la lotta al cambiamento climatico. Nella Cop 26 di novembre i Paesi dovranno infatti presentare i nuovi impegni di riduzione delle emissioni mentre piovono critiche su quanto poco fatto fino a ora, e dal mondo scientifico si moltiplicano gli allarmi in relazione alla stabilità climatica. In questi giorni in Italia tiene banco il discorso sul Pnrr, uno strumento importante che servirà a far capire in quale direzione il Paese vorrà andare per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, l’obiettivo posto dall’Europa che prevede che entro quella data le emissioni climalteranti del Continente siano totalmente assorbite dagli ecosistemi.
Pierluigi Sassi, presidente di Earth Day Italia
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - @PierluigiSassi @EarthDayItalia: Ancora vige nel nostro modello culturale, economico, politico, un criterio di competizione e non di cooperazione, come invece richiede la questione climatica. La resilienza si amplifica solo se reagiamo insieme.
— ASviS (@ASviSItalia) April 26, 2021
Proprio per sensibilizzare sempre più i cittadini sui temi ambientali, Earth day Italia il 22 aprile ha organizzato una maratona andata in onda su RaiPlay. “#OnePeopleOnePlanet” ha dato vita a una diretta di 13 ore tra interventi, approfondimenti, testimonianze, performance e campagne, a sostegno dell’unico pianeta che abbiamo. In concomitanza della Giornata mondiale della Terra, come detto, la nuova presidenza americana ha organizzato un grande evento sul clima in videoconferenza dal titolo “Leaders summit on climate”. “Devo essere sincero, mi lascia un po’ perplesso il fatto che ci sia bisogno di fare un summit sul clima il 22 aprile nel giorno dell’Earth day”, ha esordito Pierluigi Sassi, “secondo me ancora vige nel nostro modello culturale, economico, politico, un criterio di forza e di competizione e non di cooperazione. Dal 1992, anno storico della Conferenza di Rio, si sono avvicendate 25 conferenze sul clima (la ventiseiesima sarà quella di Glasgow) nelle quali non si è ottenuto nulla. E sono queste le sedi istituzionali dove conseguire qualcosa. Poi si sono aggiunti anche i G20, che rappresentano l’80% dell’economia mondiale, per provare a velocizzare l’azione. In sostanza, sono felice che il summit di Biden sia stato fatto, e sicuramente aiuta, però ci siamo dimenticati che parliamo di un argomento che coinvolge dal primo all’ultimo individuo sul pianeta. Tutti siamo costretti a fare dei cambiamenti. Come ha giustamente detto Papa Francesco, la nostra resilienza si amplifica solo se reagiamo insieme”.
Francesco La Camera, direttore generale Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena)
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - @flacamera @IRENA: Gli impegni presi al summit di @JoeBiden ci fanno sperare che si possa raggiungere neutralità climatica al 2050. Fermo restando che la finestra dell'azione si sta chiudendo, e che una cosa sono gli impegni, altra l'attuazione
— ASviS (@ASviSItalia) April 26, 2021
Al vertice sul clima alcuni Paesi hanno presentato i propri impegni sulle emissioni. L’Unione europea, per esempio, ha ribadito la sua intenzione di tagliare del 55% le proprie emissioni entro il 2030 e rispetto ai livelli del 1990, mentre gli Stati Uniti puntano al target del 52%. Per Francesco La Camera “ci sono un paio di considerazioni positive da fare sul vertice climatico organizzato dal presidente Biden. Finalmente la dimensione del multilateralismo rivede gli Stati Uniti tra i protagonisti, in secondo luogo c’è il carattere speciale che ha assunto la questione climatica. Anche in aree dove ci sono attriti tra Paesi, il clima ha reso possibile che tutti fossero allo stesso tavolo per lavorare per il rispetto dell’Accordo di Parigi. Gli impegni presi al summit ci consentono di sperare che si possa raggiungere la neutralità climatica al 2050. Fermo restando che come Irena abbiamo detto chiaramente che la finestra delle opportunità si sta chiudendo. Quindi una cosa sono gli impegni, un’altra la pianificazione e l’attuazione. Serve uno sforzo notevole.”
Maria Grazia Midulla, responsabile Clima ed energia Wwf Italia
#AltaSostenibilità @RadioRadicale - @MgMidu @WWFitalia: La politica non ha ancora messo la marcia giusta sul clima. Alcuni grandi inquinatori si stanno orientando verso ‘cortine fumogene’, una è sicuro l’uso ambiguo dell’idrogeno. Strumento utile solo se ricavato da rinnovabili.
— ASviS (@ASviSItalia) April 26, 2021
Anche Maria Grazia Midulla ha rimarcato che serve un grande sforzo per rendere efficace la lotta climatica, e ha sottolineato che “la politica non ha ancora messo la marcia giusta, e parlo a livello globale. La presidenza Biden sta dando però un forte segnale, anche internamente. Se guardiamo per esempio al piano del lavoro degli Stati uniti, ci accorgiamo che in realtà è un piano clima. È un po’ il segno della rivoluzione che dovremmo vedere nei prossimi anni: le politiche ambientali dovrebbero essere infatti proprio la base per le politiche economiche e sociali. In generale dal summit mi aspettavo qualche cosa in più. Purtroppo ho avuto conferma che alcuni grandi inquinatori si stanno orientando verso ‘cortine fumogene’, una delle quali è rappresentata dall’uso ambiguo dell’idrogeno. Qui voglio essere molto chiara: l’idrogeno è sicuramente uno strumento utile, ma in alcuni settori e solo se viene ricavato da fonti rinnovabili”.
di Ivan Manzo
Vai all'archivio delle puntate di Alta sostenibilità, la trasmissione di ASviS a cura di Valeria Manieri, Ruggero Po ed Elis Viettone, in onda il lunedì dalle 12:30 alle 13:00 su Radio Radicale.