Approfondimenti
Una governance dell’educazione civica per migliorare la qualità dell’istruzione
di Pier Paolo Cairo, funzionario project manager dell’USR Emilia-Romagna – AT Modena
L’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna – Ambito di Modena sperimenta una modalità innovativa per valutare e migliorare i percorsi di Educazione civica nelle scuole, per stimolare l’interesse dei giovani e creare un legame tra scuola e mondo attuale.
27 settembre 2022
La sperimentazione dell’Ufficio scolastico di Modena nell’ottica dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
Dall’avvento dell’autonomia scolastica sul finire del secolo scorso[i], la storia del nostro Paese (e dell’intero Pianeta) è stata segnata da eventi sociali, economici e ambientali di tale portata, da non poter non interessare anche il mondo della scuola e dell’educazione.
Fondamentalismo religioso, fenomeni migratori, crisi economico-finanziaria, aumento della disoccupazione, del precariato e delle diseguaglianze sociali, caduta demografica, crisi climatica e scarsità delle risorse naturali, fino alla recente pandemia da Covid-19 e alle tensioni geopolitiche determinate dalla guerra in Ucraina. Questa convergenza di crisi che si alimentano a vicenda, manifestatasi con l’avvio del ventunesimo secolo, richiede un programma complessivo di sviluppo sostenibile dell’umanità, che non può prescindere dalla formazione delle nuove generazioni.
Dall’Agenda 2030 dell’Onu emerge con chiarezza il contributo che l’istruzione può e deve dare allo sviluppo sostenibile. Nell’ottica dell’Agenda, la scuola ha il compito, da un lato, di promuovere la conoscenza, la comprensione e l’interpretazione dei problemi della civiltà attuale (c.d. educazione allo sviluppo sostenibile: Goal 4, Target 4.7). Dall’altro, ha il compito fondamentale di contrastare la crescente diseguaglianza sociale ed economica determinata dall’ondata di crisi[ii], offrendo a ciascuno l’opportunità di scoprire ed esprimere il proprio potenziale, per realizzare sé stesso e contribuire, nel contempo, al benessere e al progresso della società (come si evince da tutti i Target del Goal 4).
La prospettiva offerta dall’Agenda 2030, che mira a coniugare equità e qualità dell’istruzione, ha ispirato i progetti di valutazione e miglioramento della performance delle scuole, promossi dall’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna - Ambito territoriale di Modena[iii].
In particolare, nel campo dell’educazione civica – insegnamento introdotto dalla legge n. 92/2019 nei curricoli scolastici di ogni ordine e grado – l’Ufficio scolastico di Modena ha avviato un sistema di valutazione e miglioramento dei percorsi didattici, volto a garantire un livello di qualità adeguato e coerente con le finalità della legge e a promuovere opportunità formative motivanti e coinvolgenti per gli studenti, anche nelle realtà scolastiche più disagiate.
Il progetto promuove il miglioramento dell’educazione civica agendo sul piano della governance, della didattica e della gestione della scuola.
Si fornirà, di seguito, un quadro d’insieme della sperimentazione esaminandola su questi tre piani.
- Stato, scuola e territorio: le tre componenti del sistema educativo e il modello di governance proposto dal progetto
Il progetto parte dall’idea che, per realizzare l’ambiziosa mission educativa che le consegna il mondo contemporaneo, la scuola non può essere lasciata sola ma deve agire all’interno di un sistema, nel quale le diverse componenti sono chiamate ad interagire per raggiungere gli obiettivi che si prefiggono.
In questo sistema triangolare, le istituzioni scolastiche hanno bisogno, da una parte, di collaborare con gli attori del territorio (imprese, enti pubblici, organizzazioni del Terzo settore), che sono l’interfaccia tra la scuola e la comunità esterna e consentono a docenti e studenti di confrontarsi con i problemi del mondo reale. La comunità esterna ha, dunque, un “potenziale” formativo irrinunciabile per una scuola di qualità.
D’altra parte, la collaborazione tra il mondo della scuola e le realtà del territorio richiede una governance che possa indirizzarne le molteplici forze e risorse in una direzione comune, definendo obiettivi chiari e condivisi – che si riflettono, in ultima analisi, nei Goal dell’Agenda 2030 - e stimolando un miglioramento continuo del “fare scuola”. Questo ruolo di guida compete allo Stato, chiamato dalla Costituzione a garantire una scuola unitaria, equa ed inclusiva, che promuove il pieno sviluppo della persona e la partecipazione di tutti alla vita politica, economica e sociale (artt. 2, 3, 33 e 34 Cost.).
