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Fedeli, ecco le venti azioni per l’educazione sostenibile
La ministra dell’istruzione ha presentato il primo Piano nazionale che recepisce gli Obiettivi dell’Agenda 2030, sulla base delle indicazioni di un gruppo di lavoro coordinato dal portavoce dell’ASviS.
Si è tenuta oggi al Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca (Miur) la presentazione del “Piano per l’Educazione alla Sostenibilità”. Si tratta del primo piano nazionale che recepisce gli obiettivi dell’Agenda 2030 e li struttura su tutte le aree di competenza del Ministero. La ministra Valeria Fedeli ha presentato il programma sottolineando prima di tutto l’importanza della trasversalità del tema dell’educazione alla sostenibilità che non pone più solamente l’attenzione alle tematiche ambientali (sempre presenti e molto importanti), ma abbraccia più temi quali ad esempio la lotta alle ingiustizie e alle disparità di genere. La ministra ha sottolineato la necessità che lo sviluppo sostenibile diventi il fulcro del dibattito politico da cui devono conseguire leggi e politiche improntate in un’ottica di lungo periodo per poter essere consolidate.
Il Piano per l’educazione alla sostenibilità è articolato in 20 azioni che riguardano tutto lo spettro di attività del Miur e sono suddivise in 4 macroaree:
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Edilizia e ambienti/ strutture e personale del Miur, dove le azioni sono canalizzate sull’efficientamento energetico e di sostenibilità delle strutture scolastiche e del Miur stesso. Sarà predisposto inoltre un piano di formazione per il personale del Miur sulle buone pratiche e comportamenti sostenibili in ufficio.
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Didattica e formazione dei docenti, si tratta di un’area molto vasta delle competenze del Miur in cui si è deciso di procedere con azioni come: la definizione di linee guida per contrastare stereotipi, violenza di genere e disparità, l’aggiornamento delle linee guida sull’educazione ambientale e quelle sull’educazione alimentare, la predisposizione di un protocollo con l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) per l’alternanza scuola-lavoro, la formazione dei docenti neoassunti attraverso moduli formativi sull’educazione alla sostenibilità e la formazione dei docenti in servizio attraverso la diffusione di una progettazione formativa nel Piano triennale dell’offerta formativa (Ptof) orientata all’educazione alla sostenibilità.
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Università e ricerca per le quali verranno finanziate borse e dottorati affinché sia sempre più accessibile ed estesa una formazione di qualità.
- Informazione e comunicazione con cui il Miur s’impegna a caratterizzare i propri spazi/stand sul tema della sostenibilità e a produrre una campagna di educazione informale rivolta a tutte le cittadine e i cittadini della nazione.
Dopo aver presentato le azioni del Piano, Fedeli ha ribadito che si tratta solo dell’avvio del lavoro del Miur e che non si fermerà alla concretizzazione delle 20 azioni, ma andrà ben oltre. Il Piano rimane uno strumento molto importante in quanto si fa “vettore del cambiamento” e permette al Ministero dell’Istruzione di porsi come esempio di buone pratiche affinchè anche gli altri vengano contaminati. “Aver riorientato il nostro lavoro in maniera così esplicita verso un’ottica di sviluppo sostenibile”, ha terminato la ministra, “richiamerà tutti gli altri a comportarsi di conseguenza”.
Ha proseguito la presentazione del Piano Enrico Giovannini, portavoce dell’ASviS, e coordinatore del gruppo di lavoro del Miur “Scuola, università e ricerca per l’Agenda 2030” che ha sottolineato prima di tutto il grande sforzo degli SDGs nell’integrare tutte le tematiche dello sviluppo sostenibile. “Accettare la sfida della complessità è accettare la logica dell’integrazione, anche se non è facile”, ha commentato Giovannini parlando dell’impegno di tutti nel portare avanti gli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile. Il motore di questo impegno e cambiamento è sicuramente l’educazione. “La ragione per partire dall’educazione è prima di tutto concettuale: per avere un paese che progredisce verso la sostenibilità si ha bisogno di tecnologia, governance e cambiamento di mentalità”. Già dalla prima infanzia, infatti, cominciano a delinearsi le prime disuguaglianze (Rapporto Pisa 2012). Inoltre, il tema dell’istruzione è connesso fortemente con l’imprenditorialità: le performance delle piccole imprese variano in maniera sostanziale se a capo di queste si trova una persona con un livello d’istruzione superiore come la laurea o meno.
“Quella di oggi è una piccola grande rivoluzione”, così ha terminato la presentazione Giovannini, ”che continuerà a funzionare se il coinvolgimento degli studenti diventerà il motore del cambiamento. Questa iniziativa può cambiare il futuro di questo paese quando i giovani capiranno come agire per diventare questo motore.”
È intervenuta, infine, Sabrina Bono, capa di gabinetto del Miur che ha ribadito l’importanza di “cambiare la forma mentis di ciascuna persona e degli organi interni nel modo in cui ci si approccia al lavoro. Solo così si potrà perseguire lo sviluppo sostenibile” e, citando Albert Einstein, ha ricordato che “un problema non può essere risolto con lo stesso approccio che lo ha creato”.
di Giulia D’Agata