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Migliorare la salute nell’Ue riducendo le emissioni industriali e degli allevamenti
Settimana 4-10/4. Norme per il contrasto inquinamento dell’aria. Parlamento: embargo al gas russo, misure per i rifugiati ucraini, educazione civica, situazione Afghanistan. Neutralità climatica al 2030 per la Commissione Ue.
Rafforzare le norme di prevenzione dell’inquinamento dell’aria nell’Ue
La Commissione ha presentato il 5 aprile una serie di proposte per rafforzare la prevenzione dell’inquinamento dell’aria.
Le proposte modificano sostanzialmente la direttiva sulle emissioni industriali contemplando ulteriori fonti di emissione, migliorando l'efficienza del sistema di autorizzazione aumentando la trasparenza e la partecipazione dei cittadini, fornendo maggiore sostegno alle tecnologie innovative. Le misure attuano gli obiettivi del piano d’azione inquinamento zero e la relativa vision zero inquinamento al 2050 per un’ambiente sano per tutti, caposaldo delle azioni programmate nel Green Deal europeo.
Le nuove norme riguarderanno l’industria e in particolare la zootecnia, applicandosi agli allevamenti di bovini, suini e pollame di grandi dimensioni fino a coprire il 13% delle aziende commerciali europee. Ciò porterà a una copertura del quadro normativo per il 60% delle emissioni di ammoniaca (dall’attuale 18%) e per il 43% delle emissioni di metano (dall’attuale 3%) prodotte dal bestiame in Ue. La stima che riporta la Commissione sui risultati attesi in benefici per la salute è quantificata in 5,5 miliardi di euro all’anno, senza contare il miglioramento dei sistemi ecologici.
Un altro ambito interessato riguarda l’estrazione di metalli e minerali industriali e produzione di batterie su larga scala di cui è attesa una rapida espansione a supporto delle transizioni digitale e verde.
Novità sostanziale delle nuove proposte è l’attuazione di un processo partecipativo conforme alla convenzione di Aarhus, che dovrà garantire un accesso molto più ampio alle informazioni sui siti disciplinati dalla direttiva e consentirà ai cittadini di capire meglio le attività inquinanti condotte nelle immediate vicinanze delle loro abitazioni. Il regolamento riveduto sul portale delle emissioni industriali fornirà dati per impianto industriale o azienda agricola, per tipo di emissioni e per luogo.
Il pubblico e le Ong avranno più spazio per intervenire nei processi decisionali sul rilascio delle autorizzazioni ai siti e sulle condizioni alle quali rilasciarle.
Sempre sul tema inquinamento dell’aria la Commissione ha adottato anche due nuovi regolamenti sui gas fluorurati a effetto serra e sulle sostanze che riducono lo strato di ozono, rafforzando due quadri normativi esistenti, in linea con gli accordi internazionali quali l’Accordo di Parigi sul clima, il protocollo di Montreal e il relativo emendamento di Kigali.
Guerra in Ucraina: nuove sanzioni alla Russia, richiesta del Parlamento di embargo totale e immediato delle importazioni di gas russo, misure d’aiuto ai profughi.
Il quinto pacchetto di sanzioni adottato contro la Russia l’8 aprile dal Consiglio dell’Ue, riguarda il divieto d’importazione del carbone e altri combustili fossili solidi, divieto alle imprese di trasporto su strada russe e bielorusse di trasportare merci su strada nell’Unione, chiusura alle transazioni con quattro banche russe che rappresentano il 23% della quota di mercato del settore bancario russo, il divieto alle navi russe e a quelle gestite da russi di accedere ai porti dell’Ue, altre misure sull’export di beni strategici per la Russia legati in particolare alle tecnologie avanzate e ai semiconduttori, bando all’import di alcuni prodotti dalla Russia, un divieto generale di partecipazione delle imprese russe a qualsiasi tipo di appalto pubblico negli Stati membri, o l'esclusione di qualsiasi sostegno finanziario, sia a livello europeo, sia a livello degli Stati membri, agli enti pubblici russi.
Il pacchetto è stato pre-annunciato da Ursula von der Leyen durante la sessione plenaria del Parlamento europeo il 6 aprile.
Con una risoluzione adottata con 513 voti favorevoli, 22 contrari e 19 astensioni, il Parlamento europeo ha chiesto anche di più, proponendo l’embargo totale e immediato delle importazioni di gas russo. Oltre alla misura di escludere la Russia dal G20 e da altre organizzazioni multilaterali. Il Parlamento chiede anche d’intensificare la consegna delle armi all’Ucraina e ha ribadito il proprio sostegno a tutti gli aiuti di tipo difensivo alle forze armate ucraine offerti individualmente dai Paesi Ue e collettivamente attraverso lo strumento europeo per la pace.
Rilevando che, dall’inizio della guerra, in Ucraina si contano 6,5 milioni di sfollati interni (tra cui 2,5 milioni di bambini) e già più di quattro milioni di persone hanno trovato rifugio, soprattutto nei Paesi Ue vicini, ovvero Polonia (per 2,5 milioni), Romania, Ungheria, Slovacchia, Cechia, Moldavia, il Parlamento ha chiesto corridoi umanitari sicuri e adottato una specifica risoluzione sulla protezione dei minori in fuga dalla guerra e misure per un accesso più rapido al finanziamento di 3,4 miliardi di euro per i Paesi Ue che ospitano le persone in fuga dall’invasione, a seguito della decisione assunta dal Consiglio il 6 aprile. Il Consiglio dell’Ue ha inoltre adottato modifiche legislative per consentire agli Stati membri di reindirizzare ulteriori 17 miliardi di euro all’aiuto dei rifugiati, con le risorse provenienti dai fondi della politica di coesione e dal fondo di aiuti europei agli indigenti.
