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ISTRUZIONE DI QUALITA'

Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti

In Italia la dispersione scolastica passa dal 14,7% nel 2018 al 13,1% nel 2021, a fronte di una media Ue del 9,7%. Permangono divari di genere più forti che negli altri Paesi europei e allarmanti disparità sociali e territoriali con riferimento alla qualità degli apprendimenti.

Approfondimenti

Timss e Pisa 2015 proiettano nuova luce sui sistemi scolastici italiani

di Stefano Molina, Fondazione Giovanni Agnelli

Gli studenti italiani possono fare di più in scienze e lettura, ma stanno progredendo bene in matematica, secondo le rilevazioni dell’Iea e dell’Ocse. Un grave divario di genere continua ad affliggere l’istruzione italiana.
Dicembre 2016

Nel giro di pochi giorni una vera e propria valanga di dati sul funzionamento dei sistemi scolastici si è riversata sulle scrivanie dei ricercatori e dei decisori in campo educativo: a fine novembre sono usciti gli esiti della rilevazione quadriennale Timss dell’IEA sugli apprendimenti in matematica e scienze dei ragazzi iscritti al 4° e all’8° anno di scuola (1); ieri sono stati pubblicati gli attesi risultati della rilevazione triennale Pisa dell’Ocse che, come è noto, verifica le competenze dei 15enni in tre aree (lettura, matematica, scienze) (2). Entrambe le rilevazioni si riferiscono all’anno 2015 e dunque consentono di  stabilire quale sia la posizione di partenza dell’Italia sulla scena internazionale rispetto ad alcuni dei target del quarto obiettivo dell’Agenda globale (un’istruzione di qualità per tutti entro il 2030).

Da una prima lettura si possono trarre alcune indicazioni.
1. Chi cerca l’eccellenza in matematica e scienze deve senz’altro rivolgere lo sguardo a Est. I vertici delle graduatorie internazionali sono stabilmente occupati da paesi asiatici (Singapore, Hong Kong, Taiwan, Giappone, Corea del Sud), dove lo studente medio ottiene risultati che nelle nostre scuole sarebbero giudicati assolutamente superlativi. Quali fattori possono spiegare tale successo? Chi ha studiato, ad esempio, il caso di Singapore (3) mette in luce un mix di cause – non tutte esportabili – che include elevati standard in sede di reclutamento dei docenti, qualità della loro formazione in itinere, adozione sin dagli anni Cinquanta di politiche scolastiche a favore del bilinguismo (con l’inglese), una curvatura del curriculum verso le competenze rilevate dalle indagini internazionali, esami estremamente esigenti e severi sui quali convergono gli sforzi di docenti, studenti e genitori. Anche in Occidente si possono comunque trovare ottimi esempi da studiare e da seguire: alla “solita” Finlandia, il cui modello continua a produrre risultati apprezzabili seppure in lieve declino, si stanno affiancando l’Estonia e il Canada.

2. Mentre alle precedenti rilevazioni (Timss 2011 e Pisa 2012) l’Italia non eccelleva, ma almeno mostrava risultati che tendevano a crescere nel tempo, i dati del 2015 ci restituiscono un’Italia che segna il passo: gli studenti italiani si collocano stabilmente in una posizione mediana, con segnali di arretramento in scienze e in lettura, e modesti progressi in matematica. I valori medi nazionali nascondono profondi divari territoriali che sarebbe stato doveroso misurare. Purtroppo, a differenza delle precedenti rilevazioni, Pisa 2015 non potrà fornire elementi utili a tal fine: con una decisione perlomeno dubbia, le autorità scolastiche italiane hanno deciso di non finanziare l’abituale sovra-campionamento che consentiva di mettere a fuoco le competenze dei quindicenni regione per regione. Si tratta di una lacuna alquanto grave, anche alla luce dell’importanza riconosciuta alla fonte Pisa (non solo dall’OCSE, ma anche recentemente da Eurostat (4)) per un adeguato monitoraggio del quarto obiettivo dell’Agenda globale.

3. C’è però un divario che Timss e Pisa rivelano in tutta la sua gravità: il divario di genere. Mentre sulla scena mondiale si sta riassorbendo la distanza (a sfavore delle ragazze) negli apprendimenti in matematica e scienze, l’Italia va decisamente in controtendenza: se messe di fronte a una figura geometrica o a un’equazione, le bambine e le ragazze italiane manifestano difficoltà crescenti rispetto ai loro coetanei, che pure non ottengono risultati brillanti. Pensavamo, forse un po’ ingenuamente, che almeno nel mondo scolastico le discriminazioni e gli svantaggi di genere fossero un ricordo del passato, quando l’istruzione era un privilegio per pochi. Dobbiamo ricrederci e aprire gli occhi sul fatto che oggi, dalle elementari alle superiori, le distanze fra ragazze e ragazzi tendono ad accentuarsi, e proprio su un terreno – quello delle competenze matematiche e scientifiche - da tutti riconosciuto come fondamentale per la crescita e l’occupabilità degli individui.  Alla luce dei risultati di Timss e di Pisa 2015, tra le priorità educative che possono essere suggerite a un nuovo Governo c’è senz’altro una didattica della matematica e delle scienze più amichevole nei confronti delle ragazze.

Figura 1 – Risultati ottenuti dagli studenti italiani alle prove Timss di matematica in quarta elementare. Confronto tra ragazzi (in nero) e ragazze (in blu), dal 2003 al 2015.
 

 

 

Bibliografia

NOTE:

1 - Si veda http://timss2015.org/
2 - Si veda http://www.oecd.org/pisa/
3 - Zongyi Deng and S. Gopinathan, PISA and high-performing education systems: explaining Singapore’s education success, Comparative Education, Vol. 52, 4, 2016.
4 - Eurostat, Sustainable development in the European Union. A statistical glance from the viewpoint of the UN Sustainable Development Goals, 2016.

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