Dagli anni ’90 del secolo scorso, l’autonomia scolastica ha portato a superare il modello di Stato dirigista, che stabiliva a livello centrale programmi scolastici uniformi. Le competenze didattiche e gestionali sono state trasferite (almeno in parte) alle singole istituzioni scolastiche, in quanto ritenute più idonee a rispondere ai bisogni dell’utenza con propri progetti formativi “adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti”[iv].
Tuttavia, tenuto conto dei diversi gradi e forme che può avere l’autonomia scolastica e degli impatti che ha generato sulla performance delle scuole nei diversi Paesi[v], sembra ormai chiaro che l’autonomia, di per sé, non può essere sufficiente a migliorare i risultati di apprendimento degli studenti[vi].
Di fronte alle sfide ambiziose poste dall’Agenda 2030, diviene essenziale il ruolo di governance dello Stato - segnatamente del Ministero dell’Istruzione[vii] - nel promuovere il miglioramento e garantire l’equità del sistema scolastico, in modo da far fronte, in Paesi come il nostro, agli ampi divari nei risultati delle scuole, delle classi e degli studenti, che sono spesso collegati ai diversi contesti socio-familiari e territoriali[viii] e che l’autonomia scolastica ha finito per accentuare.
In questa prospettiva, il progetto dell’Ufficio scolastico di Modena definisce l’orizzonte dei risultati che ci si aspetta dalle scuole, definendo un set di standard di qualità dei percorsi di educazione civica e aiutando le scuole a raggiungerli.
Per fare ciò si avvale di diversi strumenti di guida e accompagnamento utili a docenti, dirigenti scolastici e figure esterne del territorio: guide operative; confronto diretto con gli attori coinvolti; valutazione condivisa (anche con gli studenti) delle azioni compiute e dei risultati raggiunti; analisi delle criticità emerse e azioni di risposta al fabbisogno[ix].
- Gli standard di qualità dell’educazione civica per il miglioramento della didattica scolastica
Gli standard di qualità si configurano come risultati attesi, che non riguardano i contenuti dell’apprendimento (cosa lo studente deve apprendere)[x], bensì le condizioni di apprendimento (in che modo deve apprendere).
Infatti, le conoscenze e le competenze – che sono il fine ultimo della scuola – non possono essere trasferite automaticamente nella mente degli studenti, ma devono essere da loro assimilate e sviluppate in modo autonomo. Il compito del sistema-scuola consiste, allora, nel metterli in condizione di apprendere in maniera efficace, di comprendere e applicare nozioni e procedure imparate a scuola e di sviluppare attitudini e interessi, confrontandosi con i contesti e i problemi del mondo contemporaneo.
Prefissati, dunque, i risultati attesi in termini di condizioni di apprendimento da garantire agli studenti, spetta alle scuole definire, insieme ai partner esterni, le azioni e i percorsi didattici per realizzarli.
Sinteticamente, gli standard di qualità proposti dal progetto possono essere raggruppati in cinque nuclei:
- interdisciplinarità/trasversalità: offrire percorsi interdisciplinari che partono da un tema/problema della civiltà attuale e lo affrontano con strumenti e prospettive di diverse discipline;
- curricolarità: integrare i temi dello sviluppo sostenibile nel curricolo delle discipline scolastiche, strutturando queste ultime intorno ai concetti essenziali, che vengono sviluppati e chiariti attraverso il loro utilizzo nei contesti reali;
- personalizzazione/differenziazione: progettare percorsi di educazione civica il più possibile coerenti con le attitudini, gli interessi e il livello di conoscenze dei ragazzi;
- coinvolgimento attivo degli studenti: lasciare autonomia agli studenti nel rielaborare le conoscenze, fare ricerche e approfondimenti e dare una loro interpretazione ai problemi presentati, eventualmente proponendo possibili soluzioni;
- partnership con il territorio: valorizzare le risorse e le competenze dei soggetti del territorio per supportare i docenti nella co-progettazione di percorsi aderenti alle problematiche reali e in grado di rispondere alle esigenze conoscitive degli studenti.
Nello scorso anno scolastico 2021-2022, docenti ed esperti esterni hanno co-progettato unità di apprendimento trasversali sui temi della transizione energetica e dell’energia solare; dell’economia circolare applicata all’ambiente scolastico; della produzione, del consumo e dello smaltimento di apparecchi elettronici come gli smartphone.
Le diverse tematiche sono state affrontate, seppure a grandi linee, con gli strumenti forniti da diverse discipline: italiano, storia, diritto, economia, chimica, biologia, matematica, informatica, inglese.
- La gestione delle risorse necessarie al miglioramento e le prospettive future del progetto
Per assicurare agli studenti condizioni di apprendimento efficaci, in grado di sviluppare in loro conoscenza, competenza e motivazione, occorre che il sistema-scuola, a sua volta, sia messo in condizione di operare bene, nella direzione degli standard di qualità.