Nel frattempo, l’iniziativa promossa dalla Commissione europea e dal Canada "Stand Up for Ukraine" ha raccolto 9,1 miliardi di euro per le persone che fuggono dall'invasione russa e restano in Ucraina o sono dirette verso altri Paesi.
Per l’indipendenza dal gas russo e la sicurezza energetica, il Parlamento ha anche adottato il 7 aprile una decisone in cui indica la sua posizione sulla proposta presentata dalla Commissione europea il 23 marzo per accelerare la ricarica delle riserve strategiche di gas dell’Unione dell’80% al 1 novembre e sostenere famiglie e imprese per la prossima stagione invernale.
Altre novità
La Commissione europea ha adottato il 5 aprile la strategia d’inverdimento per la neutralità climatica al 2030 dei propri servizi, dando seguito a quanto già previsto nel programma del Green Deal europeo. Di fatto la misura prevede una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 60 % entro il 2030 rispetto al 2005 e la compensazione delle emissioni rimanenti mediante i crediti di assorbimento del carbonio. Considerato che la maggior parte degli edifici della Commissione sono nella regione di Bruxelles, la strategia dovrà allinearsi all’adesione di Bruxelles all’iniziativa 100 città intelligenti e a impatto climatico zero al 2030 (vedi nostro articolo di approfondimento su futuranetwork).
Tra gli altri atti adottati dal Parlamento durante la sessione plenaria (vedi elenco completo nella rassegna della settimana), si rileva la risoluzione sull'attuazione di misure di educazione civica.
In questa risoluzione il Parlamento europeo chiede una definizione europea comune di educazione civica ed esorta la Commissione a elaborare un quadro comune di competenze in materia di educazione civica, destinato a insegnanti e studenti, per la competenza chiave "cittadinanza"; chiede una strategia europea globale per l'educazione civica e la cittadinanza europea basata sui valori e i principi democratici condivisi dell'Ue e sui diritti fondamentali, quali la dignità umana, la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani, l'uguaglianza, la tolleranza, il rispetto delle diversità e la libertà di coscienza. In particolare osserva l'importanza dell'educazione civica nell'ottica della sensibilizzazione verso la transizione climatica e del conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030; sottolinea il legame tra l'educazione civica e l'educazione alla sostenibilità, nonché l'importanza di coordinare gli sforzi attualmente profusi per integrare entrambi i settori nelle politiche, nei programmi di studio, negli approcci pedagogici e nelle metodologie nell'ambito dell'apprendimento e l'istruzione formali, non formali e informali.
Il Parlamento offre indicazioni agli Stati membri sottolineando come fondamentale che l’educazione civica raggiunga anche gli adulti e i cittadini vulnerabili, includendo sinergie con le pertinenti azioni dell'Ue nel campo della gioventù e delle politiche dell'Unione per la lotta contro il razzismo e la xenofobia in tutte le sue forme, l'odio contro le persone Lgbtiq e la discriminazione delle donne e delle minoranze.
Con la risoluzione sul diritto alla riparazione, il Parlamento rinnova e rilancia le sue precedenti risoluzioni, e si collega alle ultime novità proposte dalla Commissione sull’economia circolare, mettendo ancora in evidenza che secondo il sondaggio dell’Eurobarometro del 2020 il 79% dei cittadini dell’Unione ritiene che i produttori dovrebbero essere tenuti a semplificare la riparazione dei dispositivi digitali o la sostituzione dei singoli componenti, mentre il 77% preferirebbe riparare i propri dispositivi anziché sostituirli.
La situazione in Afghanistan, in particolare dei diritti delle donne, è oggetto di una nuova risoluzione in cui il Parlamento condanna la decisione dei talebani di rinviare in modo permanente il ritorno a scuola delle ragazze oltre il sesto grado, nonostante il loro precedente impegno a consentire a ogni cittadino di accedere all’istruzione. Il Parlamento sottolinea che l'accesso all'istruzione per le donne e le ragazze deve costituire, da parte dell'Ue e dei suoi Stati membri, una condizione essenziale per qualsiasi ulteriore impegno nei confronti delle autorità afghane de facto e chiede di sostenere e proteggere quanti fuggono dall’Afghanistan. Ribadisce la necessità che l'Ue rafforzi la cooperazione con iPpaesi dell'Asia centrale e incoraggi il loro ruolo pratico e costruttivo nell'insediamento dei rifugiati afghani. Chiede alla Commissione un impegno a stanziare finanziamenti adeguati e specifici a favore di programmi e progetti nell'ambito dei diritti delle donne e dei diritti umani, rammaricandosi del fatto che il 31 marzo 2022 i donatori internazionali, tra cui l'Ue e i suoi Stati membri, abbiano promesso solo 2,44 miliardi di dollari in risposta all'appello delle Nazioni Unite per un importo di 4,4 miliardi di dollari.
Infine, si segnala che l’8 e il 9 aprile si è tenuta una nuova sessione plenaria della Conferenza sul futuro dell’Europa in cui sono state dibattute le raccomandazioni fatte da nove gruppi di cittadini europei e sugli input dei gruppi nazionali su tematiche sociali, cambiamenti climatici, migrazione, ruolo dell’Ue nel mondo.
di Luigi Di Marco