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In Italia la dispersione scolastica passa dal 14,7% nel 2018 al 13,1% nel 2021, a fronte di una media Ue del 9,7%. Permangono divari di genere più forti che negli altri Paesi europei e allarmanti disparità sociali e territoriali con riferimento alla qualità degli apprendimenti.

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Mobilità sociale e pari opportunità, Ocse lancia Osservatorio e nuovo rapporto

L’obiettivo principale è di aiutare i Paesi ad affrontare i divari crescenti trainati dall’attuale contesto economico, la pandemia da Covid e i processi di trasformazione digitale.    15/12/22

Le persone nei Paesi Ocse provenienti da contesti svantaggiati hanno scarse possibilità di risalire la scala socio-economica. Quasi il 65% degli individui in età lavorativa è preoccupato di essere meno sicuro finanziariamente rispetto ai propri genitori, e una quota quasi uguale teme che i propri figli avranno standard di vita ancora inferiori. È il quadro che emerge dal paper “Current challenges to social mobility and equality of opportunity”, pubblicato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) in occasione del lancio dell’ Osservatorio sulla mobilità sociale e le pari opportunità. Con l’istituzione del neonato organismo, l’Ocse intende raccogliere nuovi dati ed esperienze di ricerca e innovazioni da tutto il mondo dai governi, dalla società civile e dal settore privato.

L'attuale contesto economico, la pandemia di Covid-19 e i megatrend in corso, come la digitalizzazione e la trasformazione verde, minacciano le pari opportunità e la mobilità sociale per le generazioni attuali e future, sottolinea il Paper, curato dal Center for well-being, inclusion, sustainability and equal opportunity (Wise) diretto da Romina Boarini (leggi il suo articolo su FUTURAnetwork.eu). Uguaglianza di opportunità, si osserva, significa che tutti debbano essere trattati in modo equo, e abbiano pari opportunità di fare bene nella vita, indipendentemente dalle circostanze che sfuggono al controllo. Quando le differenze nella distribuzione delle risorse economiche, delle opportunità occupazionali e dei risultati sociali sono notevoli, è probabile che si traducano in una bassa mobilità sociale e in una condizione di svantaggio persistente.


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I divari nei Paesi Ocse. I dati raccolti negli anni dall’Ocse mostrano che le persone percepiscono una limitazione nelle pari opportunità. Circa un individuo su due pensa che il genere, la razza o il background socio-economico dei genitori siano molto importanti per andare avanti nella vita. I dati mostrano grandi differenze di benessere per i gruppi di popolazione vulnerabili, comprese le persone con disabilità, i migranti, le persone Lgbti+ e le minoranze etniche e razziali. Questi divari sono spesso alimentati dalla discriminazione, con costi elevati per la società.

Una condizione persistente. La trasmissione tra generazioni di una condizione di vantaggio o svantaggio, continua il Paper, impatta in maniera duratura su una serie di aspetti lungo tutto il corso della vita. In tutta l'area Ocse, i bambini con genitori laureati hanno il 45% di probabilità in più di laurearsi rispetto ai figli di diplomati. Più nello specifico, i giovani nella fascia di età tra 35 e 49 anni, i cui genitori sono laureati, hanno l’11% in più di probabilità di essere in buona salute e hanno un reddito superiore del 47% rispetto ai loro coetanei con genitori meno istruiti.


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Intrappolati nelle sabbie mobili. Nel periodo precedente alla pandemia da Covid-19, le persone nel quintile più basso del reddito familiare, avevano il 55% di probabilità di rimanere nella stessa fascia di reddito dopo quattro anni. Al contrario, quelli nel quintile più alto avevano una possibilità ancora maggiore, pari al 67%, di rimanere al vertice. Inoltre, negli ultimi decenni si è assistito a un aumento del rischio di mobilità verso il basso per segmenti più ampi della popolazione, compresa la classe medio-bassa. In diversi Paesi, il reddito familiare sta diminuendo, soprattutto tra le famiglie a basso reddito che devono far fronte a pressioni inflazionistiche più forti.

Le conseguenze dell’automazione. Senza adeguati interventi, rileva l’Ocse, è probabile che i megatrend attuali avranno conseguenze assai più significative per persone e comunità che stanno già affrontando una situazione difficile. Ad esempio, l'automazione porterà l'intelligenza artificiale e i robot a sostituire una quota non trascurabile di posti di lavoro, con un impatto maggiore per i lavori poco qualificati. Un altro esempio è il cambiamento climatico, che probabilmente colpirà le aree più vulnerabili, come le comunità rurali. Il cambiamento demografico probabilmente indebolirà le prospettive di crescita delle regioni rurali che stanno sperimentando un invecchiamento più rapido. Questo potrebbe limitare ulteriormente la loro capacità di investire nella fornitura di servizi chiave, come l'assistenza sanitaria e l'istruzione.


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Cambiamenti strutturali e giuste politiche. Di fronte a queste sfide, prosegue il Paper, c'è la possibilità di investire nell'aumento della mobilità sociale e nella promozione delle opportunità. Alcuni dei cambiamenti strutturali offrono nuove opportunità a imprenditori e lavoratori. La crisi Covid-19 ha accelerato alcuni processi, come il telelavoro, che possono ampliare le opportunità occupazionali. La transizione verde e la digitalizzazione hanno migliorato la produttività di alcuni settori e aumentato la domanda di nuove competenze digitali. Tuttavia, non tutti i lavoratori e le famiglie sono in grado di adattarsi e raccogliere i frutti di questi cambiamenti. Servono dunque politiche che promuovano le competenze necessarie e allo stesso tempo rimuovano gli ostacoli alla riallocazione, contribuendo a trasformare queste sfide in opportunità.

Politiche ambiziose possono generare un doppio vantaggio: crescita sostenuta da un lato e progressi verso le pari opportunità dall’altro. Programmi per garantire una prima infanzia di qualità possono produrre benefici sia a livello individuale che collettivo, attraverso una maggiore istruzione, un miglioramento della salute e un minore coinvolgimento in comportamenti a rischio. Una maggiore equità ai livelli più elevati di istruzione e nell'accesso alla formazione può generare elevati ritorni economici. Nel breve termine, politiche di protezione sociale ben concepite, che combinano il mantenimento del reddito ed incentivino il ricollocamento, possono proteggere i lavoratori vulnerabili durante le transizioni e aiutarli a trasferirsi in posti di lavoro migliori, promuovendo la mobilità verso l'alto.

All'indomani della crisi sanitaria, conclude il Paper, i Paesi si sono impegnati in investimenti e riforme su larga scala, spesso mirati a migliorare le pari opportunità. Ad esempio, il Recovery and resilience facility dell'Unione europea individua la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva come uno dei suoi pilastri e richiede agli Stati membri di dettagliare in che modo le misure contribuiranno all'uguaglianza di genere e alle pari opportunità. Per produrre gli effetti desiderati, questi investimenti iniziali dovranno essere sostenuti nel lungo periodo. Sarà anche importante monitorare l'efficacia e l'impatto di tali iniziative sui più svantaggiati. Per questi motivi, le politiche di stimolo economico non dovrebbero concentrarsi solo su soluzioni a breve termine, ma affrontare le sfide nel lungo periodo, soprattutto nell'attuale contesto di indebolimento delle prospettive economiche e di maggiore incertezza dovuta alle pressioni inflazionistiche e alla guerra tra Russia e Ucraina.

 

di Tommaso Tautonico

 

Foto di radachynskyi su 123rf.com

giovedì 15 dicembre 2022

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