Una volta valutati i percorsi di educazione civica svolti dalle scuole partecipanti al progetto, l’Ufficio scolastico di Modena interviene sulle criticità emerse, in modo da reperire o “attivare” le risorse (materiali e immateriali) che servono per affrontare tali criticità.
In estrema sintesi, nei percorsi finora esaminati si è evidenziato un fabbisogno di:
- capitale relazionale: ampliare/rafforzare le relazioni di fiducia con la comunità esterna, per utilizzarne a pieno le competenze nell’ambito del progetto, individuando e sensibilizzando soggetti del territorio che contribuiscono in modo significativo all’attuazione dell’Agenda 2030 (l’Ufficio scolastico ha coinvolto nel progetto, per esempio, Legambiente Emilia-Romagna, l’Associazione per la responsabilità sociale delle imprese che aderisce ad ASviS e l’Istituto storico di Modena);
- capitale motivazionale: motivare il corpo docente a partecipare al progetto di miglioramento, attraverso la sollecitazione proveniente dall’Amministrazione ministeriale e dai Dirigenti scolastici, che tracciano un percorso istituzionale di miglioramento con obiettivi chiari e sfidanti, ma anche tramite incentivi economici destinati ai docenti che contribuiscono al raggiungimento degli standard di qualità;
- capitale professionale: non serve tanto fornire ai docenti una formazione teorica e difficilmente applicabile nel lavoro quotidiano; è meglio accompagnarli, con l’aiuto dei soggetti esterni, nella progettazione interdisciplinare dei percorsi formativi, oltre che nell’integrazione dei curricoli scolastici con i temi dello sviluppo sostenibile.
E’ da questo fabbisogno che il progetto intende partire nell’anno scolastico 2022-2023 per avviare le prossime azioni di miglioramento dell’educazione civica. Valutazione e miglioramento sono, infatti, un processo continuo che si può approfondire ed estendere ad altre scuole, altre classi, altri studenti.
Il seguito della sperimentazione sarà, pertanto, illustrato in un articolo successivo.
[i] Il regolamento attuativo dell’autonomia scolastica nel nostro Paese è del 1999 (D.P.R. n. 275/99).
[ii] P. Gerbaudo, Controllare e proteggere. Il ritorno dello Stato, Ed. Nottetempo, Milano, 2022, pp. 77-82. Per una recente analisi storica della diseguaglianza v. P. Ciocca, Ricchi e poveri. Storia della diseguaglianza, Einaudi, Torino, 2021.
[iii] Per conoscere i progetti si rinvia allo spazio web dedicato: https://mo.istruzioneer.gov.it/pagine-tematiche/progetti-di-ricerca/.
[iv] Così l’art. 1, comma 2, del D.P.R. 275/1999 (Regolamento sull’autonomia delle istituzioni scolastiche).
[v] Cfr. M. G. Dutto, L’autonomia delle scuole in Europa e altrove, Tecnodid, Napoli, 2019.
[vi] Così OCSE, Review of National Policies for Education, Italy, OECD Paris, 1998.
[vii] Il Ministero si compone di Uffici centrali e articolazioni periferiche (Uffici scolastici regionali e territoriali). Queste ultime, in particolare, oltre a fornire servizi strumentali e amministrativi (reclutamento, assegnazione del personale e delle risorse finanziarie alle scuole etc.) sono chiamate a supportare, verificare e accompagnare l’azione formativa svolta dalle scuole (vedi D.P.C.M. n. 166/2020 concernente l’organizzazione del Ministero dell’Istruzione).
[viii] Cfr. A. Gavosto, La scuola bloccata, Laterza, Bari, 2022, p. 28.
[ix] Per conoscere gli standard di qualità e le azioni di governance svolte dall’Ufficio scolastico si rimanda al link: https://mo.istruzioneer.gov.it/sperimentazione-della-governance-e-del-miglioramento/.
[x] Contenuti già definiti a grandi linee dal Ministero e dettagliati dalle scuole nella propria progettazione curricolare. In particolare, le Linee guida sull’educazione civica (D.M. n. 35/2020) indicano le aree tematiche da affrontare nei percorsi scolastici (Costituzione e legalità, sviluppo sostenibile e Cittadinanza digitale), gli obiettivi di apprendimento e i traguardi di competenza da raggiungere.
Nella sezione “approfondimenti” offriamo ai lettori analisi di esperti su argomenti specifici, spunti di riflessione, testimonianze, racconti di nuove iniziative inerenti agli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Gli articoli riflettono le opinioni degli autori e non impegnano l’Alleanza. Per proporre articoli scrivere a redazioneweb@asvis.it. I testi, tra le 4mila e le 10mila battute circa più grafici e tabelle (salvo eccezioni concordate preventivamente), devono essere inediti.